Avete dei buoni fruttiferi? Potrebbero non essere regolari

L’Adiconsum Sardegna ha presentato un esposto dopo le segnalazioni arrivate dai consumatori dell’isola: l’ipotesi di errore nel contratto di Poste Italiane

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

L’Adiconsum Sardegna – sigla che identifica l’Associazione italiana per la Difesa dei Consumatori, nello specifico quelli sardi – ha presentato di recente un esposto per tutelare i sottoscrittori di buoni fruttiferi postali.

Le denunce dei cittadini dell’isola e l’apertura dell’istruttoria

Di conseguenza l’Antitrust ha aperto un’istruttoria nei confronti di Poste Italiane per una possibile (ma ancora del tutto remota) fattispecie di “pratiche commerciali scorrette”. A darne notizia è proprio la stessa Adiconsum Sardegna che nei mesi scorsi ha presentato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato una segnalazione.

Questo è avvenuto a seguito delle tante denunce ricevute da parte di cittadini e risparmiatori residenti nell’isola. Ma quali sarebbero i problemi e dove avrebbe sbagliato Poste Italiane?

L’ipotesi di errore da parte di Poste Italiane

La denuncia effettuata dall’Associazione a difesa dei consumatori e la conseguente istruttoria avviata dall’Antitrust hanno come tema centrale quello delle presunte poche e scarse informazioni fornite da parte di Poste Italiane sulla scadenza dei buoni fruttiferi postali.

A causa di questa possibile mancanza, sarebbe stata negata la possibilità di avanzare la richiesta di rimborso ad una parte dei risparmiatori, che così non avrebbero fatto in tempo a presentare la domanda entro i termini di prescrizione, con la conseguente perdita del capitale investito.

L’esposto di Adiconsum Sardegna e le parole del presidente

Il primo a commentare la vicenda è stato Giorgio Vargiu, presidente di Adiconsum Sardegna, che ha definito l’istruttoria avviata dall’Antitrust come “un passo importante per centinaia di risparmiatori sardi”. Si riferisce proprio a tutti coloro che si erano rivolti all’Associazione che presiede denunciando di aver perso denaro per buoni fruttiferi postali prescritti.

Il presidente ha inoltre aggiunto che “se l’Autorità Garante accerterà delle irregolarità, allora l’Adiconsum Sardegna intenterà causa contro Poste Italiane”. Questo – sempre stando alle parole del numero uno dell’Associazione – affinché i propri assistiti abbiano la possibilità di ricevere quanto investito, con anche l’ottenimento degli interessi che sarebbero dovuti maturare con l’investimento fatto presso lo sportello postale.

Infine Giorgio Vargiu – che ha reso pubblica la vicenda con un’intervista rilasciata ad alcune testate locali dell’isola – si è rivolto direttamente ai propri iscritti, chiedendo a tutti i consumatori interessati da tale problema di recarsi presso le sedi dell’Associazione e di presentare ricorso appellandosi direttamente all’Arbitro Bancario Finanziario (l’ente di risoluzione alternativa che interviene, se sollecitato, nelle possibili controversie che possono sorgere tra clienti e istituti di credito).

Le verifiche dell’Antitrust e gli accertamenti in corso

L’Antitrust dovrà ora verificare se, in fase di collocamento, Poste Italiane abbia comunicato come funzionano i buoni fruttiferi postali. Il problema è che sarebbe stata omessa l’indicazione della data di scadenza o di quella di prescrizione dei titoli. Inoltre sarà suo compito controllare se siano state fornite sempre da parte dell’intermediario le informazioni inerenti alle conseguenze giuridiche derivanti dalla prescrizione dei buoni fruttiferi postali.

L’Autorità Garante dovrà infine accertare se l’azienda abbia omesso di informare i consumatori dei buoni prossimi alla scadenza caduti in prescrizione negli ultimi cinque anni. Secondo la versione dell’Adiconsum, nella scheda di sintesi rilasciata ai cittadini ci sarebbe solo la frase “capitale investito sempre rimborsabile“. Per questo il consumatore avrebbe pensato che il buono fruttifero postale in suo possesso non avesse scadenza.