COP28: obiettivo triplicare il nucleare, l’Italia si astiene

Astensione dell'Italia alla COP28: Giorgia Meloni sceglie di non triplicare il nucleare, abbracciando una posizione prudente per l'energia del futuro

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Nell’ambito della COP28, la 28esima Conferenza delle parti sulla Convenzione quadro delle Nazioni Uniti sui cambiamenti climatici, in corso a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre, è stato firmato un patto globale che promette di cambiare radicalmente il modo in cui viene prodotta l’energia. Oltre 20 Paesi di quattro continenti hanno siglato la Declaration to triple nuclear energy, con l’obiettivo di triplicare la capacità nucleare mondiale entro il 2050. Grande assente l’Italia, che ha deciso di non aderire per ragioni spiegate da Giorgia Meloni nel corso di una conferenza stampa.

L’ambizioso accordo istituzionalizza il ruolo dell’energia nucleare come elemento cruciale per il raggiungimento dell’obiettivo di zero emissioni entro i prossimi 30 anni. La neutralità carbonica è al centro degli impegni della COP per tenere le temperature entro la soglia di 1,5 °C in più rispetto all’era pre-industriale. Tale limite è considerato il punto di non ritorno che renderà inabitabile il nostro pianeta.

Quali Paesi hanno firmato la dichiarazione per il nucleare

La dichiarazione per triplicare l’energia nucleare è stata firmata dai seguenti Paesi:

  • Bulgaria;
  • Canada;
  • Corea del Sud;
  • Emirati Arabi Uniti;
  • Finlandia;
  • Francia;
  • Ghana;
  • Giappone;
  • Marocco;
  • Moldavia;
  • Mongolia;
  • Paesi Bassi;
  • Polonia;
  • Regno Unito;
  • Repubblica Ceca;
  • Romania;
  • Slovacchia;
  • Slovenia;
  • Stati Uniti d’America;
  • Svezia;
  • Ucraina;
  • Ungheria.

Secondo analisi da parte di diverse istituzioni internazionali come l’Agenzia per l’Energia nucleare dell’OCSE e la World Nuclear Association, l’energia nucleare è una risorsa strategica per raggiungere l’obiettivo delle zero emissioni nette e monitorare gli effetti del cambiamento climatico. Come sottolineato anche nel documento siglato nell’ambito della COP28, è anche la seconda fonte più grande di energia pulita e sicura.

Gli impegni della COP28 sul nucleare presi dai 22 Paesi

I 22 Paesi hanno preso 11 impegni distinti con la firma della dichiarazione.

Collaborazione globale per triplicare la capacità nucleare

I Paesi firmatari si impegnano a collaborare per avanzare verso un obiettivo comune di triplicare la capacità nucleare entro il 2050, riconoscendo le diverse circostanze e possibilità di ciascun partecipante.

Impegni nazionali per rendere il nucleare sicuro e sostenibile

Si impegnano a intraprendere azioni a livello nazionale per garantire che le centrali nucleari siano gestite in maniera responsabile, in linea con gli standard più elevati di sicurezza e sostenibilità, con la corretta gestione dei rifiuti radioattivi a lungo termine.

Mobilitazione degli investimenti sull’energia nucleare

I Paesi si impegnano a mobilitare investimenti nell’energia nucleare, utilizzando meccanismi finanziari innovativi per sostenere lo sviluppo e la costruzione di nuovi impianti nucleari.

Coinvolgimento delle istituzioni finanziarie

I firmatari invitano gli azionisti della Banca Mondiale, delle istituzioni finanziarie internazionali e delle banche di sviluppo regionali a incoraggiare l’inclusione dell’energia nucleare nelle politiche di finanziamento dell’energia.

Chiedono alle istituzioni di sostenere attivamente l’energia nucleare nei casi in cui ciò sia loro affidato, incoraggiando anche le organizzazioni locali a fornire sostegno finanziario.

