Putin pronto a schierare la sua arma segreta: cosa rischiamo

Dopo il Mar Nero, la Russia mette pressione anche nel Baltico. E punta sull'aeronautica militare per spostare gli equilibri del conflitto

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Da quando è cominciata la guerra in Ucraina, e ancora prima dall’invasione della Crimea nel 2014, i timori di escalation nucleare hanno accompagnato ogni innalzamento di tensione a livello diplomatico e ogni inasprimento degli scontri sul terreno.

Divisi tra allarmismo e sottostima dei rischi, gli analisti hanno però evidenziato nuovi preoccupanti sviluppi (la Nato ha un piano preciso per l’Ucraina: cosa prevede).

La Russia di Putin schiera la sua arma segreta

L’allarme internazionale stavolta è scattato per la presenza di navi e sottomarini tattici con armi nucleari nel Mar Baltico. Un evento che non si ripeteva dalla fine della Guerra Fredda, la prima volta negli ultimi 30 anni. A riferirlo è stato il servizio di intelligence della Norvegia nel suo rapporto annuale, in cui si sottolinea il potenziale nucleare della Flotta del Nord e il fatto che le armi tattiche rappresentano “una minaccia particolarmente seria in diversi scenari operativi in cui i Paesi della Nato potrebbero essere coinvolti”.

Se si aggiunge che Mosca ha rilanciato con forza la tesi del sabotaggio al gasdotto Nord Stream (ne avevamo parlato qui) e le accuse nei confronti della Nato per la destabilizzazione degli ordini mondiali, l’allarme cresce d’intensità. E infatti gli 007 norvegesi non escludono un’escalation di una guerra localizzata in un conflitto più ampio che coinvolga anche Usa, Nato e Norvegia.

Non solo navi e sottomarini nucleari

La strategia del Cremlino, ormai per tutti pronto alla grande offensiva di primavera (che sarebbe già iniziata con una prima fase incentrata sul fronte di Bakhmut), non si limita però alle sole forze via mare. In questo senso la vera “arma segreta” di Putin sarebbe rappresentata dalla sinergia delle tattiche militari che, in via preliminare, sembrano infine coordinate e pianificate per ogni settore bellico.

Vari report di funzionari americani, citati dal Financial Times, riferiscono come la Russia stia ammassando caccia al confine con l’Ucraina, con ogni probabilità per condurre un massiccio assalto aereo, dato che l’offensiva di terra fatica (finora) a portare i risultati sperati.

“Quello su cui dobbiamo davvero concentrarci ora è la capacità dell’Ucraina di difendere i cieli attraverso l’artiglieria aerea, equipaggiata con le munizioni adeguate: i jet da combattimento non sono e non saranno così cruciali contro l’aviazione russa“, ha affermato un funzionario statunitense.

Verso un massiccio attacco aereo?

La Russia ha finora affidato la sua tattica militare alla guerra d’attrito tra le città sventrate preventivamente da missili e bombe, che continuano a piovere letali sul Paese invaso, e a un massiccio uso di artiglieria e mezzi pesanti. Il tutto potendo contare su una quota di mobilitati sicuramente superiore rispetto al nemico. La flotta russa, oltre che nel Mar Nero, ha ora anche dispiegato la sua forza nel Baltico.

Mancava solo l’aria come elemento da “invadere”. Finora le forze aeree russe hanno rivestito un ruolo marginale, ma nella nuova offensiva Mosca potrebbe pianificare un effetto sorpresa affidato proprio all’aviazione. Nella grande base russa di Tagarong, la più prossima al Donbass, domenica i satelliti hanno fotografato cacciabombardieri ed elicotteri da combattimento.

Un potenziale utilizzo decisivo dell’aeronautica militare da parte di Mosca potrebbe però rivelare un effetto boomerang. Una strategia militare degna di questo nome prevede infatti l’interazione sincronizzata di mezzi e reparti (fanteria, artiglieria, mezzi corazzati, eccetera). Aggiungere all’equazione il fattore aereo aumenta la complessità, che in questo conflitto si è rivelato il vero tallone d’Achille dello Stato maggiore russo.