Prezzi di luce e gas in calo: non siamo più dipendenti da Mosca

Siamo finalmente liberi dal giogo russo, e l'Europa è in grado di fare scorta di energia senza rivolgersi a Mosca: i prezzi torneranno alla normalità

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Claudio Descalzi, amministratore delegato dell’ENI, nel corso di un’intervista a La Stampa, ha spiegato che non ci saranno particolari cambiamenti del prezzo dell’energia nel corso del 2023 e che la crisi sembra ormai superata. Per quest’anno non arriveranno dunque “altri grandi scossoni” nel mercato di gas e luce. Gli stoccaggi europei di gas sono pieni e la domanda non è ancora ai massimi. In questi mesi diversificare le forniture ha dato i suoi risultati. E il nodo della dipendenza della Russia è stato finalmente sciolto.

I prezzi di luce e gas inizieranno progressivamente a calare dopo questo primo periodo di importante stabilità e senza cattive sorprese.

Energia: siamo finalmente indipendenti dalla Russia

Siamo finalmente liberi dalla grande preoccupazione degli approvvigionamenti da Mosca e delle oscillazioni dei prezzi dovute alle sanzioni e alle scelte strategiche del Cremlino per fare fronte alle conseguenze geopolitiche della guerra in Ucraina. Importare il gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti ha finalmente dato i suoi frutti, e i nuovi contratti di fornitura stipulati, anticipati qua, con Algeria, Egitto, Angola e Mozambico ci hanno reso indipendenti dal giogo dell’Est.

Quando i due rigassificatori previsti in Italia, di cui vi abbiamo parlato qua, saranno completati, sarà possibile garantire maggiore sicurezza energetica al nostro Paese. Altre infrastrutture potranno poi rendere ancora più sicura tutta l’eurozona, che potrà finalmente staccarsi dalle potenze globali.

Perché non possiamo puntare tutto su una fonte green

L’ad dell’ENI ha parlato anche di sostenibilità ambientale, spiegando che la sicurezza energetica per ora dipende dalle forniture di petrolio e gas, che a oggi soddisfano l’83% della domanda energetica. Per sostituirli sarà necessario proseguire verso una transizione diversificata con molteplici tecnologie. La neutralità tecnologica sarà dunque indispensabile per evitare colli di bottiglia che renderebbero impossibile raggiungere gli obiettivi prefissati dall’Italia.

Oggi Pechino è il principale fornitore di terre rare, ovvero di materiali necessari per costruire, ad esempio, pannelli solari, impianti a idrogeno e batterie. Se le rinnovabili dovessero procedere solo in una specifica direzione, ci sarebbe il problema di diventare dipendenti dalla potenza orientale, ed essere nuovamente esposti ai cambiamenti dell’assetto politico. Come ad esempio un nuovo conflitto per il controllo di territori. Non è un mistero che la Cina possa invadere Taiwan, come spiegato qua.

La sfida delle rinnovabili e della fusione nucleare in UE

Il modello da seguire per Claudio Descalzi è quello degli Stati Uniti, che hanno stanziato ben 369 miliardi di dollari per la transizione energetica con l’Inflazione Reduction Act. Anche se, ha fatto notare il numero uno del gigante del gas, gli USA godono di un costo dell’energia decisamente più basso rispetto a quelli che devono pagare gli stati europei. Il prezzo del gas è ben sette volte inferiore.

L’IRA, l’atto legislativo con cui Joe Biden ha dato avvio alla rivoluzione green, sta attirando molti investimenti sul territorio americani. Questo non danneggerà direttamente il mercato oltreoceano, ma la competitività dell’industria europea potrebbe crollare. Per questo è necessario accelerare sullo studio di nuove tecnologie come la fusione nucleare, di cui vi abbiamo parlato qua.

In cui anche l’Italia avrà un ruolo da protagonista. ENI infatti non è solo azionista dell’americana CFS, che sta costruendo la prima centrale che avrà questo metodo di produrre l’energia, ma è collabora attivamente al progetto. Oggi i risultati “sono incoraggianti”, ha sottolineato Claudio Descalzi. Dall’atomo, nonostante lo scetticismo di molti, potrebbero arrivare interessanti soluzioni per forniture di energia pulita.