L’Ue colpisce duro: le nuove sanzioni contro la Russia. Ma ora è allarme Italia

L'Europa unita si rinsalda e rafforza le sanzioni contro la Russia. Intanto Putin pensa alla sua lista di Paesi con divieto di import-export. Gravi danni per il Made in Italy

Foto di Miriam Carraretto

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Mentre il nostro Ministero dello Sviluppo economico sta valutando la possibilità di introdurre dazi e autorizzazioni all’export su alcune materie prime destinate alle esportazioni ma che servono alla industria italiana – rottami di ferro, rame, argilla, nichel, prodotti per l’agricoltura – l’Europa unita si rinsalda e inasprisce le sanzioni contro la Russia.

Come cambierà l’Europa dopo la guerra della Russia all’Ucraina

I parlamentari europei questa mattina hanno discusso del ruolo dell’UE in un mondo che cambia e della situazione della sicurezza in Europa dopo l’aggressione e l’invasione russa dell’Ucraina. “Dobbiamo rivalutare il ruolo dell’Europa in questo nuovo mondo. Dobbiamo aumentare i nostri investimenti nella difesa e nelle tecnologie innovative. Ora è il momento di adottare misure decisive per garantire la sicurezza di tutti gli europei” ha detto la Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola.

È tempo, dice, di costruire una vera Unione di sicurezza e difesa e di ridurre la nostra dipendenza dal Cremlino. “Finora abbiamo assistito a un coordinamento, una solidarietà e un’unità europei senza precedenti e questo deve essere il modello per andare avanti”.

Il primo ministro estone Kaja Kallas, la cui madre fu deportata da Stalin in Siberia, ha chiesto una “politica di contenimento intelligente” e ha sottolineato la necessità che l’UE aumenti i suoi sforzi per ridurre la dipendenza energetica dal gas e dal petrolio russi e per rafforzare la difesa europea, lavorando “di pari passo con la NATO”.

L’alto rappresentante dell’UE per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell ha affermato che la guerra in corso “lascerà un segno nella storia” e ha sottolineato che l’UE e i cittadini europei devono fare uno sforzo collettivo per ridurre la loro dipendenza energetica dalla Russia.

È necessario spiegare ai cittadini “che il nostro modo di vivere ha un costo associato”: l’Europa dovrà essere pronta a pagare il prezzo per rispondere alla Russia, le conseguenze di questa guerra saranno durevoli e influenzeranno le politiche europee nei prossimi anni e decenni.

Le nuove sanzioni Ue contro la Russia di Putin

Per questo Bruxelles ha deciso di inasprire ancora le sanzioni dell’Occidente alla Russia. L’UE ha deciso di sanzionare più oligarchi e funzionari russi – si tratta di altre 160 persone -, rafforzare i controlli sui trasferimenti di criptovalute e prendere di mira il settore marittimo per la guerra di Mosca in Ucraina, andando a colpire l’esportazione di tecnologia di navigazione marittima in Russia.

Il blocco dei 27 Paesi ha anche dato il via libera all’uscita di tre banche bielorusse dal sistema SWIFT di messaggistica globale per il sostegno di Minsk all’attacco del Cremlino.

Le nuove sanzioni saranno formalmente approvate dal Consiglio dell’UE per iscritto, con successiva pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell’UE.

L’annuncio di Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue, arriva il giorno dopo la presa di posizione forte di Usa e Gran Bretagna che hanno deciso di stoppare l’importazione di petrolio e gas russo.

Putin e la lista dei Paesi con il divieto di import-export

Mossa, dal potentissimo valore anche simbolico, cui il presidente russo Vladimir Putin ha reagito prontamente firmando un decreto che dà mandato al governo di stilare entro due settimane una lista di Paesi ostili per i quali saranno vietati i movimenti di export e import.

L’obiettivo, ha precisato il Cremlino, è quello di “salvaguardare la sicurezza della Russia”.

Le conseguenze delle sanzioni alla Russia sull’Italia

Ma quali sono le conseguenze delle sanzioni alla Russia per l’Italia? In pericolo c’è buona parte del tradizionale Made in Italy.

Come denuncia la Coldiretti, l’allarme riguarda le vendite degli elementi base della dieta mediterranea come vino, pasta e olio in Russia, scampati all’embargo, e hanno raggiunto lo scorso anno il valore di 670 milioni di euro con un aumento del 14% rispetto al 2020, secondo le proiezioni Coldiretti su dati Istat.

L’alimentare è nel mirino delle ritorsioni di Putin come già accaduto nel 2014 con l’embargo a una ampia lista di prodotti in risposta alle sanzioni decise dall’Unione Europea, dagli Usa e altri Paesi per l’annessione della Crimea.

L’agroalimentare è, fino ad ora, l’unico settore colpito direttamente dall’embargo che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia dei prodotti Made in Italy presenti nella lista nera come salumi, formaggi e ortofrutta Made in Italy, senza risparmiare le specialità, dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma a quello San Daniele.

Tra i prodotti Made in Italy più venduti nel Paese di Putin – precisa la Coldiretti – ci sono prodotti come il vino e gli spumanti per un valore attorno ai 150 milioni di euro, il caffè per 80 milioni di euro, l’olio di oliva per 32 milioni di euro e la pasta per 27 milioni di euro.

In particolare l’Italia è il primo Paese fornitore di vino in Russia, con una quota di mercato di circa il 30%, davanti a Francia e Spagna, e ha registrato nel 2021 un boom della domanda di spumanti, a partire da Prosecco e Asti, ma tra le denominazioni più apprezzate ci sono anche i vini Dop toscani, siciliani, piemontesi e veneti.

Gli effetti del conflitto ucraino rischiano dunque di “cancellare completamente” il Made in Italy a tavola dai mercati e dai ristoranti di Mosca, aggravando ulteriormente gli effetti dell’embargo deciso da Putin con il decreto del 7 agosto 2014, e da allora sempre prorogato, come risposta alla sanzioni decise dall’Unione Europea, dagli Usa ed altri Paesi per l’annessione della Crimea”.

Un blocco che – avverte Coldiretti – è già costato alle esportazioni agroalimentari tricolori 1,5 miliardi negli ultimi 7 anni e mezzo. Il decreto tuttora in vigore colpisce una importante lista di prodotti agroalimentari con il divieto all’ingresso di frutta e verdura, formaggi, carne e salumi, ma anche pesce, provenienti da Ue, Usa, Canada, Norvegia ed Australia.

Al danno diretto delle mancate esportazioni in Russia si aggiunge poi la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che fare con il Made in Italy, realizzati in Russia – stiamo parlando dei “celebri” parmesan, mozzarella, robiola – o nei Paesi non colpiti dall’embargo – come scamorza, mozzarella, provoletta, mascarpone e ricotta Made in Bielorussia -, ma anche salame Milano e gorgonzola di produzione Svizzera e reggianito di origine brasiliana o argentina.

“Nei supermercati russi si possono trovare fantasiosi surrogati locali che hanno preso il posto dei cibi italiani originali, dalla mozzarella “Casa Italia” all’insalata “Buona Italia”, dalla robiola Unagrande alla mortadella Milano” denuncia ancora Coldiretti.

Il danno riguarda infine anche la ristorazione italiana in Russia che, dopo una rapida esplosione, ha dovuto rinunciare ai prodotti alimentari Made in Italy originali.