A rischio i voli in tutto il mondo: cosa sta succedendo

A causa di un malfunzionamento del sistema di notifica "Notam" l'agenzia aeronautica americana ha dovuto lasciare a terra migliaia di aerei

Tutti gli aerei della flotta civile degli interi Stati Uniti sono stati costretti a rimanere sulla pista per ore, lasciando a terra decine di migliaia di viaggiatori. Un blocco di queste dimensioni ai voli negli Usa si era verificato soltanto per l’attacco alle Torri gemelle, l’11 settembre del 2001, ma la Casa Bianca ha escluso che in questo caso ci sia dietro un cyberattacco. “Non sanno quale sia la causa” ha dichiarato il presidente Joe Biden, il quale ha assicurato un’indagine approfondita per capire cosa abbia provocato il caos negli aeroporti americani.

A rischio i voli in tutto il mondo: il blocco degli aerei negli Usa

Il blocco dell’aviazione civile statunitense è durato circa cinque ore, mettendo a rischio anche il traffico aereo mondiale. Intorno alle 2 del mattino della costa orientale (le 8 in Italia) la Federal Aviation Administration (FAA) ha bloccato oltre 4mila voli interni a causa di un guasto al sistema di notifica dei piloti “Notam”.

Intorno alle 9 locali (le 17 in Italia) il traffico è ripartito man mano a partire dagli scali di Newark Liberty del New Jersey e Hartsfield-Jackson di Atlanta.

“Le normali operazioni di traffico aereo stanno riprendendo gradualmente in tutti gli Stati Uniti dopo un’interruzione notturna del sistema Notice to Airmen (Notam) che fornisce informazioni sulla sicurezza agli equipaggi di volo. Lo stop a terra è stato revocato”, aveva comunicato la FAA ad emergenza superata.

Il malfunzionamento al “Notam” sarebbe emerso già dalle 20.30 della sera prima, ma l’agenzia che gestisce l’aviazione civile americana era riuscita a tamponare il problema utilizzando le linee telefoniche d’emergenza, fino a quando, con l’aumento del numero dei voli, l’intero sistema non è andato in tilt.

A rischio i voli in tutto il mondo: cos’è il Notam

L’acronimo inglese “Notam“, originariamente per “NOtice To AirMen”, ovvero “avviso agli aviatori”, sta oggi per “NOtices To Air Missions”, cioè avvisi per le missioni aeree, ma si riferisce sempre allo strumento indispensabile per i voli che segnala ai piloti tutti i possibili pericoli tramite notifica con informazioni relative all’istituzione, alla condizione o alla modifica di strutture, servizi, procedure o pericoli aeronautici, la cui conoscenza tempestiva è essenziale per il personale coinvolto nelle operazioni di volo (qui avevamo parlato dell’allarme sicurezza a bordo).

Per determinate categorie di rischi, presenza di neve, cenere vulcanica o stormi di uccelli nei pressi degli aeroporti, si utilizzano poi codici specifici, rispettivamente Snowtam, Ashtam e Birdtam.

Come spiega l’agenzia dell’aeronautica italiana, Enac, i Notam seguono una codifica ottenuta suddividendo il messaggio in gruppi di informazioni organizzate in 3 blocchi principali:

  • il primo blocco ‘gruppo serie e data’ identifica in maniera univoca il Notam e la macro area di pertinenza;
  • il secondo blocco ‘gruppo qualificatore’ racchiude in maniera sintetica il contenuto stesso;
  • il terzo blocco ‘testo’ riporta in maniera esplicita il contenuto del Notam stesso con i dettagli relativi ad orari e modalità di attivazione, l’oggetto ed altri dettagli.

A rischio i voli in tutti il mondo: i voli coinvolti

Il blocco del traffico aereo negli Stati Uniti non ha provocato grosse conseguenze per l’Italia, a parte due ore di ritardo per un volo dell’American Airlines diretto a Filadelfia da Fiumicino (qui avevamo parlato dei prezzi alle stelle dei voli nel nostro Paese per Sardegna e Sicilia).

Lo stop ha però congestionato i collegamenti da e per gli Usa in tutto il mondo: alle 6.30 circa della costa orientale (le 12.30 ora italiana), il sito web di monitoraggio dei voli FlightAware segnalava 760 aerei in ritardo all’interno del Paese, in entrata o in uscita, e 91 cancellazioni. Il numero è però salito fino ad arrivare a 6.700 quelli in ritardo e mille quelli cancellati sui 21 mila interni più i 1.840 internazionali previsti negli Stati Uniti nella giornata di mercoledì 11 gennaio.