Bollette, legittimi i rincari sui rinnovi contrattuali: cosa cambia

Il Consiglio di Stato ha sospeso il provvedimento cautelare dell'Antitrust nei confronti dell'Iren sui rinnovi contrattuali a tariffe più care

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Dietrofront sullo stop agli aumenti sulle bollette nel rinnovo del contratto con gli operatori di luce e gas. Il Consiglio di Stato ha bocciato il provvedimento dell’Antitrust che impediva alle società del settore dell’energia di alzare le tariffe ai clienti nella nuova sottoscrizione alla scadenza della fornitura. La decisione è stata poi accolta nel decreto Milleproroghe che è atteso all’esame del Parlamento dalla prossima settimana.

Bollette, legittimi i rincari sui rinnovi contrattuali: la decisione del Consiglio di Stato

A rimanere bloccati saranno dunque soltanto i prezzi fissate da contratti del libero mercato che non sono ancora scaduti. Il congelamento previsto dal Dl Aiuti bis è stato prorogato fino al 30 giugno 2023 rispetto alla scadenza iniziale del 30 aprile.

Secondo quanto stabilito dal Consiglio di Stato nella sua pronuncia riguardante il caso specifico di Iren, chi ha un contratto scaduto dopo il 10 agosto dovrà invece accettare i termini proposti dall’operatore per il rinnovo, anche a costi di fornitura molto più elevati. Ci si chiede, quindi, se grazie al price cap sul gas si abbasseranno davvero i prezzi delle bollette. Come tutti sapranno, infatti, la Ue ha detto si al tetto sul prezzo del gas.

L’unica alternativa per il cliente sarà quella di rifiutare le nuove condizioni e cercare un gestore di luce o gas più conveniente.

La società torinese Iren è stata la prima a rivolgersi al massimo tribunale amministrativo per fare ricorso al provvedimento cautelare dell’Antitrust, adesso sospeso.

Per le presunte modifiche unilaterali illegittime del prezzo di fornitura di energia elettrica e di gas naturale, l’Autorità per la concorrenza e il mercato aveva avviato altre 10 istruttorie e emesso 10 provvedimenti cautelari nei confronti di altrettanti operatori: Iberdrola, E-On, Dolomiti, Enel, Eni, Hera, A2A, Edison, Acea ed Engie.

L’Authority, aveva imposto alle società del settore dell’energia di “sospendere l’applicazione delle nuove condizioni economiche, mantenendo o ripristinando i prezzi praticati prima del 10 agosto 2022 e, inoltre, dovranno comunicare all’Autorità le misure che adotteranno al riguardo”.

“Entro sette giorni, le imprese potranno difendersi e l’Autorità potrà confermare o meno i provvedimenti cautelari” aveva disposto l’Antitrust.

Bollette, legittimi i rincari sui rinnovi contrattuali: quando le prossime decisioni

L’ordinanza del Consiglio di Stato sul ricorso di Iren rappresenta un precedente, ma al momento vale soltanto per l’operatore torinese e i suoi clienti. Per tutti gli altri fornitori resta in vigore per adesso il provvedimento dell’Authority e dunque per ora i rinnovi dei contratti rimangono sospesi fino ad aprile.

Per capire se anche le altre imprese potranno proporre tariffe più care per le bollette sarà necessario attendere le future pronunce del Tar del Lazio, a partire dalla prossima in programma l’11 gennaio, con un’altra prevista per la fine del mese.

Intanto le associazioni dei consumatori sono preoccupate per la confusione che la decisione del Consiglio di Stato potrebbe provocare sulle bollette di luce e gas.

Siamo di fronte a una situazione pericolosissima – ha commentato al Corriere della Sera, il presidente di Assoutenti Furio Truzzi  – perché in assenza di certezze sull’interpretazione della norma contenuta nel decreto Aiuti bis che sospende le modifiche unilaterali dei contratti, le società energetiche si muoveranno in ordine sparso. Proprio per evitare questo caos, da settimane chiediamo un incontro ad Arera e Antitrust, volto a fornire chiarimenti e certezze in favore di milioni di famiglie del mercato libero, richiesta rimasta finora lettera morta”. Nell’attuale contesto, intanto, si è scatenato un allarme gas, il cui livello è precipitato da oltre il 95% all’88% nel corso di soli trenta giorni. La crescente preoccupazione nell’aria è alimentata dalla prospettiva di una potenziale penuria di gas proprio in piena stagione invernale.