Gas, primo carico dal Mozambico: quanto ne arriva in Italia?

Entro fine novembre giungerà nei porti del Sud Europa la prima nave carica di GNL proveniente dallo Stato africano: il ruolo di Eni e il fabbisogno italiano

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Federico Casanova

Giornalista politico-economico

Giornalista professionista specializzato in tematiche politiche, economiche e di cronaca giudiziaria. Organizza eventi, presentazioni e rassegne di incontri in tutta Italia.

Nella giornata di domenica 13 novembre è partita dal Mozambico la nave carica di gas naturale liquefatto che arriverà in Europa tra circa due settimane per rifornire gli Stati del Vecchio Continente. Si tratta della prima imbarcazione salpata dalle coste del Paese africano ad avere come destinazione i porti europei che si affacciano sul mar Mediterraneo.

Il carico di gas che verrà trasportato è frutto delle estrazioni compiute nel bacino di Rovuma, a largo del Paese, all’interno del cosiddetto giacimento di Coral South. Parliamo di un’area sottoposta al controllo della multinazionale BP – British Petroleum, tra le aziende leader mondiali nel settore della produzione e vendita di metano.

Prima nave carica di gas dal Mozambico: quanto GNL arriverà in Europa

Le estrazioni sono state realizzate tramite l’impianto galleggiante installato da diversi anni e conosciuto con il nome di Coral Sul FLNG (pseudonimo di Floating Liquefied Natural Gas). Il carico di metano a bordo della nave contiene 450 miliardi di metri cubi di gas naturale liquefatto, che verranno distribuiti tra le Nazioni europee in un periodo particolarmente complicato a causa dell’arrivo dell’inverno.

Infatti il timing con cui l’imbarcazione giungerà sulle coste del Sud Europa pare quasi calcolato apposta per supportare quei Paesi (tra cui l’Italia è in prima linea) che avranno necessità di reperire nuovi quantitativi di gas in vista della stagione più fredda dell’anno. Questo in virtù del fatto che sono state praticamente azzerate le forniture provenienti dalla Russia, che fino allo scorso anno rappresentavano la fonte principale di sostentamento energetico per sopperire alle richieste degli Stati europei.

La presenza di Eni in Mozambico e la strategia di Claudio Descalzi

Osservando la situazione di casa nostra, si vede come nel 2021 in Italia i rifornimenti concessi da Mosca soddisfacevano per circa il 40% del fabbisogno complessivo nazionale. Un dato sostanzialmente in linea con la media del continente europeo. Per questo era importante che ci fosse anche un’azienda italiana tra gli operatori delegati dei partner concessionari del progetto Coral South.

Ed infatti, ormai da diversi anni, c’è anche Eni tra le multinazionali del settore attive e operanti nella zona. “Questo primo carico di GNL proveniente dal Mozambico rappresenta un nuovo e importante passo nella strategia di Eni” ha commentato l’amministratore delegato Claudio Descalzi, sottolineando come il cane a sei zampe punti a “fare leva sul gas come fonte in grado di contribuire in maniera significativa alla sicurezza energetica europea anche attraverso la crescente diversificazione delle forniture“.

Quanto gas arriverà dal Mozambico e quali sono le altre rotte per sganciarsi da Mosca

Ed è proprio sui recenti accordi stretti con gli Stati africani che puntano sia la Commissione europea che il governo di Giorgia Meloni per consolidare il processo di autonomia dal Cremlino nel reperimento del metano. Per quanto riguarda il nostro Paese, il Mozambico si aggiunge alle altre rotte del GNL aperte nei mesi scorsi dall’ex premier Mario Draghi e dal suo ministro per la Transizione ecologica Roberto Cingolani, ossia l’Egitto, l’Algeria e l’Angola, mentre a fine 2023 partirà anche il Congo.

Il giacimento gestito in Mozambico dalla British Petroleum è oggetto di studi e interventi da parte di Eni sin dal lontano 2006: stando alla situazione attuale, il carico che arriverà in Europa entro la fine di novembre trasporterà solo una parte del gas individuato nel bacino, che ha un potenziale di oltre tremila miliardi di metri cubi di metano.