Benzina e voli aerei sempre più costosi: stangata da 780 milioni di euro sui ponti di primavera

Benzina e voli aerei fanno aumentare i costi del comparto turistico per i ponti di primavera

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

I ponti di primavera potrebbero costare molto più dello scorso anno agli italiani. Tra 25 aprile e 1 maggio infatti, una serie di fattori farà aumentare il prezzo di benzina, voli aerei e dell’intero comparto turistico. Il totale potrebbe ammontare fino a 780 milioni di euro, secondo quanto riportato da Assoutenti in un recente rapporto.

Gli aumenti sono stati causati soprattutto dall’instabilità geopolitica e dall’inflazione, che sommandosi sono arrivate a far crescere i prezzi del comparto turistico del 18% nell’ultimo anno. In calo di conseguenza le richieste per le vacanze durante i ponti primaverili, anche se con un dato relativamente basso del 2,8%.

I rincari dei ponti primaverili: benzina e voli in crescita

I ponti primaverili potrebbero essere molto più cari per gli italiani che decidono di andare in vacanza. Assoutenti segnala infatti che, a causa di varie situazioni geopolitiche che hanno causato una grande instabilità internazionale e di un’inflazione che non ha ancora rallentato del tutto, i prezzi dell’intero comparto turistico italiano sono in aumento. I pacchetti vacanza hanno subito alcuni dei rincari più decisi, con un +8,2% rispetto al 2023. In tutto, sommando gli aumenti dei costi per ogni settore, i turisti in Italia spenderanno il 10,5% in più dello scorso anno, circa 780 milioni di euro totali in più.

Altri aumenti importanti riguardano gli alberghi, i cui prezzi cresceranno del 6,9%, battuti soltanto dalle altre strutture ricettive come b&b, case vacanza e simili, che in media alzeranno i propri costi per gli utenti dell’8,4%. La buona parte di questi aumenti di prezzo, concentrati nel settore alberghiero, sono dovuti alla lenta discesa dell’inflazione, mentre per gli spostamenti il peso maggiore è da ricondurre al prezzo del petrolio.

I voli aerei hanno subito aumenti estremi, con i voli nazionali che sono cresciuti del 19,1% rispetto al 2023. Relativamente meno gravoso andare verso altre mete europee, con un aumento del 16,5%, mentre a livello internazionale l’incremento è ancora minore, soltanto del 7,3%. In media, i prezzi dei viaggi in treno sono cresciuti meno di quelli in aereo, con un 8%, mentre i meno cari in assoluto saranno gli autobus turistici, con una crescita dei costi per gli utenti del 4%.

Meno prenotazioni e calo della fiducia: le sensazioni del comparto turistico

Anche i carburanti aumenteranno in maniera significativa per chi deciderà invece di utilizzare la propria auto per spostarsi. Alla pompa di benzina, rispetto allo scorso anno, si verificherà una crescita dei prezzi dell’8,3%, che si traduce in 7,50 euro in più a pieno in media: “A rincarare sono anche tutti i servizi accessori, dai ristoranti che costano il 3,8% in più rispetto allo scorso anno ai parchi divertimento (+4%), passando per musei e monumenti (+3,7%)” conclude Assoutenti.

Tutti questi aumenti fanno calare prima di tutto le prenotazioni: -2,8% rispetto al 2023. Non un risultato eccessivamente negativo, che però pesa nelle opinioni degli imprenditori del settore turistico. Soltanto il 16% di loro hanno un’opinione positiva per il futuro. La maggioranza relativa invece rimane su una prospettiva stabile, il 41,2% per la precisione nel sondaggio di Confesercenti allegato al rapporto di Assoutenti. Sostanziosa invece la percentuale di imprenditori che vede un declino nel prossimo futuro. Il 37,8% di loro non vede prospettive di crescita davanti a sé.