Cosa succederà nel 2035 alle nostre auto? Meloni blocca tutto

La presidenza svedese del semestre Ue ha rinviato il dibattito e il voto previsto sui motori endotermici: ecco cosa vuole fare l'Italia

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

La presidenza svedese del semestre Ue ha rinviato il dibattito e il voto previsto oggi alla riunione dei Rappresentanti Permanenti aggiunti (Coreper I) sullo stop alla vendita dei motori endotermici a partire dal 2035. Il voto era previsto al primo punto dell’ordine dei lavori e dovrebbe slittare ora a venerdì. La ratifica finale del regolamento, già approvato dal Parlamento Ue e ora in attesa di essere formalmente approvato dal Consiglio, è prevista per il Consiglio Ue del 7 marzo.

La decisione della Svezia arriva dopo il caos scoppiato sul nuovo regolamento Ue sullo stop ai motori endotermici, principalmente diesel e benzina. A provocarlo mettendosi di traverso, oltre nei mesi scorsi Polonia e Bulgaria, ora in pole position ci sono Italia e Germania.

Il governo guidato da Giorgia Meloni ha infatti annunciato il suo voto contrario, mentre Berlino ha espresso delle riserve legando la sua approvazione alla necessità di mettere in campo una misura europea parallela sugli e-fuels.

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“Siamo certamente favorevoli all’elettrificazione dei veicoli leggeri. Non crediamo, tuttavia, che essa debba rappresentare, nella fase di transizione, l’unico percorso per raggiungere le emissioni zero”. E’ quanto sottolinea il governo Meloni in una dichiarazione nazionale inviata ai Rappresentanti dei 27 Paesi Ue. “Stabilendo un obiettivo di riduzione delle emissioni del 100% nel 2035 e non prevedendo alcun incentivo per l’uso di carburanti rinnovabili, il regolamento non è in linea con il principio di neutralità tecnologica. Pertanto, l’Italia non può sostenerlo”, si legge nel documento.

“Con il nostro no abbiamo svegliato l’Europa. Speriamo che altri comprendano che è l’ora della ragione, non certo della rassegnazione! Su tutti i dossier saremo in campo sino alla clausola di revisione del 2026. Cambiare si può” ha twittato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

“Dobbiamo convincere le istituzioni europee ad agire con maggiore pragmatismo, secondo una visione più adeguata alla realtà, alla sfida della transizione ecologica e industriale. Sono convinto che la prossima Commissione europea rimetterà in discussione molti assiomi ideologici presi in questa legislatura” aggiunge Urso.

Quando è stata presa questa strada, “con questa tempistica così scandita, il contesto era molto diverso: è giunta prima la pandemia poi la guerra in Ucraina e ci siamo accorti di quanto l’Europa sia debole rispetto ad altri continenti. Dobbiamo fare di tutto per non passare dalla subordinazione energetica alla Russia, a una subordinazione ancora peggiore alla tecnologia cinese”, ha detto ancora il ministro, sottolineando come ci sia “una visione molto ideologica sulla tecnologia, che noi contestiamo perché siamo per la neutralità tecnologica”.

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Ma cosa sono esattamente i motori termici e cosa dice il regolamento Ue in via di approvazione?

Per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica entro il 2050, l’UE sta adottando misure per ridurre le emissioni delle automobili, poiché il trasporto su strada rappresenta un quinto delle emissioni di CO2 dell’UE. Nel giugno 2022 il Parlamento europeo ha approvato la proposta della Commissione per auto e furgoni nuovi a emissioni zero entro il 2035. Gli obiettivi di riduzione delle emissioni per il 2030 sarebbero fissati al 55% per le auto e al 50% per i furgoni.

A partire dal 2035, tutte le nuove auto in arrivo sul mercato devono essere a emissioni zero e non possono emettere CO2. In questo modo si potrà garantire che entro il 2050 il settore dei trasporti possa diventare a emissioni zero. Ciò significa che da quel momento entrerà in vigore il divieto di vendita per le nuove auto a benzina e diesel che emettono CO2.

Le attuali auto a benzina/con motore a combustione potranno comunque continuare a essere guidate dopo il 2035. Le nuove regole non impongono che entro il 2035 tutte le auto in circolazione siano a emissioni zero. Queste regole non riguardano le auto in circolazione. Se acquistate ora un’auto nuova, potrete guidarla fino alla fine del suo ciclo di vita. Ma, poiché la vita media di un’auto è di 15 anni, dal 2035 dobbiamo iniziare per consentire che entro il 2050 tutte le auto diventino CO2 neutrali dal punto di vista climatico.

Sarà anche ancora possibile acquistare e vendere automobili usate a benzina o diesel e rifornirle di carburante dopo il 2035. Tuttavia, il costo totale di proprietà – costo di carburante, manutenzione, acquisto e assicurazione – potrebbe aumentare.

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Ma quali saranno le auto a zero emissioni di CO2 più guidate? La tendenza spinge principalmente verso le auto elettriche a batterie poiché il costo di proprietà totale è inferiore rispetto alle attuali alternative presenti sul mercato. Ad esempio, la produzione di idrogeno e combustibili verdi, a partire da elettricità e idrogeno e convertiti in benzina sintetica, è più costosa, poiché richiede molta elettricità.

Tuttavia, le batterie sono pesanti e questo significa che alcuni mezzi di trasporto non possono essere facilmente alimentati dalle batterie, quindi l’idrogeno o i combustibili verdi possono essere una buona soluzione alternativa per navi, aerei o veicoli pesanti.

Ciò che sappiamo oggi è che è più redditizio utilizzare veicoli elettrici, poiché i prezzi dell’elettricità sono attualmente inferiori a quelli della benzina e richiedono meno manutenzione (qui quanto costa ricaricare l’auto elettrica, a casa e nelle colonnine per strada). Quindi, una volta acquistata, il costo totale di proprietà di un’auto a batteria è uguale o inferiore a quello di un’auto a benzina o diesel. Tuttavia, al giorno d’oggi le auto elettriche sono costose. Le nuove normative dovrebbero incoraggiare una maggiore concorrenza e incoraggiare i produttori a investire nella ricerca e nell’innovazione dei veicoli elettrici, il che dovrebbe abbassare il prezzo di acquisto.

Un altro problema che si pone riguarda il mercato delle auto usate, per i veicoli elettrici che non si è ancora sviluppato. Cosa accadrà ai rifiuti prodotti delle batterie elettriche? Questo problema sarà affrontato da altre normative, come la direttiva sulle energie rinnovabili e il nuovo regolamento sulle batterie, che garantiscono un processo di produzione delle batterie neutro sotto il profilo di CO2, ovvero senza effetti negativi sull’ambiente e che ricicliamo le batterie.

Per quanto riguarda le infrastrutture per le auto a zero emissioni di CO2 è chiaro che esistono nelle grandi città e sono praticamente assenti nelle piccole e nei paesi (ecco le regioni italiane a rischio in cui mancano le colonnine di ricarica delle auto elettriche).

L’Ue ha chiarito che i produttori sono al lavoro per ottenere auto con un’autonomia in grado di andare oltre i 600 km. L’efficienza sta migliorando, quindi le auto non devono essere ricaricate così spesso o possono essere ricaricate con una spina o una presa convenzionale a casa. Nell’ottobre 2022 il Parlamento ha fissato la propria posizione sulle infrastrutture dei combustibili alternativi, in modo da consentire più punti di ricarica elettrica e di rifornimento di idrogeno.