Super ricchi, la proposta di una tassa per lo 0,1% del patrimonio

Si parla sempre più a livello globale di tassare i patrimoni dei super-ricchi. L'Ocse ha rilevato che lo 0,1% della popolazione italiana ha un patrimonio superiore ai 5 milioni di euro

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 27 Maggio 2024 07:58

Una tassa minima dello 0,1% sui patrimoni dei cittadini più facoltosi, ovvero quelli con un patrimonio superiore ai 5,4 milioni di euro, è la proposta avanzata da Oxfam, la confederazione internazionale di organizzazioni non profit dedita alla riduzione della povertà globale. Questo appello è stato ripresentato in vista del prossimo G7 di giugno in Puglia, dopo essere stato già discusso a Stresa e recentemente in Senato. Tuttavia, finora la richiesta non ha ricevuto risposta.

Disparità economiche in Italia

Secondo Oxfam, lo 0,1% della popolazione italiana più ricca possiede una ricchezza quasi tre volte superiore a quella detenuta dalla metà più povera del Paese. Una tassa su questo ristretto gruppo di circa 50 mila persone, con un patrimonio netto individuale superiore ai 5,4 milioni di euro, potrebbe generare un gettito aggiuntivo fino a 15,7 miliardi di euro all’anno. Se l’imposta fosse estesa al top 0,5% della popolazione, i proventi potrebbero raggiungere i 23 miliardi di euro.

Utilizzo dei fondi raccolti

Questi fondi potrebbero essere utilizzati per migliorare la sanità pubblica e l’istruzione, contrastare il lavoro precario e affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici in Italia. In sostanza, una tassa sui più ricchi potrebbe coprire le necessità di un’intera manovra economica annuale.

Prospettive per il G7 in Puglia

Si guarda con speranza al prossimo G7 in Puglia, anche perché dall’ultimo G7 di Stresa sull’argomento non si è registrato alcun progresso. Le prospettive su una ‘global tax’ restano pessimistiche. Oxfam ha ribadito la richiesta di “azioni coordinate” per tassare i super-ricchi, ma il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha ammesso che i Paesi interessati sono “ad un punto quasi morto”. La scadenza di giugno per il primo pilastro “rischia di essere mancata”.

Dibattito globale sulla tassazione dei grandi patrimoni

C’è un acceso dibattito su come tassare l’estrema ricchezza e redistribuirla per finanziare lo Stato sociale o la transizione ecologica e digitale. Negli Stati Uniti, la proposta del presidente Joe Biden di introdurre un’aliquota minima del 25% sui redditi di chi possiede patrimoni superiori a 100 milioni di dollari sta generando molte discussioni. Anche in Europa, il tema sta guadagnando terreno: una petizione per una direttiva comunitaria che imponga una tassa patrimoniale per finanziare la transizione ecologica ha già raccolto 200 mila firme a Bruxelles.

Proposte fiscali in Europa

L’EuTax Observatory ha recentemente pubblicato un rapporto sull’evasione fiscale globale, proponendo una tassa minima annuale del 2% sui patrimoni eccedenti 1 miliardo di euro. Questa misura mira a ridurre l’evasione fiscale e garantire una distribuzione più equa delle risorse, sostenendo finanziariamente la transizione ecologica e altri investimenti sociali.

Il manifesto per una tassazione dei ricchi in Italia

In Italia, 134 economisti provenienti da 50 università italiane e straniere hanno sottoscritto il Manifesto a supporto di un’agenda “Tax The Rich”. Questo documento propone una serie di misure per aumentare l’equità del sistema fiscale italiano, garantire maggiore sostenibilità alle finanze pubbliche e reperire le risorse necessarie per una crescita sostenibile ed inclusiva. Inoltre, il Manifesto sostiene politiche di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e finanzia investimenti nella transizione ecologica giusta.

Il Manifesto sottolinea l’importanza di incrementare la spesa pubblica in settori chiave come sanità e pensioni, come evidenziato dai dati dell’Ocse. Mikhail Maslennikov, policy advisor su giustizia economica di Oxfam, ha dichiarato: “L’adesione di un numero così significativo di economisti italiani dà autorevolezza e ulteriore vigore alle nostre istanze di una maggiore giustizia fiscale. Con questo Manifesto ci auguriamo di avere l’ascolto della classe politica che non può più ignorare la necessità di rafforzare l’equità del nostro sistema fiscale”.