Eni, via all’estrazione del gas dal Canale di Sicilia: coprirà la metà della produzione italiana

Eni dà il via alla produzione di gas nel Canale di Sicilia: lo stabilimento di Argo Cassiopea vede la luce dopo 3 anni di lavori e un investimento di 700 milioni

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Pubblicato: 20 Agosto 2024 12:17

Eni ha avviato la produzione di gas dal giacimento Argo Cassiopea nel Canale di Sicilia. Si tratta del più importante progetto di sviluppo relativamente al gas sul territorio italiano. Il gas, proveniente da uno dei quattro pozzi sottomarini perforati nei mesi scorsi nel Canale, viene trasportato tramite una linea sottomarina lunga 60 km fino all’impianto di trattamento di Gela. Nell’impianto il gas verrà trasformato e poi immesso nella rete nazionale, contribuendo al fabbisogno energetico italiano.

Eni avvia il giacimento di Argo Cassiopea

Il giacimento Argo Cassiopea viene gestito da Eni in joint venture con il partner Energean. Argo Cassiopea entra in produzione a tre anni dall’avvio dei lavori. La produzione, viene scritto in una nota, avviene tramite uno sviluppo interamente sottomarino e “privo di impatti visivi”. Le emissioni, assicura Eni, sono “prossime allo zero”.

L’impianto è stato fornito di una serie di pannelli fotovoltaici da 3,6 Mwp. Eni punta a raggiungere la neutralità carbonica per le emissioni Scope 1 e 2: le prime sono emissioni dirette di gas ad effetto serra provenienti da installazioni presenti entro i confini dell’impianto; le seconde sono emissioni indirette di gas ad effetto serra derivanti dalla generazione di elettricità, calore e vapore importati e consumati dall’impianto.

Eni dichiara che Argo Cassiopea ha un “ruolo centrale” nella strategia relativa alla “valorizzazione del gas naturale nazionale in chiave di sicurezza energetica e come fonte a basse emissioni“. Le riserve di Argo Cassiopea, viene puntualizzato, sono stimate in circa 10 miliardi di metri cubi di gas e la produzione annuale di picco sarà di 1,5 miliardi di metri cubi di gas.

Il progetto arriva in un momento in cui il prezzo del gas è in aumento a causa della guerra fra Russia e Ucraina. Sul medio periodo si vedrà se e come la maggiore offerta di materia prima influirà sul costo del gas. Ma la corsa dei rincari dell’energia era partita già dopo il Covid.

L’investimento

Il progetto rappresenta uno dei punti più importanti del Protocollo d’Intesa per l’area di Gela del 2014. I lavori di costruzione, installazione e messa in produzione hanno previsto investimenti per oltre 700 milioni. L’avvio della produzione di gas arriva con un leggero ritardo: all’avvio dei lavori Eni aveva previsto l’entrata in produzione entro la prima metà del 2024.

A suo tempo Eni dichiarò che il gas estratto dai giacimenti Argo e Cassiopea, composto da metano al 99%, e trattato dall’impianto di Gela, avrà una portata di picco equivalente a più di 7 volte l’attuale produzione di gas in Sicilia e a più del 30% dei consumi gas della regione. L’approdo sulla costa va a ripristinare una struttura già esistente e fino ad ora in disuso ad est del pontile di raffineria. Il gas verrà infine immesso nella rete di distribuzione nazionale Snam.

La compensazione

La compensazione per la realizzazione dell’opera è stata di oltre 5 milioni di euro, versati da EniMed (Eni Mediterranea Idrocarburi spa), alle marinerie siciliane interessate dai lavori.

È il frutto dell’accordo sottoscritto a dicembre 2023 fra il presidente della Regione siciliana Renato Schifani, l’assessore alla pesca mediterranea Luca Sammartino e il presidente e amministratore delegato di EniMed Alina Pomar. In base all’accordo, i pescatori delle marinerie di Gela, Licata e Porto Empedocle hanno ottenuto il diritto di ricevere un contributo economico a compensazione della temporanea interferenza tra le attività di pesca e quelle delle fasi realizzative del progetto.