Euro digitale, si parte: come funzionerà la nuova moneta

Sarà una forma di valuta digitale strutturalmente diversa da quella gestita dalle banche commerciali a cui siamo abituati

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

L’idea dell’euro digitale è stata oggetto di discussione per un certo periodo, e dopo il completamento della prima fase di indagine, il progetto sta progredendo ulteriormente. Nel mese di novembre 2023, la Banca Centrale Europea avvierà la fase di preparazione. Secondo le informazioni attuali, sembra che ogni individuo avrà un conto presso la Banca d’Italia e il nuovo euro digitale funzionerà in modo simile a un bancomat.

Come euro digitale e cartaceo convivranno

Sembra paradossale, ma l’obiettivo dell’euro digitale per la Banca Centrale Europea è di avvicinare il più possibile le persone al contante. La BCE infatti riconosce che la moneta cartacea ha qualità uniche, tra cui l’ampia disponibilità, l’uso diffuso, la tutela della privacy, l’inclusività (poiché non richiede connessioni e non richiede un’elevata alfabetizzazione digitale), la velocità delle transazioni, e la sicurezza in quanto è emesso da un’istituzione centrale. Nessun mezzo di pagamento digitale attuale offre tutte queste stesse caratteristiche, e l’euro digitale mira a colmare questa lacuna. Inoltre, cerca di adattarsi alle nuove abitudini dei consumatori.

L’euro digitale mira così a combinare la flessibilità del contante con le caratteristiche tipiche dei nuovi sistemi di pagamento. La BCE promuove l’innovazione e la competitività del mercato dei pagamenti, allo stesso tempo creando un sistema standardizzato per l’intera Eurozona. In una delle brochure diffuse da Francoforte, si parla di creare “una piattaforma paneuropea senza precedenti per servizi di pagamento innovativi”.

Da questa combinazione di caratteristiche ci si aspetta diversi benefici in termini di usabilità. La BCE intende estendere le opzioni di pagamento per i consumatori, consentendo loro di utilizzare l’euro digitale nei punti vendita, online e per le transazioni peer-to-peer.

La strategia prevede di mettere a disposizione l’euro digitale attraverso i servizi di privati, come le app offerte dalle banche o altri fornitori di servizi di pagamento, nonché attraverso un’app dedicata sviluppata e rilasciata dall’Eurosistema, che è la rete delle Banche centrali della zona euro. Inoltre, sarà possibile utilizzare l’euro digitale tramite una carta fisica, che potrebbe essere rilasciata da enti pubblici o uffici postali per coloro che preferiscono una soluzione meno digitale.

Come funziona e chi lo può utilizzare

La Banca Centrale Europea ha definito diversi casi tipici di utilizzo per la sua nuova versione digitale dell’euro, al fine di preservare la solidità della moneta in un ambiente sempre più digitalizzato. Questi casi di utilizzo includono:

  • Pagamenti da persona a persona (P2P): Per consentire ai cittadini di effettuare pagamenti diretti tra loro, come alternativa ai contanti.
  • Pagamenti presso i punti vendita (POS): Per permettere transazioni nei negozi fisici.
  • Pagamenti e-commerce: Per facilitare gli acquisti online e prevenire l’eventuale esclusione dei sistemi a circuito chiuso.
  • Transazioni con enti governativi (G2X, X2G): Per agevolare i pagamenti tra i cittadini e le istituzioni pubbliche.

Tutti i cittadini e le imprese dell’Eurozona, così come gli stranieri che abbiano un conto con un prestatore di servizi di pagamento europeo, avranno accesso all’euro digitale a condizione che convertano la loro valuta straniera in euro digitale. Per i commercianti, sarà possibile accettare pagamenti in euro digitali, ma non potranno accumulare saldi in questa forma: i fondi ricevuti verranno trasferiti immediatamente sul loro conto corrente tradizionale, e lo stesso vale per gli enti pubblici.

L’accesso al mondo dell’euro digitale sarà facilitato dagli attuali prestatori di servizi di pagamento, riducendo al minimo la quantità di dati richiesta agli utenti. Inoltre, la BCE mette in risalto la massima garanzia per la privacy, affermando che la Banca Centrale non avrà accesso ai dati degli utenti, ma saranno gestiti dagli intermediari.

