Elezioni Lombardia, chi entra in Consiglio e chi no: fuori nomi illustri

Da Feltri a Paladini, da Pregliasco a Veronesi e Gallera: ecco i candidati che ce l'hanno fatta e chi invece non ha convinto gli elettori regionali

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Le elezioni regionali in Lazio e Lombardia confermano le preferenze politiche definite dal voto del 25 settembre che ha portato Giorgia Meloni alla Presidenza del Consiglio (ne avevamo parlato qui) e il centrodestra al centro degli equilibri politici del Paese. Equilibri che comunque sono stati in parte ridisegnati dalla consultazione in due delle Regioni più importanti dello Stivale.

Fratelli d’Italia si conferma il partito “di ferro”, egemone nella coalizione formata anche da Lega e Forza Italia. Il Movimento 5 Stelle arranca ancora, storicamente in affanno quando si tratta di Regionali, mentre il Partito Democratico resiste nonostante l’ennesima sconfitta. La conferma di Attilio Fontana al vertice della Regione Lombardia, però, si è accompagnata all’esclusione di alcuni nomi illustri della politica lombarda.

I dati delle Regionali 2023

Come nelle elezioni politiche, anche in quelle regionali del 13 e 14 febbraio 2023 come “primo partito” si è confermato l’astensionismo. L’affluenza alle urne del Lazio si è attestata al 37,20% (-29,35% rispetto al 66,55% del 2018, meno di 4 laziali su 10 hanno votato), mentre in Lombardia al 41,61% (-32,2% rispetto al 73,81% del 2018).

Nel Lazio Fratelli d’Italia mette a segno un exploit inedito, passando dall’8,7% del 2018 al 31,2% delle politiche 2022 e al 33,6% di questa tornata territoriale. La Lega ridimensiona il suo calo che, dal 10% del 2018, l’ha portata all’8,5% del 2023, mentre Forza Italia passa dal 14,6% del 2018 all’8,4% attuale. In Lombardia il successo di FdI è invece più contenuto: la parabola parte dal 3,6% del 2018 per poi passare al record di 28,5% del 2022 e ridimensionarsi al 25,1% nel 2023. Il Carroccio è invece passato dal 29,6% del 2018 per poi scendere al 13,3% nel 2022 e quindi rialzarsi al 16,5% attuale, mentre il partito di Silvio Berlusconi è partito dal 14,3% (2018) per poi scendere al 7,9% (2022) e quindi al 7,2% (2023).

Lombardia, chi è entrato in Consiglio

Il dato lombardo si è dimostrato particolarmente importante per quanto riguarda le conferme da parte degli elettori, ma non solo. Come avvenuto nel Lazio per Francesco Rocca, le Regionali lombarde hanno visto la vittoria schiacciante di Attilio Fontana, assieme al quale sono entrati in Consiglio alcune personalità illustri. Tra queste spicca senza dubbio Vittorio Feltri, fondatore e direttore editoriale del quotidiano Libero e capolista nella lista di Fratelli d’Italia, che ha ottenuto 6.076 voti. Appena pochi mesi fa si era dimesso dal Consiglio comunale di Milano, a pochi mesi dall’elezione, per problemi di salute.

Tra quelli che “ce l’hanno fatta” figura anche Luca Paladini, il fondatore e portavoce de “I Sentinelli”, candidato nella lista civica di Pierfrancesco Majorino. Grazie alle 3.790 preferenze farà il suo esordio nel Consiglio regionale. Risultato positivo anche per Lisa Noja, che è stata la più votata di Azione-Italia Viva in provincia di Milano (3.246 voti). L’ex deputata Elena Lucchini, attuale assessora alla Famiglia in Lombardia, è stata eletta con 7.680 preferenze nella provincia di Pavia. Il politico che ha ottenuto il maggior numero di preferenze è stato il sindaco di Brescia, Emilio del Bono, che nella circoscrizione della sua città ha ottenuto 35.761 voti.

C’è poi il caso dei casi di un nome che è abituato di sempre a far discutere: Vittorio Sgarbi. Candidato con Noi Moderati, si è presentato in entrambe le elezioni regionali, ottenendo però risultati diametralmente opposti. In Lombardia Sgarbi rientra tra gli eletti, anche se ha già dichiarato che lascerà il posto al secondo in lista, mentre nel Lazio non è passato.

Gli esclusi illustri in Lombardia

Passando all’elenco degli esclusi illustri dal Consiglio lombardo, il primo nome in lista è senza dubbio quello del virologo Fabrizio Pregliasco, divenuto celebre nel periodo della pandemia. Candidato nella lista civica di Majorino, ha ottenuto soltanto 2.005 preferenze.

A non farcela è stato anche un altro nome che si è fatto conoscere durante l’emergenza Covid: Giulio Gallera. L’ex assessore alla Sanità lombardo non entrerà in Consiglio nonostante le 5.670 preferenze e il secondo miglior risultato dopo quello di Gianluca Comazzi, consigliere uscente rieletto.

Tra i non eletti figura anche il direttore d’orchestra Alberto Veronesi, figlio del celebre oncologo Umberto, che ha portato a casa 1.120 voti nella lista di Fratelli d’Italia. Rimane fuori inoltre l’ex direttrice del carcere di Bollate Cosima Buccoliero, capolista del Pd a Milano: le 3.400 preferenze non sono state sufficienti.