Eredità e successione, cosa potrebbe cambiare per le tasse: il piano del Governo

Il tema della tassa di successione è fortemente dibattuto non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Si cerca un modo per ridurre le disparità e cercare più equità

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Il dibattito sulla tassazione dei patrimoni, tramite imposte di successione o patrimoniali, è stato a lungo oggetto di divisione tra opinione pubblica, politica e studiosi. La complessità e i potenziali effetti disincentivanti di tali tasse hanno portato, fino a poco tempo fa, l’Ocse a mantenere un approccio cauto.

Il rapporto del 2018 dell’Ocse ribadiva infatti i rischi di disincentivare l’imprenditorialità e di duplicare l’imposizione per chi ha già contribuito notevolmente tramite le imposte sul reddito.

Che cosa sta cambiando a livello globale rispetto alle tasse sui patrimoni

Recentemente, però, il panorama sta cambiando con una rinascita del dibattito su questi tributi, soprattutto in relazione ai patrimoni di dimensioni notevoli. Negli ultimi due anni, sono emerse delle proposte interessanti a livello globale. Il Presidente Biden ha proposto di imporre un’aliquota minima del 25% sui redditi dei patrimoni superiori a 100 milioni di dollari.

In Europa, una petizione cerca di introdurre una tassa patrimoniale per finanziare la transizione ecologica, mentre l’Eu Tax Observatory ha suggerito una tassa minima annuale del 2% sui patrimoni che superano il miliardo di euro. Quest’ultima proposta verrà discussa anche durante gli incontri del G20 a San Paolo del Brasile nel giugno 2024 insieme a Francia, Germania, Spagna, Sudafrica e Brasile.

Il contesto italiano

In Italia, il governo sta attualmente lavorando a un decreto legislativo che riformerà l’imposta sulle donazioni e successioni, non direttamente legato al rinnovato dibattito internazionale, ma piuttosto mirato a una razionalizzazione delle norme esistenti. Approvato preliminarmente dal Consiglio dei ministri il 9 aprile, il decreto introdurrà un sistema di autoliquidazione per l’imposta di successione e applicherà l’imposta anche alle distribuzioni da trust, con nuove regole di territorialità.

Esonero per le aziende familiari e chiarimenti governativi

Inoltre, il decreto conferma l’esonero dall’imposta per i passaggi generazionali di aziende o partecipazioni di controllo, una misura introdotta per prevenire la frammentazione di aziende familiari. Sono inclusi anche chiarimenti su applicazioni pratiche, come l’applicabilità dell’esonero non solo per azioni ma anche per quote sociali, e in alcuni casi per trasferimenti di azioni e quote di società estere.

Nonostante queste modifiche, l’Italia mantiene uno dei regimi meno onerosi in Europa per quanto riguarda le successioni e donazioni. Un inasprimento delle aliquote, sebbene discusso in passato, non sembra probabile sotto l’attuale governo.

Il paese potrebbe però dover considerare adeguamenti ai trend internazionali, specialmente se le proposte come quelle discusse al G20 guadagneranno ulteriore trazione.

Il Pd spinge per una equa redistribuzione delle ricchezze

Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro della segreteria del Partito Democratico, ha chiarito in un’intervista a La Stampa la situazione delle imposte patrimoniali in Italia. Secondo Guerra, il dibattito non dovrebbe concentrarsi sull’introduzione di una nuova imposta patrimoniale, dato che in Italia esistono già quattro tipi di tassazione sia sui beni mobili che immobili, inclusi i patrimoni detenuti all’estero, ad eccezione della prima casa. Ciò che si rende necessario, secondo Guerra, è una profonda revisione del sistema attuale per garantire una maggiore equità.

Questo aggiornamento dovrebbe includere, da un lato, un aggiornamento delle rendite catastali per riflettere il reale valore degli immobili, e dall’altro, una correzione della regressività della tassazione patrimoniale, che attualmente vede i più abbienti pagare proporzionalmente meno rispetto a chi possiede meno. Guerra sostiene anche la proposta che prevede l’introduzione di un prelievo progressivo sia sui redditi di lavoro e pensione sia sui patrimoni, con una significativa deduzione di base che esenterebbe i piccoli patrimoni, includendo anche la tassazione sui redditi generati da tali patrimoni.