Sviluppo di reattori nucleari con tecnologie avanzate

Si impegnano a sostenere lo sviluppo e la costruzione di nuovi reattori nucleari, inclusi reattori modulari e altre tecnologie avanzate, per la generazione di energia e per applicazioni industriali più ampie come la decarbonizzazione per la produzione di idrogeno o combustibili sintetici.

Promozione di catene di approvvigionamento resilienti

Viene riconosciuta nel documento l’importanza della promozione di catene di approvvigionamento resilienti, comprese quelle relative al combustibile nucleare, per garantire la sicurezza e la stabilità delle tecnologie utilizzate dalle centrali nucleari durante tutto il loro ciclo di vita.

Significa che la supply chain energetica globale dovrà essere in grado di sostenere interferenze su larga scala – dovute a eventi imprevedibili come guerre, pandemie e crisi economiche – e limitare o recuperare in breve tempo le perdite subite.

Estensione della vita utile delle centrali nucleari esistenti

Il documento sottolinea l’importanza di estendere la vita utile delle centrali nucleari esistenti, quando tecnicamente fattibile ed economicamente conveniente, purché operino in conformità con gli standard più elevati di sicurezza e sostenibilità.

Supporto alle nazioni che esplorano nuovi progetti nucleari

I Paesi firmatari si impegnano a sostenere le nazioni che esplorano nuovi progetti di sviluppo nucleare.

Accoglienza e incentivazione di impegni complementari

La Declaration to triple nuclear energy  incoraggia anche impegni complementari che possono arrivare dal settore privato, dalle organizzazioni non governative, dalle banche di sviluppo e dagli istituti finanziari.

Revisione periodica degli impegni della dichiarazione

I 22 si impegnano a rivedere annualmente i progressi di questi impegni, con summit organizzati in concomitanza con la COP annuale per monitorare l’efficacia delle azioni intraprese ed eventuale modificare alcune parti del documento.

Appello ai Paesi che non hanno ancora aderito

Infine è stato inserito nella dichiarazione anche l’impegno a far aderire altri Paesi, al fine di promuovere ulteriormente l’energia nucleare come parte della soluzione per limitare i cambiamenti climatici.

Perché l’Italia non ha firmato per triplicare il nucleare

L’Italia, inaspettatamente, ha scelto di non firmare la dichiarazione, rimarcando un atteggiamento di cautela verso l’energia nucleare. La premier Giorgia Meloni ha affrontato la questione in una conferenza stampa a margine della COP28, dichiarando che il nostro Paese “sta facendo la sua parte nel processo di decarbonizzazione“. Ha sottolineato che l’approccio nostrano è “pragmatico” e “libero da radicalismo”.

La presidente del Consiglio ha spiegato che è necessario diventare più sostenibili senza però compromettere la sfera economica e sociale, con una “transizione ecologica, non ideologica”. Si è detta aperta alle nuove tecnologie e disponibile al dialogo nella prospettiva di ottenere risultati positivi.

La decisione del Governo di astenersi dal patto per triplicare la disponibilità nucleare mondiale sembra però guidata dalla volontà di evitare i costi e l’impiego di risorse associati al mantenimento del modello nucleare attuale, che tra l’altro non gode di particolare popolarità tra i cittadini. Ingenti investimenti in tal senso potrebbero costare consensi e credibilità all’Esecutivo.

Il patto è rivolto principalmente alle istituzioni finanziarie e agli azionisti, e parla a più riprese della necessità di allocare importanti quantità di denaro verso l’atomo. L’Italia potrebbe comunque giocare un ruolo importante a livello industriale, dato anche il coinvolgimento del nostro Paese nella ricerca e nell’implementazioni di nuove tecnologie. La stessa premier ha parlato della “grande sfida italiana” della fusione nucleare, spiegando che potrebbe essere la soluzione per le sfide energetiche del futuro. Siamo “più avanti degli altri, dobbiamo pensare in grande”, ha detto Giorgia Meloni.