Ucraina e Russia a un passo dalla guerra: la mossa di Draghi sul gas

Crescono sempre di più le tensioni nell'Ucraina orientale e aumentano di pari passo i timori occidentali di un'invasione russa e di una nuova guerra in Europa

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Putin farà marcia indietro, o no? Crescono sempre di più le tensioni nell’Ucraina orientale e aumentano di pari passo i timori occidentali di un’invasione russa e di una nuova guerra in Europa, con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden che si dice “convinto” che il presidente russo Vladimir Putin abbia preso la decisione di invadere.

Una Terza guerra mondiale è dunque all’orizzonte? Troppo presto ancora per dirlo, ma gli interessi in ballo sono tantissimi (qui le cause della crisi ucraina e quali scenari possibili).

Secondo le stime Usa, le truppe russe pronte a scendere in campo sarebbero composte da qualcosa come 190mila unità. La Russia prevede anche di organizzare esercitazioni militari, inclusi lanci multipli di prova di missili balistici intercontinentali e missili da crociera in una vasta dimostrazione di potenza militare.

Russia pronta a invadere l’Ucraina?

Mentre Washington e Bruxelles proseguono nel loro delicatissimo tentativo di portare avanti una strategia diplomatica all’insegna della deterrenza, offrendo di continuare a parlare con il Cremlino e minacciando pesanti sanzioni in caso di invasione, i Paesi della NATO temono che l’est Europa, così instabile e teatro di intensi bombardamenti negli ultimi giorni e ordini di evacuazione dei civili, possa essere un nuovo punto critico nella loro più tesa situazione di stallo con la Russia, che ormai dura dalla Guerra Fredda: questo è un elemento chiave che potrebbe fornire a Mosca un reale pretesto per invadere l’Ucraina.

Dopo settimane in cui ha detto che gli Stati Uniti non erano sicuri se Putin avesse preso la decisione finale di lanciare un’invasione, Biden ha detto che ora è convinto che lo “zar” lo farà e che potrebbe accadere nei “prossimi giorni”. I russi si “stanno dispiegando e sono sul punto di attaccare”, ha denunciato il segretario alla Difesa Usa Lloyd Austin, parlando dei movimenti delle truppe russe “verso posizioni dalle quale possono condurre un attacco”.

Un’invasione potrebbe includere un assalto alla capitale Kiev. Biden è convinto della correttezza della sua analisi grazie alla “significativa capacità di intelligence” degli americani. Austin ha sostenuto l’affermazione di Biden: alla domanda sul potenziale di un’invasione russa, Austin ha risposto che “non credo sia un bluff”.

Evacuazioni e mobilitazione generale

Intanto i leader separatisti nell’est dell’Ucraina riportano che sta proseguendo l’evacuazione della popolazione dalla regione, denunciando attacchi nella notte. Più di 6mila persone, compresi 2.400 bambini, sono stati trasferiti dall’area. Alloggi sono stati preparati nella regione meridionale russa di Rostov.

Circa 25mila hanno anche lasciato l’autoproclamata repubblica popolare di Luhansk e altre 10mila persone lasceranno l’area. Da Donetsk i separatisti hanno denunciato decine colpi sparati dalla mezzanotte contro il loro territorio, mentre i leader di Luhansk hanno denunciato violazioni del cessate il fuoco, che l’Osce ha confermato in più occasioni.

Intanto i leader separatisti del Donbass e dell’autoproclamata repubblica popolare di Luhansk hanno ordinato la mobilitazione generale e lanciato un appello ai riservisti. II leader di Donetsk, Denis Pushilin, ha annunciato di aver “firmato un decreto per la mobilitazione generale”. In un videomessaggio si rivolge ai “connazionali riservisti” affinché si presentino agli uffici militari. “Faccio appello a tutti gli uomini della repubblica in grado di imbracciare un’arma a difendere le loro famiglie, i loro bambini, le loro mogli, le loro madri”, ha scritto su Telegram.

