Meloni, ecco la legge Made in Italy: dal nuovo liceo al fondo sovrano

Il governo Meloni punta molto sul ddl Made in Italy, che promette grandi cambiamenti soprattutto in ambito industriale

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il governo Meloni parla spesso dell’importanza dell’italianità, soprattutto in merito a industria e cultura. Non dovrebbe quindi stupire la bozza del ddl Made in Italy, che presenta una serie di iniziative e cambiamenti strutturali destinati a generare numerosi dibattiti. Vediamo nel dettaglio cosa potrebbe accadere nel corso dei prossimi anni.

Il liceo Made in Italy

Una delle grandi novità di questo disegno di legge è sicuramente rappresentata dal liceo del Made in Italy. L’idea di fondo è quella di tutelare a ogni costo l’italianità, al di là del settore di riferimento.

Un processo che evidentemente ha inizio tra i banchi di scuola, stando al ddl del governo Meloni, pronto a far partire questa nuova organizzazione scolastica già da settembre 2024. Ma in cosa consisterebbe il liceo del Made in Italy? In attesa di ottenere informazioni più dettagliate, è chiaro come le materie cardine saranno di tipo giuridico-economico.

Chiunque opti per questa soluzione al termine delle scuole medie si ritroverà a concentrarsi sulle eccellenze industriali del nostro Paese. Tutto ciò è inserito nel titolo II del provvedimento, che vanta anche misure atte al sostegno dello studio, così come al trasferimento generazionale delle competenze. Un modo per impedire che l’arte italiana venga messa da parte e dimenticata, generando un grave danno culturale, sociale ed economico.

Ddl Made in Italy: cosa prevede

Spazio non soltanto alla scuola nel ddl Made in Italy, com’è facile prevedere. C’è un pacchetto di misure atte a promuovere i nostri prodotti. Si punta quindi alla valorizzazione del patrimonio culturale immateriale nostrano attraverso l’Esposizione Nazionale del Made in Italy.

È inoltre previsto un sostegno al settore delle fiere e, a tutela dei veri ristoranti italiani, sarà distribuita una vera e propria certificazione da parte di un ente accreditato. Sarà il locale a doverne far richiesta, provvedendo al pagamento di una tariffa. Una prospettiva valida non soltanto per i locali sul nostro territorio ma anche per chi è sparso per il mondo. Al fine di ottenere questo “bollino”, però, si dovrà essere in grado di dimostrare non soltanto d’essere italiani ma di utilizzare ingredienti di qualità, appartenenti alla nostra tradizione enogastronomica.

Come se non bastasse, il 15 aprile si celebrerà la Giornata nazionale del Made in Italy presso scuole, uffici pubblici, luoghi di produzione e non solo.

C’è però ancora tanto da scoprire in merito a questa possibile legge, a partire dalla sezione risorse. È previsto in un certo senso un fondo sovrano, con partecipazione pubblica e privata, al fine di sostenere economicamente le filiere reputate strategiche dell’industria italiana.

Sguardo rivolto anche alla semplificazione dell’utilizzo di prodotti italiani in settori reputati rilevanti come oreficeria, arredamento, nautica e tessile. Il tutto attraverso un processo di sburocratizzazione.

Previsto nell’ultima Legge di Bilancio, il ddl Made in Italy inizia a far parlare di sé e si prevede un’approvazione entro la fine del 2023. In merito si è espresso Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy: “Un atto di fiducia e investimento sulle potenzialità del nostro Paese. Sulle sue peculiarità e sul sistema produttivo che tutti ci riconoscono”.