Bonus chirurgia estetica, per quali interventi è possibile richiedere la detrazione Iva

Irpef e Iva: sono due le detrazioni che possono essere richieste per gli interventi di chirurgia estetica. Ma ci sono stringenti condizioni da rispettare

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Il Bonus chirurgia estetica permette di ottenere l’esenzione Iva al momento del pagamento per determinati tipi di trattamenti e operazioni. Possibile poi ottenere una detrazione dell’Irpef da portare successivamente in dichiarazione dei redditi.

La chirurgia estetica è detraibile dall’Irpef

Come avviene anche per le altre spese medico-sanitarie, anche la chirurgia estetica è detraibile in sede di dichiarazione dei redditi: è possibile portare in detrazione il 19% nel modello 730, fino a un massimo di 129,11 euro, per interventi estetici finalizzati alla diagnosi, al ricovero e alla cura di determinate patologie.

Bonus chirurgia estetica: la detrazione Iva

Il bonus può essere richiesto per tutte le operazioni di chirurgia estetica concluse dopo il 17 dicembre 2023. Il Bonus chirurgia estetica, anche se forse sarebbe più appropriato definirlo Bonus chirurgia plastica, è stato introdotto dal Decreto Anticipi poi convertito in legge. Dal 2023 si è estesa l’esenzione Iva per interventi di chirurgia estetica anche a procedure finalizzate alla diagnosi, alla cura di patologie e alla soluzione di problemi legati alla salute psicofisica. Ciò va ad abbattere il costo finale di determinati trattamenti che, oltre a ripristinare la funzionalità estetica o problematiche di salute, vanno a ripristinare il benessere del paziente anche dal punto di vista psicofisico.

Necessario il certificato medico

Può beneficiare del Bonus chirurgia estetica, e chiedere l’esenzione Iva, esclusivamente chi sia in possesso di apposita certificazione medica. La condizione per accedere alla misura è che l’intervento, finalizzato a risolvere disagi psicofisici, vada a ripristinare le regolari condizioni di salute della persona e la regolare funzionalità ed estetica del corpo, alterate da problematiche congenite o da traumi di varia natura (incidenti stradali, incidenti sul lavoro, incendi, aggressioni, malattie oncologiche, ecc…)
La risoluzione n. 71/2015 dell’Agenzia delle Entrate specifica poi che rientrano tra le spese detraibili, a determinate condizioni, anche gli interventi chirurgici finalizzati al cambio del sesso (metoidioplastica).
Sono inclusi nelle spese detraibili sia gli interventi chirurgici che necessitano di degenza ospedaliera sia i “ritocchini” di minore entità eseguibili in ambulatorio.

Le spese detraibili riguardano anche tutte le attività e tutti i materiali direttamente correlati all’operazione, come l’anestesia, il plasma sanguigno, le flebo, eccetera. In caso di più fatture, è possibile ottenere il bonus sull’intero importo, ma solo a condizione che dai documenti o dall’attestazione della struttura sanitaria risulti chiaro che c’è un nesso fra ogni fattura.

Se l’intervento estetico è stato effettuato su un figlio a carico, le spese vengono suddivise fra i genitori.

L’onere del medico

Spetta al medico provare l’esenzione Iva per prestazioni di chirurgia estetica. Al momento del pagamento, il medico deve richiedere al paziente il consenso all’utilizzo della documentazione medica ai fini fiscali. È quanto stabilito dalla Corte di giustizia tributaria di secondo grado delle Marche con la sentenza n. 889/01/2023, secondo la quale non è sufficiente una mera descrizione degli interventi effettuati, ma occorre disporre di documentazione clinica attendibile, completa e non anonima, identificativa del tipo di intervento eseguito e delle necessità terapeutiche sottostanti.