Le richieste dell’Ucraina

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, parlando alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, ha detto senza mezzi termini che “proteggeremo il nostro Paese con o senza l’aiuto dei nostri partner”. “Il mondo non vuole la guerra, l’Ucraina ha bisogno della pace, abbiamo bisogno della pace. L’Ucraina desidera la pace, l’Europa desidera la pace. Il mondo dice di non volere alcuna guerra, mentre la Russia sostiene di non voler intervenire, qualcuno sta mentendo”.

E all’Occidente reclama un intervento immediato: “Abbiamo bisogno di garanzie di sicurezza. Dite che la guerra sta per iniziare, allora cosa aspettate? Non ci servono le sanzioni quando inizieranno i bombardamenti. Quando ci chiedete cosa si può fare? Molte cose si possono fare, vi possiamo dare una lista”.

Alla NATO Zelensky ha chiesto un calendario “chiaro” e realizzabile in vista dell’adesione all’Alleanza atlantica di Kiev, e a Putin un incontro per capire cosa vuole.

Proprio la NATO ha già annunciato il ritiro del suo staff da Kiev. “La sicurezza del nostro personale è importante, abbiamo trasferito lo staff a Leopoli (grande città ucraina vicino al confine con la Polonia, ndr) e Bruxelles”, ha detto un portavoce a Bruxelles, sottolineando che gli altri uffici dell’Alleanza atlantica in Ucraina rimangono operativi.

Anche diverse ambasciate, fra cui quella degli Stati Uniti, hanno trasferito il personale a Leopoli. La Germania e la Francia anche hanno invitato i propri cittadini a lasciare immediatamente l’Ucraina, sottolineando che “un conflitto militare è possibile in qualsiasi momento”. Intanto la compagnia aerea tedesca Lufthansa ha annunciato che cesserà tutti i voli da e per Kiev a partire da lunedì e almeno fino al 28 febbraio.

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I pesanti costi economici della guerra

Cosa succederà se Mosca invaderà davvero Kiev? Una risposta “rapida, severa e unita” ha ribadito la vice presidente degli Stati Uniti Kamala Harris, che ha anticipato costi economici “significativi e senza precedenti” per la Russia di Putin. “Alle parole russe non corrispondono i fatti”, ha sottolineato nel suo intervento alla Conferenza di Monaco sulla sicurezza, durante la quale ha ribadito che “i confini nazionali non dovrebbero essere cambiati con la forza”.

Oggi gli Stati Uniti e i suoi alleati “sono più vicini che mai” e il loro obiettivo è “chiaro” dice: “Siamo sempre più fiduciosi nella nostra visione. La nostra forza non deve essere sottostimata, perché risiede nella nostra unità. Come abbiamo sempre dimostrato, ci vuole più forza per costruire qualcosa di quanta ce ne voglia per distruggerla” (qui perché l’Ucraina è così importante per Putin da un punto di vista economico).

Gli Stati Uniti hanno un asso nella manica, tra gli altri: una delle opzioni finanziarie più dolorose disponibili per punire la Russia se invaderà l’Ucraina, ha detto ai giornalisti il ​​vicedirettore del Consiglio economico nazionale Daleep Singh in un briefing alla Casa Bianca.

Quale? L’allontanamento della Russia dal sistema finanziario SWIFT, che muove denaro in tutto il mondo, e che sarebbe uno dei passi più dannosi che gli Stati Uniti potrebbero intraprendere contro l’economia russa. Una soluzione però osteggiata da alcuni alleati europei per il danno di ricaduta che causerebbe anche alle loro economie, quella italiana compresa.

In un momento di già altissimi prezzi del petrolio e del gas, anche gli Stati Uniti vorrebbero evitare di bloccare i rifornimenti dei mercati globali con energia russa.

L’Italia, che dipende fortemente dal gas russo, ha spinto affinché l’energia sia tenuta fuori da ogni sanzione. Il premier Mario Draghi, che ha appena varato proprio un decreto sull’energia contro il caro-bollette (qui tutte le misure approvate), ha detto ai giornalisti di aver esposto il punto di vista del suo governo in una riunione del Consiglio europeo a Bruxelles.