La società di auto elettriche Tesla, di cui Elon Musk è proprietario e amministratore delegato, ha subito un calo in Borsa del 10%. La sua capitalizzazione di mercato è scesa sotto i 1.000 miliardi di dollari, quota che aveva mantenuto per molti mesi. Il crollo è stato causato da dati molto negativi sulle vendite in Europa, ma non è cominciato di recente.
Una parte dei problemi di Tesla sono dovuti proprio a Elon Musk. La sua esposizione mediatica dovuta alla vicinanza al presidente Trump e il suo estremismo politico stanno danneggiando la reputazione della sua azienda, dopo che per settimane sembravano averla resa immune anche ai peggiori risultati economici della sua storia.
Tesla crolla in Borsa
Il titolo di Tesla ha perso un decimo del proprio valore nelle prime ore della sessione del 25 febbraio della Borsa americana. Dall’inizio dell’anno, dopo questi risultati, la società di Elon Musk ha perso quasi un quarto del proprio valore. L’effetto Elon Musk alla Casa Bianca è completamente rientrato e i pessimi risultati economici stanno cominciando ad avere serie ripercussioni.
In particolare, la dirigenza di Tesla è preoccupata della situazione in Europa. A gennaio in Unione europea, Regno Unito e negli altri Paesi del Vecchio Continente, le immatricolazioni delle auto elettriche dell’azienda sono crollate del 45% rispetto al 2024, scendendo sotto le 10mila unità. Anche la quota di mercato, la percentuale di auto Tesla sul totale di quelle vendute, si è quasi dimezzata, a sottolineare come questo calo non sia correlato alle difficoltà del mercato dell’automotive.
Musk, da risorsa a problema
Per Tesla questi dati negativi non sono una novità. Già a dicembre il mercato europeo dava segni di debolezza e il 2024 ha fatto registrare un calo delle vendite a livello globale per la prima volta nella storia della società. Questi dati non avevano però mai intaccato il titolo in Borsa dell’azienda, che sembrava immune alle incertezze sul modello di business della società.
A proteggerlo era Elon Musk e la sua vicinanza a Donald Trump. Gli investitori, tra novembre e gennaio, sono stati molto generosi nel dare credito alla posizione del miliardario sudafricano come consigliere del presidente degli Usa e capo del Doge. Il suo comportamento recente ha però incrinato questo rapporto.
Dal gesto simile a un saluto nazista dal palco dell’inaugurazione di Trump all’interferenza nelle elezioni tedesche in favore dell’estrema destra, Musk sembra essere diventato un problema, più che una risorsa, per le sue aziende, visto anche che il crollo delle vendite in Europa è arrivato immediatamente dopo la sua salita al potere negli Usa.
La concorrenza frena Tesla
Il comportamento di Musk non è l’unico problema di Tesla. Per anni l’azienda ha prosperato in un mercato quasi privo di concorrenza. Le auto elettriche quasi non esistevano sul mercato prima che la società di Elon Musk rivoluzionasse il segmento.
Ora la concorrenza invece abbonda. Le società cinesi, Byd in testa, hanno occupato il mercato in patria mettendo Tesla in difficoltà e stanno per tentare di fare lo stesso in Europa. Le case automobilistiche tradizionali, pur spaventate dalla crisi del mercato automotive, stanno stabilendo gamme elettriche che minacciano le quote di mercato dell’azienda di Musk.
Nel frattempo, Tesla non lancia un nuovo modello di auto da quasi sei anni. L’ultimo prodotto è stato il pick-up Cybertruck, le cui vendite sono state largamente inferiori alle aspettative. La dirigenza ha annunciato un piano per una nuova auto nel 2025, ma Musk continua a concentrarsi su altri progetti, come i robotaxi.