L’Ue rivoluziona il mercato delle batterie dei prodotti elettronici con un pacchetto di norme destinate a scuotere il mondo dell’elettronica di consumo, pacchetto che – salvo ritardi o improvvise modifiche – dovrebbe entrare in vigore entro il 2024. Lo scopo è ridurre gli sprechi e rendere il settore più sostenibile.
Batterie, le proposte dell’Unione europea
Il nuovo pacchetto di norme europee mira a regolamentare il settore dell’elettronica in modo tale da spingere con sempre maggior convinzione verso il Green deal, verso l’obiettivo di rendere l’Europa neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050.
Una delle proposte è quella di eliminare le pile non ricaricabili: entro il 2023 queste batterie dovranno essere etichettate come “non ricaricabili” in modo chiaro e inequivocabile; entro il 2027 invece dovranno sparire completamente dal mercato, lasciando posto esclusivamente a quelle ricaricabili.
Viene inoltre introdotto l’obbligo per i costruttori di rendere facilmente sostituibili da chiunque le batterie dei dispositivi che producono e che dovranno rimanere sul mercato almeno per 10 anni. In questa misura rientrano anche le batterie di pc e smartphone.
Batterie ricaricabili e sostituibili, cosa cambia
L’Ue rivoluziona il mercato dell’elettronica imponendo l’uso di batterie più efficienti e più facili da smaltire. A partire dal 2027 entreranno in vigore una serie di parametri minimi di qualità e durata per tutte le batterie ricaricabili: non si potranno quindi più vendere batterie ricaricabili scarse e che si deteriorano dopo pochi cicli di scarica e scarica.
Al tempo stesso l’Unione Europea chiede di far sparire le pile non ricaricabili entro il 2027: le vecchie pile, quelle che una volta esaurite vanno buttate, non potranno più essere prodotte o vendute. A partire dal 2023 queste batterie dovranno essere etichettate in modo chiaro come “non ricaricabili”.
Batterie sostituibili dall’utente, cosa cambia
L’altra proposta è l’obbligo dal 2024 di rendere tutte le batterie dei prodotti elettronici sostituibili dall’utente. Il regolamento prevede che ogni batteria possa essere sostituita dall’utente con strumenti alla portata di tutti e che la sostituzione non danneggi né la batterie e neppure il dispositivo.
In aggiunta a questo le batterie dei prodotti elettronici, per favorire il diritto alla riparazione, dovranno essere reperibili per almeno 10 anni dalla data di uscita del prodotto a cominciare dalle batterie per pc portatili, tablet e smartphone.
Rivoluzione batterie, la proposta Ue in breve
La proposta Ue prevede:
- etichettatura chiara e visibile per tutte le batterie non ricaricabili, che dovranno comunque scomparire gradualmente fino ad arrivare, entro il 2027, ad apparecchi alimentati esclusivamente da batterie ricaricabili di buona qualità e in grado di garantire un numero minimo di ricariche;
- nuove regole legate alla produzione delle batterie, che dovranno essere realizzate con una percentuale minima di materiali riciclati entro il 2030 (percentuale che poi salirà ulteriormente entro il 2035);
- obbligo di inserimento di batterie all’interno dei vari dispositivi che possano essere facilmente sostituite dall’utente;
- reperibilità delle batterie di ricambio per ogni prodotto fino a 10 anni dalla sua immissione sul mercato.
Nuove norme per lo smaltimento delle batterie
Secondo il World Economic Forum, la domanda mondiale di batterie è destinata ad aumentare del 1400% entro il 2030. A partire dal 2030 le batterie dovranno essere prodotte con una percentuale minima di elementi riciclati, percentuale destinata a crescere progressivamente fino al 2035.
Solo in Europa abbiamo un consumo di circa 1,9 milioni di tonnellate di batterie, con le batterie di piombo che risultano quelle maggiormente riciclate (99% circa) mentre nel caso di tipologie diverse ci si aggira intorno al 48%. Negli ultimi anni tra l’altro si è reso sempre più evidente come gli ioni di litio su cui in molti avevano fermamente creduto all’inizio della loro immissione nel mercato, siano in realtà molto costosi da riciclare, e questo sta inducendo l’industria a rimpiazzarli con cobalto, nichel e rame.
Nel regolamento Ue approvato in questi giorni sono stati anche fissati i livelli minimi per la quantità di cobalto, piombo, litio e nichel che bisognerebbe recuperare dai rifiuti con lo scopo di riutilizzarle per la produzione di nuove batterie. Inoltre sono stati definiti degli obiettivi più rigorosi per la raccolta delle batterie portatili.