Con la trasformazione del decreto Aiuti bis in legge, avvenuta nella giornata di martedì 20 settembre e la successiva pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 21 settembre, il Governo ha messo a disposizione degli italiani numerose misure per cercare di far fronte alla crisi che stiamo vivendo. Dal potenziamento del bonus psicologo, trasporti e tv, passando anche per le modifiche dello smart working, il decreto ha infatti portato delle novità che aiuteranno i cittadini nelle spese quotidiane divenute ormai insostenibili a causa dell’aumento dei prezzi.
Tra i tanti rincari subiti negli ultimi mesi c’è anche quello relativo alle bollette di luce e gas a causa della guerra in Ucraina. Proprio con l’obiettivo di aiutare le famiglie ecco allora che l’esecutivo presieduto dal presidente del Consiglio Mario Draghi ha messo mano al bonus sociale per luce e gas, ma soprattutto ha permesso di rafforzare i fringe benefit per il welfare aziendale mettendo a disposizione 81,9 milioni di euro per permettere di aiutare le famiglie col pagamento delle bollette.
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Bonus bollette, come funziona
A dir la verità non si tratta di un vero e proprio bonus, ma di una delle misure messe in campo dal Governo per cercare di contrastare gli effetti del caro energia sugli italiani. Nello specifico, come detto, si tratta di un fringe benefit, ovvero quei benefit che fanno parte del welfare aziendale e che le aziende non erogano ai dipendenti sotto forma di denaro ma con beni e servizi. Nell’articolo 12 del decreto Aiuti bis, infatti, si legge che questo contributo è passato da 258,23 euro a 600 euro esentasse.
Tra i fringe benefit modificati con il decreto il Governo ha deciso di introdurre anche la possibilità per le aziende di aiutare i propri dipendenti nel pagamento delle bollette di acqua, luce e gas. Le aziende, quindi, potranno proporre tra i propri benefit anche la possibilità per i dipendenti di pagare o farsi rimborsare le utenze.
Chi può richiederlo e le scadenze
Il “bonus”, quindi, può essere richiesto dal lavoratore all’azienda che lo mette a disposizione. Da parte del datore di lavoro si tratta di somme interamente deducibili, che riducono l’imponibile fiscale. Dal lato del lavoratore invece si tratta di risorse non soggette a contribuzione né a prelievo fiscale. In altre parole nette e liberamente spendibili. Come stabilito dal governo Draghi, il rimborso delle bollette tramite il welfare aziendale si dovrà basare esclusivamente su spese documentate dal soggetto che ne fruisce.
Il Governo, attraverso il decreto Aiuti bis, ha aumentato il tetto a 600 euro solo per il 2022 e spetterà quindi al prossimo esecutivo, eventualmente, decidere se modificare il tetto anche per il 2023. A meno di proroghe da parte del prossimo Parlamento quindi dal gennaio 2023 il limite di fruizione dei fringe benefit potrebbe tornare di conseguenza ad essere quello ordinario di 258 euro. Ma al momento c’è comunque una nota positiva. La soglia di 600 euro può essere cumulata con la misura introdotta per combattere il caro carburante, il cosiddetto bonus benzina di 200 euro, in quanto è considerata aggiuntiva.