E’ nato il Terzo Polo di Renzi e Calenda. Ma non sarà Matteo a guidarlo

Matteo Renzi annuncia su Facebook la nascita del nuovo Terzo Polo con Carlo Calenda, ma fa un passo indietro. Intanto a destra ha preso forma il programma

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Come ampiamente atteso, nasce il Terzo Polo di Matteo Renzi, e Carlo Calenda. A darne l’annuncio è lo stesso leader di Italia Viva con un post Facebook. “Tutti parlano da giorni di Terzo Polo. Ma che cosa si nasconde davvero dietro questa sigla burocratica? Una casa nuova, bella, che riaccenda la passione per la politica e la speranza dell’Italia” spiega Renzi.

Una proposta “concreta, competente, seria sul lavoro, sull’ambiente, sulle tasse, sulla cultura, sul sociale. E sulla posizione internazionale dell’Italia, tema fondamentale in questo tempo di crisi” chiarisce. Costruire una casa simile non è facile, prosegue l’ex segretario del Pd, ma è possibile.

“E forse è persino doveroso in un momento nel quale sovranisti e populisti giocano a chi la spara più grande. E nel momento in cui tutte le altre forze politiche – tutte, di destra e di sinistra – imbarcano in coalizioni contraddittorie chi ha fatto cadere Draghi. Facendo male all’Italia”.

Cosa ha detto Matteo Renzi sul Terzo Polo

Renzi annuncia a gran voce che lui e Calenda hanno “deciso di provarci”. E quindi alle elezioni del 25 settembre troveremo questa nuova entità politica. “Troverete sulla scheda elettorale anche questa possibilità: non accontentatevi dei meno peggio, mandate in Parlamento persone di qualità” scrive ancora l’uomo che da tempo ormai rappresenta una spaccatura a sinistra, in un senso o nell’altro.

“Per costruire una casa nuova ci vuole un pizzico di follia, e quella non manca” assicura. Servono entusiasmo, “che in queste settimane è stato addirittura straripante”, e anche tanta generosità. “Perché consentire a un progetto di partire richiede anche che qualcuno sappia fare spazio e non pretendere ruoli”.

Calenda guiderà la campagna elettorale

Per questo – e qui arriva l’annuncio spiazzante del capo di IV – intende lasciare che sia Carlo Calenda a guidare la campagna elettorale. Non nasconde che ci siano state discussioni in passato con il leader di Azione, ma i punti che li uniscono – assicura – sono molti più di quelli che li dividono.

“Chi ci crede deve fare di tutto per unire, non per dividere. E io ci credo. Per questo faccio il primo passo con il sorriso: perché so che sarete in tanti a camminare con noi”.

Renzi ricorda poi di fare politica da tanti anni: “Ho avuto l’onore di servire ai livelli apicali la mia città, il mio Paese, la mia comunità. Ho imparato che bisogna sempre essere ambiziosi, puntare in alto, non sognare in piccolo. Ma ci sono dei momenti in cui le ambizioni personali lasciano il passo ai sogni collettivi. Servono gli assist per fare i gol” spiega, con una spiccata nota di umiltà piuttosto lontana dal personaggio.

Il progetto del Terzo Polo è molto più grande dei singoli destini personali, e Renzi “con impegno e tenacia” sarà in campo, e in qualche circoscrizione al Senato, per dare una mano e farlo vincere.

Poi l’invito alla comunità di Italia Viva: tutti al lavoro con Calenda e gli amici di Azione per salvare l’Italia dai sovranisti e dai populisti. “A testa alta, a viso aperto. Ci siamo riusciti con Draghi quando non ci credeva nessuno, riproviamoci adesso. Con il nostro sorriso, con la nostra generosità, con il nostro stile orgogliosamente controcorrente. L’Italia ha bisogno di noi per evitare l’incubo populista e tornare a sognare buona politica. Ci siamo, con tutto il nostro coraggio” conclude.

Ipotesi governo Draghi bis

Poi, intervenendo al Caffè de La Versiliana a Marina di Pietrasanta, aggiunge: “Se alle prossime elezioni il Terzo Polo avrà un bel risultato, c’è una possibilità che non ci siano i numeri per un governo di destra e si debba chiamare Mario Draghi“.

Calenda dal canto suo suo su Twitter commenta così: “Nasce oggi per la prima volta un’alternativa seria e pragmatica al bipopulismo di destra e di sinistra che ha devastato questo paese e sfiduciato Draghi”. E rimarca quanto anticipato dal nuovo alleato: “Io sono il leader di questa campagna elettorale, rimane l’autonomia dei partiti che definiscono di fare gruppi insieme dopo le elezioni”.

Ci sarà presto un patto, un documento, firmato, ma ciò che conta, puntualizza, è che questo accordo durerà perché “non credo che Renzi si metta a fare accordi con Fratoianni o Di Maio”.

Per alcuni sondaggisti, l’obiettivo del Terzo Polo di raggiungere e superare la doppia cifra è fattibile: Azione e Italia viva insieme farebbero circa il 10%.

Dentro al nuovo Polo anche Federico Pizzarotti, ex sindaco di Parma: “Sono orgoglioso di aver scelto per coerenza di stare nel Terzo Polo. Per questo progetto di garanzia contro le destre peggiori e più incompetenti che l’Italia abbia mai conosciuto bisogna ringraziare Matteo Renzi. Ha messo il Paese davanti ai propri interessi. Farò la mia parte” ha detto.

La partita nel centrodestra: Meloni premier?

Mentre si plasma il Terzo Polo, dunque, dall’altra parte il centrodestra viaggia piuttosto compatto verso il voto di settembre. Il programma è già una certezza – manca solo l’ok ufficiale dei leader ai 15 punti (li trovate qui)- mentre resta ancora aperta la partita dei seggi, perché c’è ancora da decidere, tra le altre cose, chi si prenderà i 16 collegi uninominali in quota alle 4 formazioni centriste, e cioè Udc-Ci-Nci-Iac.

Anche sulle liste si discute. Il dossier sarebbe in mano a Salvini, che ha fatto sapere chiuderà sui nomi da presentare “solo dopo Ferragosto”.

Giorgia Meloni intanto apre a nomi tecnici, spiegando che un suo eventuale governo potrebbe avvalersi, se necessario, di competenze che non vengono dalla politica di partito. “Ho già in mentre diversi nomi di personalità che potrebbero darci una mano”.

I sondaggi danno il centrodestra in vantaggio e lei potrebbe diventare prossima presidente del Consiglio: in questo caso, sarebbe la prima donna premier italiana, ma la sua appartenenza alla destra un tempo fascista sarebbe un segnale molto potente per l’Europa e per gli Alleati, nonostante i ripetuti tentativi del partito di smarcarsi dall’etichetta “nera” e derubricare il fascismo a fatto storico.

La grande novità, piuttosto, è quella che arriva da Silvio Berlusconi, che dopo il tentennamento dei giorni scorsi, ha deciso: si candiderà al Senato.