Voli più green ma più cari: quanto aumenterà il biglietto

Le politiche Ue contro le emissioni di anidride carbonica andranno a impattare in modo significativo sul trasporto aereo, con ripercussioni economiche

Pubblicato: 19 Febbraio 2023 15:28

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Anche il trasporto aereo dovrà iniziare ad abbracciare l’ecosostenibilità per impattare il meno possibile sull’ambiente. Ma attuare politiche green significa provocare effetti al rialzo sui costi generali. Il piano elaborato da Bruxelles per ridurre le emissioni di anidride carbonica renderà per esempio decisamente più salati i voli in Italia. Vediamo perché e quali sono le stime.

Il piano Ue contro le emissioni inquinanti

Le emissioni degli aerei in partenza da un aeroporto dell’Unione europea secondo l’organizzazione Transport & Environment sono salite dall’1,4% del totale continentale del 1990 al 3,7% di oggi. E senza politiche di contenimento l’anidride carbonica prodotta sarebbe destinata almeno a raddoppiare entro il prossimi 30 anni.

Il pacchetto di Bruxelles sul clima ha la finalità di ridurre entro il 2030 le emissioni di almeno il 55% rispetto al 1990. Per attuare il piano sono tuttavia necessari interventi di significativo impatto per il comparto aereo europeo. A fare il punto della situazione è una raccolta di dati del Corriere della Sera: con un report ha incrociato i documenti presentati dalle aviolinee alla Commissione Ue per contestare le nuove politiche, che andrebbero ad avvantaggiare le compagnie competitors extra continentali.

L’Emissions trading scheme

Tra le misure anti inquinamento più contestate c’è l’Emissions trading scheme (Ets): valido solo all’interno dell’Unione europea, assegna a ciascuna compagnia aerea una quota massima gratuita di emissioni di anidride carbonica di un determinato Stato membro. Se viene superata la soglia limite, allora si è obbligati ad acquistare la parte in eccesso. Dal 2026 però la fetta gratuita a disposizione è destinata a sparire.

Tutti i vettori saranno così chiamati a pagare il 100% delle loro emissioni, eccetto quelli di tutta la parte extra Ue delle tratte intercontinentali. Secondo Ryanair tra l’altro proprio i voli a lungo raggio sarebbero i principali responsabili dell’inquinamento. Per alla società Iba il 6,2% dei voli nel Vecchio Continente sono intercontinentali ed emettono più della metà dell’anidride carbonica del settore.

I rincari dei biglietti

Come riporta il Corriere della Sera, gli analisti di Bernstein citati dal Financial Times sostengono che il costo per l’acquisto degli Ets da parte delle principali sei compagnie di voli intra-Ue passerà dai 500 milioni di euro del 2019 ai circa 5 miliardi del 2027. E gli effetti ricadranno fino ai passeggeri, con i biglietti che diverranno più cari per compensare i costi maggiori.

Stando alle previsioni di Airlines for Europe, la principale associazione continentale dei vettori, nel futuro prossimo volare fuori dall’Unione europea attraverso uno dei grandi hub dell’area, come Francoforte, Parigi, Amsterdam o Roma Fiumicino, costerà addirittura tra il 23 e il 29% in più, contro il +4% di chi transiterà invece negli hub globali come Istanbul, Doha o Dubai.

A mostrare le possibili ricadute in Italia, che ha città inquinatissime, è un dossier di Nlr e Seo-Amsterdam Economics. Secondo le stime elaborate, nel 2030 i passeggeri nel Paese pagheranno 35 euro in più per un volo nazionale o europeo. Un incremento che salirebbe poi ulteriormente fino a 42 euro nel 2035