Anticipo Tfr per i dipendenti pubblici al via: come richiederlo

A partire dall'1 febbraio gli impiegati statali iscritti al Fondo credito possono richiedere l'anticipo della liquidazione all'Inps

Partite le domande da parte dei dipendenti pubblici per ricevere Tfr e Tfs prima dei termini standard. Le procedure per inoltrare la richiesta all’Inps di anticipo del Trattamento di fine rapporto e del Trattamento di fine servizio sono aperte dall’1 febbraio. Ma è già corsa contro il tempo: il fondo da 300 milioni messo a disposizione dall’Istituto di previdenza per fare fronte alle numerose istanze di liquidazione anticipata potrà soddisfare circa 10mila richiedenti.

Anticipo Tfr per i dipendenti pubblici al via: i requisiti

Potranno incassare il proprio Tfr o Tfs gli impiegati statali iscritti alla Gestione unitaria delle prestazioni creditizie e sociali, un fondo che offre al dipendente pubblico in servizio e in pensione diverse prestazioni di credito, dai mutui alle borse studio per i figli, dalla formazione alla salute, mediante una trattenuta applicata sul trattamento economico percepito.

Il cosiddetto Fondo credito è finanziato alimentato con lo 0,35% delle retribuzioni dei lavoratori pubblici per i benefici previsti.

Per gli aventi diritto l’Inps si sostituirà alle banche nell’anticipare l’intera somma della liquidazione a un tasso di interesse agevolato dell’1%, a cui si aggiungerà un ulteriore 0,5% per le spese, come avevamo spiegato qui in merito all’anticipo del Tfr per gli statali.

Finora, i dipendenti pubblici che lasciavano il proprio posto avevano diritto subito a 50mila euro di liquidazione, ma dovevano aspettare fino anche a 7 anni per ottenere l’importo totale del Tfr.

L’alternativa era richiederlo con l’anticipo agevolato concesso dagli istituti di credito, ma solo per un massimo di 45mila euro, a fronte del pagamento di interessi legato al rendimento dei titoli di Stato, con percentuali superiori a quelle previste dall’Inps.

Anticipo Tfr per i dipendenti pubblici al via: come fare domanda

L’anticipazione si può chiedere all’Istituto anche nel caso in cui non sia l’Ente preposto a erogare il trattamento: il richiedente può comunque fare domanda di anticipo della liquidazione all’Inps allegando anche la certificazione ottenuta dall’Ente competente, dove deve essere indicato l’importo disponibile e le date di esigibilità.

La domanda (nella quale si deve specificare se il finanziamento è richiesto per l’intero ammontare o indicando una somma minore) deve essere presentata online all’Istituto di previdenza che, una volta effettuati i controlli, invierà al richiedente una comunicazione di disponibilità della bozza di proposta contrattuale da presentare all’Istituto.

Entro 30 giorni, l’iscritto può inoltrare la proposta di contratto all’Istituto tramite la propria area personale MyINPS, senza la quale la domanda verrebbe considerata nulla per rinuncia da parte dell’interessato (qui abbiamo spiegato come sono cambiate da gennaio le regole per il Tfr da parte dei dipendenti pubblici).

È possibile presentare la richiesta di anticipazione Tfr dopo la cessazione dal servizio se si è in pensione, oppure nuovamente impiegato, a condizione che il nuovo impiego comporti l’iscrizione, automatica o volontaria, alla Gestione Unitaria delle prestazioni creditizie e sociali (qui avevamo riportati i dati a sorpresa del Tfr sul 2022).

Le richieste saranno accolte in ordine cronologico e fino a esaurimento delle risorse.

L’iscritto può recedere dall’anticipazione del Tfr prima dell’accettazione da parte dell’Istituto della proposta contrattuale, senza corrispondere alcun importo, neanche a titolo di spese amministrative. Dopo l’accettazione della proposta da parte dell’Istituto non è più possibile recedere dal contratto.