Quanto si risparmia con il taglio delle accise (e perché il diesel costa più della benzina)

Il rincaro dei carburanti, soprattutto del gasolio, ha reso necessaria una proroga dello sconto al distributore. Ecco quanto si "risparmierà" e fino a quando

Pubblicato: 2 Maggio 2022 16:53

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Quella dell’aumento del prezzo dei carburanti sembra davvero una storia infinita dall’improbabile lieto fine. Negli ultimi giorni la tendenza al rincaro ha addirittura portato il diesel a superare la benzina, nei costi al distributore, anche di 10 centesimi di euro al litro.

La situazione, sempre meno sostenibile dagli italiani, ha spinto il Governo a prorogare il taglio delle accise sui carburanti, in scadenza il 2 maggio, con apposito decreto. Il provvedimento prevede inoltre l’intervento della Guardia di Finanza per monitorare l’andamento dei prezzi “al fine di prevenire il rischio di manovre speculative derivanti dalla diminuzione delle aliquote di accisa”.

Taglio delle accise, fino a quando e quanto si risparmia

Grazie al nuovo intervento dell’Esecutivo capitanato da Mario Draghi, il prezzo dei carburanti sarà ridotto di 30 centesimi di euro al litro fino all’8 luglio. Il decreto legge proroga infatti il taglio di 25 centesimi delle accise su benzina e gasolio, che grazie alla conseguente riduzione dell’Iva “moltiplica” il risparmio fino a circa 30 centesimi. Non solo: l’intervento viene esteso anche al metano, per il quale l’accisa scende a “zero euro per metro cubo” e al contempo viene ridotta al 5% l’aliquota Iva.

Il testo approvato dal Consiglio dei ministri è stato approvato separatamente in modo da poter andare in Gazzetta Ufficiale prima della mezzanotte, dopo la quale il prezzo sarebbe tornato a salire in assenza di nuovi interventi. La misura è stata varata “in considerazione del perdurare degli effetti economici derivanti dall’eccezionale incremento dei prezzi dei prodotti energetici”.

Tutte le aliquote

Il governo Draghi taglia le accise per cui dal 3 maggio all’8 luglio 2022 saranno applicate le seguenti aliquote:

  • Per la benzina: 478,40 euro per mille litri.
  • Per oli da gas o gasolio usato come carburante: 367,40 euro per mille litri.
  • Per gas di petrolio liquefatti (GPL) usati come carburanti: 182,61 euro per mille chilogrammi.
  • Per gas naturale usato per autotrazione: zero euro per metro cubo.

Viene inoltre confermato per altri due mesi lo sconto di 25 centesimi rispetto all’accisa ordinaria di 728,40 euro ogni mille litri per la benzina e di 617,40 euro ogni mille litri per il gasolio.

Perché il diesel costa più della benzina?

Secondo gli esperti, la parabola del rincaro dei beni energetici si è innescata in ben prima della guerra in Ucraina, affondando le radici nella crisi energetica che era già in atto e che il conflitto ha soltanto acuito. In Italia si assiste oggi però a un fenomeno “singolare”: il prezzo del gasolio aumenta di più rispetto a quello della “verde”.

Uno stato di cose al quale non siamo sicuramente abituati, dato che il diesel ha da sempre ricevuto un trattamento fiscale “privilegiato” in quanto carburante utilizzato perlopiù per usi professionali: dai trasporti merci (tir e cargo) a quelli pubblici (bus e pullman), fino ad arrivare all’impiego nelle fabbriche e per i generatori necessari a produrre energia.

Ma allora perché il prezzo del diesel ha subìto aumenti così consistenti? Come già detto, si tratta di un fenomeno inaugurato prima del conflitto russo-ucraino. La causa principale va individuata nella riduzione delle forniture non solo da parte della Russia, ma anche dei Paesi del Medio Oriente. La minore disponibilità a livello globale ha dunque fatto salire il costo del carburante per i consumatori finali.