Servirà sempre la connessione Internet? Le risposte

Combinando le caratteristiche del contante e dei pagamenti digitali, il nuovo euro si propone di integrare la possibilità di pagare online e offline. Nel primo caso, la moneta consente di effettuare transazioni a distanza, come acquisti su internet. Per quelli offline, si possono effettuare solo pagamenti di prossimità, dopo aver precaricato il portafoglio digitale, ad esempio tramite il web o un ATM, e passando attraverso una convalida da parte dell’altra parte coinvolta nella transazione. Ma, come nel caso del contante tradizionale, esiste un certo rischio di furto o smarrimento del dispositivo contenente il portafoglio digitale.

La BCE sottolinea l’importanza di rendere il pagamento digitale il più semplice e attraente possibile per gli utenti. Per questo motivo, il sistema accetterà tecnologie come il Near Field Communication (NFC), che consente di effettuare pagamenti appoggiando una carta o un dispositivo indossabile (come un orologio) sul terminale di pagamento, nonché i codici QR come opzione per semplificare il processo di pagamento.

Tra le proposte un tetto al portafoglio, ecco di quanto

La BCE sta considerando l’implementazione di limiti alle disponibilità nei portafogli di euro digitali. Questo è fatto per evitare un’eccessiva migrazione dai conti tradizionali a questa nuova forma di pagamento, poiché ciò potrebbe influire sui profitti delle banche europee. Sebbene non ci siano dettagli specifici nei documenti ufficiali, si è discusso di un limite di circa 3.000 euro. Tuttavia, questi dettagli saranno definiti quando il progetto sarà pronto a diventare concreto. È possibile che venga introdotto un limite ancora più rigoroso per il portafoglio offline, dove c’è un maggiore rischio di smarrimento o furto del dispositivo.

Per quanto riguarda il riempimento dei portafogli digitali, si sta considerando la possibilità di tre diverse modalità:

  • Finanziamento automatico mese per mese: Il portafoglio verrà automaticamente finanziato in base a un budget prestabilito, in modo che l’app mantenga il saldo di euro digitali a quel livello in automatico, attingendo dal conto tradizionale.
  • Ricarica caso per caso da parte dell’utente: Gli utenti saranno in grado di ricaricare il loro portafoglio a loro discrezione, senza scadenze prestabilite.
  • Attingere dal conto collegato: Gli utenti potranno prelevare fondi dal conto collegato, indipendentemente dal prestatore di servizi di pagamento che gestisce quel conto. Questo collegamento tra conti permetterebbe anche di indirizzare eventuali fondi in eccesso rispetto al limite del deposito verso il conto tradizionale, senza dover interrompere i pagamenti.

Queste opzioni offriranno ai consumatori una certa flessibilità nel gestire i loro euro digitali e adeguarli alle loro esigenze e preferenze personali.

Quando l’euro digitale arriverà in commercio

La BCE suggerisce che gli utilizzi base dell’euro digitale da parte dei cittadini dovrebbero essere gratuiti, in linea con l’uso del contante tradizionale. Tuttavia, per favorire la creazione di una rete solida e sostenibile, gli intermediari potrebbero essere compensati per i servizi che offrono. Questo potrebbe implicare l’introduzione di commissioni, a carico degli esercenti, ma con regolamentazioni atte a impedire un sovraccarico eccessivo su di loro. La BCE ha l’intenzione di coprire i costi di gestione del sistema di pagamento, in modo simile a quanto avviene per il contante.

Non è prevista la remunerazione dei depositi in euro digitale, il che rappresenta un segnale di complementarità con il contante. La BCE ha specificato che, in questa fase, non intende sviluppare alcuna funzionalità per remunerare i saldi in euro digitale.

La fase di preparazione inizierà a novembre e si protrarrà per due anni. In parallelo, le istituzioni politiche europee, come il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea e il Parlamento Europeo, dovranno finalizzare il quadro regolatorio. Di conseguenza, l’introduzione dell’euro digitale non è prevista prima del 2026.