Il pagamento dell’Assegno unico di gennaio 2025 arriverà dopo la prima metà del mese. La conferma è arrivata con la pubblicazione del calendario da parte dell’Inps.
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Assegno unico di gennaio: le date
Con l’inizio del nuovo anno, le famiglie con figli a carico attendono il primo accredito dell’Assegno unico 2025. Ma quando arriverà? Per la prima mensilità della prestazione, bisognerà attendere ancora.
Le date di accredito sono:
- dal 20 gennaio 2025 per le rate relative alle prestazioni che non hanno subito variazioni;
- entro la fine di gennaio per le rate spettanti in caso di conguaglio, a credito o a debito, oppure nel caso la nuova domanda sia stata presentata a dicembre.
Tramite il messaggio del 13 gennaio 2025, n. 111, l’Inps ha precisato che i pagamenti per le prestazioni non soggette a variazioni saranno effettuati nella settimana che inizia il 20 gennaio 2025. Questo ritardo è legato all’introduzione del nuovo sistema Re.Tes. della Banca d’Italia, operativo dal 1° gennaio 2025 e finalizzato a gestire i servizi della Tesoreria dello Stato.
Come di consueto, dunque, coloro che hanno presentato una nuova domanda a dicembre o se l’importo dell’assegno è stato oggetto di modifica – ad esempio a causa di un errore di calcolo o di un cambiamento nella tua situazione economica – dovranno attendere qualche giorno in più per ricevere il pagamento.
Alla data del 27 gennaio 2025, l’Inps procederà con il pagamento delle mensilità relative alle nuove domande o ai rinnovi delle prestazioni. In particolare, si applicheranno le nuove soglie di accesso e gli importi aggiornati, come stabilito dalla Legge di Bilancio 2025. Tra i casi inclusi rientrano le richieste di Adi e Sfl presentate nel mese di dicembre 2024 e approvate dopo l’istruttoria, a condizione che il nucleo familiare abbia sottoscritto il Patto di attivazione digitale (Pad) o il patto di servizio personalizzato, se previsto.
Per continuare a percepire l’assegno nel nuovo anno, non è necessario presentare una nuova domanda, ma è fondamentale provvedere all’aggiornamento dell’Isee (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Quest’ultimo, infatti, è lo strumento utilizzato per valutare la situazione economica del nucleo familiare e determinare l’erogazione delle prestazioni.
Per continuare a ricevere l’importo corretto dell’assegno unico, è fondamentale presentare l’Isee aggiornato entro il 28 febbraio 2025. Nel caso in cui la DSU non venga aggiornata, l’importo dell’assegno unico verrà ridotto al minimo a partire da marzo 2025. Qualora l’Isee venga rinnovato entro il 30 giugno 2025, l’Inps ricalcolerà l’assegno tenendo conto del reddito corretto e accrediterà gli eventuali arretrati.
Come controllare l’accredito?
Ma come controllare l’accredito e lo stato della domanda presentata? Per le famiglie basterà entrare con le proprie credenziali nell’area riservata del Portale dell’Istituto collegandosi al fascicolo previdenziale del cittadino, mentre attraverso Centro Notifiche sarà possibile controllare il giorno dell’accredito.
L’ultimo rapporto Inps rivela che l’importo medio dell’assegno unico per figlio, tenendo conto di tutte le maggiorazioni possibili, si aggira intorno ai 172 euro. Tuttavia, è importante sottolineare che l’importo finale può variare in base alla situazione economica del nucleo familiare, come indicato dall’Isee.
Nel 2024, ad esempio, l’assegno poteva oscillare tra un minimo di 57 euro per chi non ha presentato la dichiarazione o ha superato la soglia massima (45.574,96 euro per il 2024), e un massimo di 224 euro per le famiglie con l’Isee più basso (17.090,61 euro per il 2024).
L’importo dell’assegno unico viene rivalutato annualmente per far fronte all’aumento dei prezzi. L’Inps è chiamato a pubblicare una circolare con le nuove tabelle che conterranno gli importi aggiornati e le soglie Isee per l’anno 2025. Sarà fondamentale consultare questa circolare per conoscere nel dettaglio le novità.
A breve dunque si potrà ricevere il primo accredito dell’anno. Ma a chi spetta la prestazione Inps? Come stabilito, l’assegno è destinato a tutte le famiglie con figli a carico. La prestazione viene erogata a partire dal settimo mese di gravidanza e prosegue fino al compimento dei 21 anni del figlio. Per i figli con disabilità, invece, non vi è alcun limite di età.