Bonus mamme lavoratrici, gli arretrati in busta paga a maggio 2024

La manovra del governo Meloni sarà finalmente garantita anche alle dipendenti della Pubblica amministrazione: ecco a quanto ammonta il bonus

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Si registra ancora un netto ritardo per quanto riguarda il Bonus mamme lavoratrici 2024. Una problematica che riguarda le donne impegnate nella Pubblica amministrazione. Le colleghe inserite nel privato, infatti, continuano a ricevere regolarmente l’erogazione prevista. Da maggio in poi, però, la situazione dovrebbe cambiare drasticamente.

I requisiti del bonus

È atteso per maggio 2024 l’aggiornamento della piattaforma NoiPA, che dovrebbe consentire anche alle dipendenti della sfera pubblica di ricevere il bonus mamme lavoratrici 2024. Un’iniziativa del governo di Giorgia Meloni, che di fatto mira a garantire uno stipendio maggiorato attraverso un taglio della tassazione, fino a 250 euro mensili.

Il bonus riguarda le madri lavoratrici che possiedono i seguenti requisiti: due figli a carico (dal 2025 la soglia salirà a tre) e un contratto a tempo indeterminato.

In nessuno caso, dunque, vengono prese in considerazione donne con contratto a termine, libere professioniste e autonome. Nessuna limitazione è invece dettata per quanto riguarda i contratti indeterminati. Il bonus sarà garantito anche ai soggetti in part time. Escluse, invece, le lavoratrici domestiche.

Abbiamo sottolineato la necessità di avere due figli per rientrare in questa forma d’aiuto fiscale. Vediamo però nel dettaglio come funziona il tutto. Nel 2024 è in atto una misura sperimentale, che tende la mano a chi ha due figli a carico. La decontribuzione vale in questo caso per i periodi di paga da gennaio a dicembre di quest’anno (e comunque fino al decimo compleanno del figlio minore).

Di base, però, la manovra è rivolta a chi ha tre figli a carico, con esonero dai contributi per tre anni, sulle buste paga da gennaio 2024 a dicembre 2026. Anche in questo caso vale il limite dei 10 anni d’età per il figlio minore.

Gli arretrati del bonus

Al momento unicamente le lavoratrici nell’ambito privato possono avvantaggiarsi del bonus. Nessuna trasformazione della busta paga, invece, nella Pa. Tante le lamentele sui social ma, a partire da maggio 2024, l’esecutivo dovrebbe riuscire a porre rimedio.

Per quanto sorprendente, la piattaforma NoiPA non era ancora aggiornata per poter gestire la richiesta relativa. Ora è stata invece rilasciata una “funzionalità nell’applicativo Gestione Stipendi”. Si può dunque registrare l’insieme delle informazioni necessarie. Da maggio 2024 il bonus verrà regolarmente erogato, tenendo conto degli arretrati maturati a partire da gennaio di quest’anno.

Ciò vuol dire che la prima mensilità sarà molto ricca, ben più di quella di giugno e delle altre a seguire. Chi ha effettuato la domanda, semplicemente presentando un’autocertificazione presso l’ufficio competente della propria amministrazione, con al seguito i codici fiscali dei propri figli, otterrà il dovuto.

Il tetto massimo è di 250 euro mensili, il che rientra in una soglia massima generale di 3mila euro annui. Ciò vuol dire che chi versa regolarmente più di tale quota di contributi per ogni busta paga, potrà tenerseli. In caso di quote ridotte, ovviamente, ci sarà un bonus minore.

Gli arretrati avranno dunque un valore massimale di 1.250 euro. Si ricorda, infine, che le lavoratrici scolastiche avrebbero dovuto presentare domanda attraverso il portale del ministero dell’Istruzione, richiedendo la decontribuzione di maternità. Chiunque non abbia presentato richiesta, non riceverà gli arretrati a partire da maggio. Ciò non impedisce, però, di produrre la necessaria documentazione e far partire l’erogazione da giugno 2024.