Accordo Ue sulla riforma Iva, anche Airbnb deve pagarla

L’Ue trova l’accordo sulla riforma Iva che progressivamente entrerà in vigore e riguarderà soprattutto le piattaforme di alloggio breve, come Airbnb, e quelli di trasporto passeggeri.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Pubblicato: 5 Novembre 2024 20:32

Il Consiglio Ue Ecofin ha trovato l’accordo sulle nuove norme per l’imposizione dell’Iva nell’era digitale che hanno il fine di combattere l’evasione fiscale, sostenere le imprese e promuovere la digitalizzazione.

Le nuove regole sulla fatturazione elettronica e sul pagamento dell’imposta sul valore aggiunto interesseranno anche le piattaforme online specializzate negli alloggi a breve termine, come Airbnb, e di trasporto passeggeri, le quali dovranno pagare l’Iva in quasi tutti i casi in cui, invece, ora i singoli fornitori non la addebitano.

Cosa prevede la riforma Ue sull’Iva

Così come reso noto dalla Consiglio Ue Ecofin, la riforma del sistema Iva prevede una direttiva, un regolamento generale e un regolamento di attuazione che, in maniera simultanea, apporteranno modifiche sotto diversi aspetti. Entrando più nello specifico, viene prevista:

  • la completa digitalizzazione degli obblighi di dichiarazione Iva per le transazioni transfrontaliere entro il 2030;
  • la richiesta alle piattaforme digitali di pagare l’Iva sia sui servizi di alloggio a breve termine che su quelli di trasporto passeggeri nella quasi totalità dei casi in cui i fornitori non addebitano oggi l’imposta. Viene comunque lasciata la possibilità ai singoli Stati di esentare le piccole e medie imprese dalle norme sui fornitori;
  • l’espansione e il miglioramento degli sportelli unici Iva online, così che le aziende non debbano sostenere i costi delle registrazioni Iva in ogni Stato Ue nel quale operano.

I tempi della riforma Iva Ue

Per l’applicazione della riforma Iva Ue è stata prevista una roadmap a più step molto dettagliata. Il nuovo sistema dell’Unione Europea sarà completamente operativo entro il 2030, mentre tutti i sistemi nazionali dei Paesi membri dovranno diventare interoperabili entro il 2035.

Quanto all’approvazione ufficiale della riforma, si ricorda che il Parlamento dell’Unione europea si era già espresso in modo favorevole a novembre del 2023, ma viste le modifiche apportate alla direttiva dovrà rivotare. Solo in seguito, il testo potrà essere adottato dal Consiglio Ue e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Ue per l’entrata in vigore.

Cosa cambia per gli affitti brevi

Come detto in precedenza, l’applicazione della riforma Ue sull’Iva sarà progressiva, soprattutto per il settore degli affitti brevi. In questo caso, infatti, gli Stati membri sono già nella fase di riordino normativo e fiscale che si sostanzia nell’introduzione del Cin, Codice identificativo nazionale.

Piattaforme come Airbnb seguiranno quindi un calendario leggermente diverso:

  • a partire dal mese di luglio 2028 è previsto che il regime di raccolta e versamento dell’Iva delle piattaforme sia facoltativo;
  • da gennaio 2030, invece, diventerà obbligatorio, con le piattaforme che avranno un profilo di responsabilità tributaria sull’Iva in tutti quei casi in cui chi offre le locazioni non è un soggetto dotato di posizione Iva.

Fattura elettronica, gli step

Un percorso a più tappe viene previsto anche per la fatturazione elettronica che, da programma, entrerà a pieno regime e in via uniformata in tutta l’Ue solo dal 2035. In questo modo l’Unione intende permettere a tutte le varie amministrazioni finanziarie di adeguarsi con uno snodo di interoperabilità legato alle comunicazioni delle operazioni intracomunitarie, previsto in partenza dalla seconda metà del 2030. L’obiettivo della misura è, come evidente, semplificare su larga scala la compilazione delle fatture, soprattutto grazie a sistemi di precompilazione di dichiarazioni e modelli di versamento efficaci.