Meloni cambierà il PNRR: la mossa per combattere l’inflazione

La leader di Fratelli d’Italia monitora sempre i numeri dei rincari: il timore di un tracollo delle famiglie spingerà la futura premier a fare scelte drastiche

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

La mostruosa congiuntura di emergenze – da quella relativa alla crescita costante dell’inflazione fino all’ultima sui folli rincari del prezzo dell’energia, passando per la difficile situazione che concerne le forniture di gas provenienti dalla Russia – ha spinto Giorgia Meloni a non rilasciare alcuna dichiarazione pubblica in questa primissima fase di assestamento in seguito alle elezioni dello scorso 25 settembre.

Barricandosi dietro un silenzio quanto mai cauto ma che mostra il profondo timore nei confronti delle sfide gigantesche che dovrà affrontare una volta insediata a Palazzo Chigi, la leader di Fratelli d’Italia sta lavorando ad un ritmo incessante per non farsi trovare impreparata nel momento in cui Sergio Mattarella la chiamerà al Colle per conferirle l’incarico di formare un nuovo governo. Per questo si sta prolungando a oltranza la trattativa in corso con gli alleati di centrodestra per la definizione delle figure più idonee a diventare i prossimi titolari dei ministeri.

L’inflazione spinge in alto i costi e frena i lavori: cosa farà Giorgia Meloni entrata a Palazzo Chigi

Già durante tutta la campagna elettorale, Giorgia Meloni aveva avvertito sia Matteo Salvini che Silvio Berlusconi su come non fosse affatto contenta delle molte proposte giudicate irrealizzabili sia da buona parte dell’opinione pubblica che dagli esponenti dell’esecutivo ancora in carica. Dal canto suo, la presidente di Fratelli d’Italia non ha mai smesso di ripetere che, se siederà sullo scranno più alto della sala dei bottoni, continuerà nel solco tracciato dal suo predecessore, almeno per quanto riguarda i temi economici.

Questo nonostante i cittadini italiani l’abbiano premiata nel momento del voto alle urne proprio in virtù della forte e convinta opposizione portata avanti in maniera costante e irreprensibile nel corso di tutta la legislatura che si appresta a chiudersi. Ma la donna più popolare del Paese sa bene che, soprattutto durante il primo anno di governo, non avrà il benché minimo margine di autonomia per poter realizzare le misure bandiera che le hanno permesso di sbancare il lunario.

Meloni modificherà il PNRR? Cosa dovrà chiedere alla Commissione europea

L’unica cosa su cui potrà intervenire tenendo fede a quanto dichiarato nei comizi è la revisione del PNRR, ma anche in questo caso lo dovrà fare in quanto costretta dal corso degli eventi e comunque sempre con la vigile supervisione della Commissione europea, organo con cui si dovrà confrontare a più riprese per trovare ben presto nuovi accordi.

La presidente Ursula von der Leyen ha ribadito un concetto fondamentale: tra le poche circostanze oggettive che possono essere adottate per la revisione dei finanziamenti previsti (ma non delle riforme da fare) c’è proprio il verificarsi della prima delle emergenze che abbiamo citato all’inizio, ossia quella del rincaro continuo dei costi per gli investimenti. Un fattore che (solo in parte) giustifica il ritardo di spesa del governo uscente, che nel 2022 ha impiegato fondi per un valore di soli 15 miliardi di euro tra quelli arrivati da Bruxelles, ben 14,4 in meno rispetto alle attese.

L’aumento spropositato dei prezzi dunque permetterà alla prossima premier di avanzare una richiesta per la modifica del Piano nazionale di ripresa e resilienza “ai sensi dell’articolo 21 del Regolamento UE numero 2021/241”, come da lei sostenuto durante tutta l’estate.