Fallisce un altro storico brand italiano: chiusi tutti i negozi

Dalle fondazione negli Anni Cinquanta e dalle grandi sfilate alla liquidazione. Il 14 luglio partirà l'asta di migliaia di capi d'abbigliamenti a prezzi stracciati

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

La moda italiana registra la caduta di un vero e proprio marchio storico, passato dalle grandi sfilate e dalla gloria al fallimento dichiarato negli scorsi mesi (a giugno si era registrato il fallimento anche di un’altra grande azienda). Migliaia di capi griffati di Les Copains sono stati messi all’asta, dopo essere rimasti invenduti e stoccati nei magazzini aziendali. Una storia di successi che si è interrotta a quasi 70 anni dalla fondazione, avvenuta nel 1953 a Bologna.

Quanto costano ora i vestiti Les Copains e quando parte l’asta

Gli abiti e i vestiti targati Les Copains saranno messi all’asta, che sarà aperta al pubblico dal 14 luglio e per i successivi quattro giorni (dalle 10 alle 17) presso l’istituto vendite giudiziarie del Tribunale di Bologna. I consumatori potranno dunque garantirsi capi griffati a un prezzo stracciato, notevolmente inferiore rispetto al valore di listino originale e perfino dei saldi. Dopo i capi d’abbigliamento, andranno all’asta anche lo stabilimento e il marchio stesso. La base è stata stabilita in 1,8 milioni di euro.

Saranno circa 6mila gli articoli Les Copains che finiranno all’asta. Agli estremi della classifica dei capi che costano di più (e di meno), troviamo pantaloni, T-shirt e accessori a partire da 8 euro e i cappotti ad appena 122 euro. Praticamente “regalate” anche le maglie di cashmere, a 82 euro. Le borse partono invece da una base di 35 euro, mentre camicie e maglieria da 42 euro. Per aggiudicarsi abiti e gonne bisognerà invece sborsare 47 euro. Le giacche sono invece prezzate a 62 euro.

Gli acquisti non potranno essere effettuati in contanti, ma solo tramite pagamenti elettronici. Per garantire un accesso vario e diversificato, gli interessati potranno rimanere all’interno del punto vendita per 30 minuti al massimo. Con il ricavato delle vendite, la curatrice fallimentare conta di accumulare liquidità da ridistribuire ai creditori (a febbraio avevamo parlato invece del rischio fallimento per un colosso bancario).

Dalla gloria alla liquidazione: la storia di Les Copains

La storia del marchio italiano comincia negli Anni Cinquanta per iniziativa di Mario Bandiera, celebre azionista e “salvatore” del Bologna Calcio. Cominciò con un laboratorio artigianale che esportava prodotti di maglieria in Germania, per poi lanciarsi a Parigi col nome di Les Copains, scelto per omaggiare il titolo di un programma radiofonico molto celebre in Francia all’epoca: “Salut les copains”.

Dopo qualche difficoltà iniziale, il marchio registra un’ascesa record negli Anni Ottanta e Novanta, con indossatori e testimonial televisivi d’eccezione come Ambra Angiolini e le altre ragazze di “Non è la Rai”. Dopo il grande successo anche sul mercato internazionale, dal 2010 Les Copains comincia a registrare gravi segnali di crisi. Fino al passaggio nel 2019 a un’altra proprietà, la Super srl della famiglia Zambelli, e la chiusura che è costata il posto di lavoro a 40 dipendenti. Una volta compreso l’amaro destino, la società non si è nemmeno opposta alla decisione del Tribunale.

Les Copains era presente nelle principali città italiane con 4 outlet e negli Stati Uniti con 18 punti vendita all’interno della catena di grandi magazzini Saks. Il marchio contava inoltre varie boutique sparse in Giappone, Canada, Svizzera, Russia, Kazakistan e Taiwan.