Prezzi benzina e diesel in aumento, +40 centesimi: scatta la nuova Ets

Dal 2027 il prezzo di benzina e diesel potrebbe essere stravolto: ecco cos'è la nuova tassa dell'Unione europea

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

La crisi del prezzo di benzina e diesel (così come di GPL e metano) è ben nota e ogni giorno i cittadini vi si confrontano. Fare rifornimento di benzina a 1,8 euro al litro e diesel a 1,7, al di là delle varie oscillazioni, è ormai la norma.

Il governo non è in grado di intervenire attualmente, anche in caso di nuovo superamento della soglia dei 2 euro, decisamente facile a raggiungersi sui tratti autostradali. Il peggio però deve ancora venire, dal momento che si prefigura un aumento del prezzo di benzina e diesel di 40 centesimi.

Cos’è l’Ets

A complicare lo stato delle cose, di per sé non roseo, ci pensa la nuova Ets – Emission Trading Scheme. Si tratta di uno strumento dell’Unione europea per contrastare i cambiamenti climatici. Nello specifico si mira a ridurre considerevolmente le emissioni di gas serra. Ci si rivolge ovviamente a quei settori che, notoriamente, hanno un’elevata impronta carbonica: produttori di energia da combustibili fossili, industrie pesanti e settore dell’aviazione civile (tra quelli già interessati nell’Ue).

Si parla però di nuova Ets in relazione a quanto varato nel 2023. Rientrano nel novero anche le aziende del settore dei trasporti, oltre agli edifici. Il risultato è una nuova tassa in vigore dal 2027, che avrà di certo un diretto peso sulle tasche dei cittadini. Facile prevedere un aumento considerevole del costo di benzina e diesel.

Rifornimenti: aumento di prezzi

A parlare di cifre concrete, ma ovviamente non ufficiali (come potrebbero con tre anni d’anticipo), sono stati svariati analisti. Hanno di fatto suonato l’allarme, prevedendo un aumento del costo di benzina e diesel nei confini dell’Unione europea. Una prospettiva che definiscono certa, a causa della nuova Ets.

L’agenzia Ageei si è così espressa: “A partire dal 2027 l’Une inizierà a quantificare le emissioni di CO2 provenienti dagli edifici e dai trasporti stradali. Il tutto con un nuovo sistema di tariffazione del carbonio, l’Emissions Trading System 2. Un nuovo sistema che potrebbe portare ad aumenti dei prezzi più elevati di quanto previsto”.

Nel 2023, quando la nuova tassa, perché di questo si parla di fatto, è stata istituita, si era certi di vedere i prezzi al di sotto di 45 euro per tonnellata di CO2. Ciò si sarebbe tradotto in un aumento di 10 centesimi circa per la benzina e di 12 centesimi circa per il diesel, a partire dal 2027.

Una prospettiva che oggi appare irrealistica. L’eurodeputato tedesco Tiemo Wölken ha sottolineato come nuovi studi lascino presupporre un aumento di prezzo fino a 200 euro a tonnellata. Facile capire come ciò potrebbe tradursi in un aumento del prezzo in stazione di servizio quattro volte superiore. Un rincaro fino a quaranta centesimi al litro per i cittadini. In una condizione tanto delicata come quella attuale, questa ulteriore tassazione potrebbe portare a conseguenze gravi. Gli ambientalisti di certo sperano possa portare a una rivoluzione delle abitudini di trasporto nell’Ue, ma ciò presupporrebbe una trasformazione dei centri urbani, a misura di bicicletta e con migliori sistemi di trasporto pubblici.

L’Ue resta a guardare? Non proprio. Al fianco della nuova Ets è prevista una mole economica considerevole. Un fondo sociale pari a 87 miliardi di euro che, per quanto si tratti di una cifra enorme, potrebbero non bastare nel caso in cui lo scenario peggiore dovesse verificarsi.