Aperta l’inchiesta sull’esplosione in volo del portellone del Boeing 737 max 9 nei cieli di Portland. La Federal aviation administration, l’ente federale che si occupa della sicurezza dell’aviazione civile americana, ha comunicato al colosso dell’aeronautica statunitense l’avvio formale delle indagini sull’incidente avvenuto il 5 gennaio, affermando in una nota che “non sarebbe mai dovuto accadere e non può succedere di nuovo”. La stessa Faa ha disposto, inoltre, che i 171 aerei sospesi dopo l’episodio rimarranno a terra fino a nuovo ordine per ulteriori ispezioni.
L’incidente
L’apertura dell’indagine formale è arrivata dopo che le due compagnie aeree con flotte costituite in buona parte da Boeing 737 max 9, Alaska Airlines e United Airlines, hanno trovato bulloni allentati sui pannelli delle fusoliere di altri aerei.
Pochi giorni dopo l’incidente il Ceo della Boeing, David Calhoun, parlando a tutti i dipendenti, ha ammesso che si è trattato di un errore dell’azienda. Le cause dell’accaduto non sono ancora note e per conoscerle si dovranno attendere i risultati dell’inchiesta della Faa e di quella parallela avviata dalla National transportation safety board, l’agenzia investigativa indipendente del governo che si occupa di incidenti in cui sono coinvolti aerei, navi e treni.
Il pannello della fusoliera del Boeing si è staccato a circa 5mila metri di altezza durante il volo Alaska Airlines 1282, partito da Portland in Oregon con destinazione Ontario, California, nel pomeriggio del 5 gennaio (la notte del 6 in Italia). L’emergenza è durata circa 7 minuti e ha costretto il pilota a tornare indietro.
Solo il caso, il fatto che il sedile accanto fosse vuoto e le cinture fossero allacciate per il decollo, hanno permesso che tra le 177 persone a bordo dell’aereo ci sia stato solo un ferito lieve nell’equipaggio.
Il portellone è stato ritrovato dopo alcuni giorni da un insegnante nel giardino di casa a Portland potrebbe, fornire un grande aiuto per capire le ragioni che hanno portato all’incidente.
L’inchiesta
Le indagini sono incentrate sulla pressurizzazione e sul funzionamento degli allarmi. Secondo quanto riportato da Repubblica, all’aereo, entrato in servizio ad ottobre 2023, sarebbe stato proibito già a dicembre di sorvolare l’acqua, in particolare nei lunghi viaggi diretti alle Hawaii, e lo stesso era avvenuto nei due giorni precedenti l’incidente.
Dopo i primi accertamenti e dopo aver bloccato gli aerei con configurazione simile a quello coinvolto, la Federal aviation administration ha comunicato a Boeing di aver aperto l’inchiesta per verificare se “i prodotti fossero conformi al progetto approvato e fossero in condizioni di funzionamento sicuro in conformità con le normative Faa“, affermando che le componenti fabbricate dal colosso statunitense potrebbero non essere state “in condizioni di funzionamento sicuro, in conformità con le procedure di ispezione e test del sistema di qualità” (qui abbiamo parlato delle ispezioni sugli aerei fermati dagli Usa).
Sempre l’agenzia dell’aviazione civile americana ha fatto sapere, inoltre, che 40 dei 171 aerei sottoposti a controlli devono essere nuovamente ispezionati e soltanto potranno riprendere il volo (qui abbiamo parlato delle centinaia di voli cancellati dopo l’incidente e quali compagnie sono rimaste a terra).
“Nessuno può e deve avere fretta” ha scandito il segretario dei Trasporti Usa, Pete Buttigieg.