L’Abi lancia l’allarme riguardo al futuro delle procedure legate al Superbonus, avvertendo che famiglie e imprese potrebbero rischiare il default.
Il presidente Antonio Patuelli ha spiegato che, con la riduzione dell’ambito di compensazione, le banche dovranno necessariamente interrompere l’acquisto dei crediti del Superbonus. Se i principali acquirenti dei crediti si vedranno costretti a fermarsi, sarà indispensabile trovare nuove soluzioni per mantenere vivo il mercato, altrimenti imprese, condomini e famiglie potrebbero trovarsi in gravi difficoltà economiche che potrebbero portarli al default.
L’Abi avverte: “Le famiglie a rischio default”
Questo riferimento riguarda il divieto di compensare i crediti con contributi previdenziali e assistenziali, imposto dal governo a partire dal 2025. Tale divieto riguarderà banche e imprese di assicurazione, rappresentando di fatto una stretta quasi definitiva alla cessione di credito e allo sconto in fattura, per i quali già rimanevano pochissime esenzioni.
Poiché i contributi previdenziali rappresentavano uno dei mezzi più comuni utilizzati dalle banche, è probabile che queste istituzioni non accetteranno più di erogare tali crediti e potrebbero persino rescindere i contratti già in essere. Questa situazione aumenta il rischio che molte famiglie perdano parte dei fondi investiti per ottenere il bonus.
“Non c’è alcun interesse che ci siano dei settori dell’economia che vadano in default in seguito di questo Superbonus” ha assicurato Patuelli sottolineando che “quello che auspico e aspetto dopo le elezioni europee – è l’invenzione di un veicolo, non all’interno del consolidamento del bilancio dello stato, ma che possa essere in grado di coinvolgere risorse pubbliche e private fuori dal bilancio dello stato e che diventi acquirente dei crediti. Ma non deve essere un veicolo di salvataggio” ha ribadito.
Una proposta simile a quella dell’Abi viene avanzata da Forza Italia. Attraverso un ordine del giorno al decreto legge sul Superbonus, il partito chiede al governo di considerare la possibilità di creare una società veicolo o un altro strumento adeguato, soggetto alla supervisione del Ministero dell’Economia e delle Finanze, per l’acquisto dei crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi. L’obiettivo è prevenire eventuali conseguenze negative sulle imprese e sui cittadini a causa di una possibile difficoltà di accesso al credito, anche dopo l’estensione a 10 anni della detraibilità dei crediti, derivante dal nuovo quadro normativo.
Quante sono le famiglie a rischio
Il rischio di default per le famiglie non è considerato solo dall’Abi, ma anche da diverse associazioni di categoria. Sembrerebbe che le continue modifiche apportate al bonus non siano state sufficienti a mitigare questo rischio: dalla riduzione della percentuale dal 110% al 70%, passando per il progressivo restringimento della platea dei beneficiari, fino alla recente stretta sulla compensazione dei crediti.
Secondo l’Associazione Esodati del Superbonus, circa 1,5 milioni di famiglie sono a rischio. Sebbene rimanga la possibilità di portare i crediti in detrazione, questa opzione richiede un’ampia capacità fiscale. Secondo alcune stime, per una spesa di circa 120mila euro si potrebbero detrarre circa 13mila, ma ciò richiederebbe un reddito Irpef annuo di 40-50mila euro.
Andrea De Gennaro (GdF): “Frodi per miliardi di euro con il Superbonus”
Il comandante generale della Guardia di Finanza, Andrea De Gennaro, ha dichiarato al Festival dell’economia di Trento che il Bonus e il Superbonus sono stati inizialmente visti come misure capaci di stimolare l’economia, e probabilmente lo hanno fatto, con molte aziende che hanno operato correttamente. Tuttavia, ha evidenziato la presenza di una significativa quantità di frodi.
Ha sottolineato che l’attività della Guardia di Finanza si concentra principalmente sulla prevenzione piuttosto che sulla repressione, e che sono state scoperte frodi bloccando i crediti ancora nei cassetti fiscali, senza che vi sia stata effettiva erogazione del credito. De Gennaro ha precisato che sono stati recuperati “oltre 8,5 miliardi di euro di crediti d’imposta fittizi” relativi al Bonus e al Superbonus.
Superbonus, le ultime novità
Nel dibattito sul decreto Superbonus, dopo il voto di fiducia, si prospetta il voto finale previsto per domani. La novità principale riguarda le spese sostenute per il Superbonus dal primo gennaio 2024 (ora deducibili al 70%, che scenderà al 65% nel 2025), le quali potranno essere portate in detrazione nell’arco di 10 anni anziché 4, con un ammontare complessivo di detrazioni fruibili che si aggira intorno ai 12 miliardi di euro tra il 2024 e il 2025.
Inoltre, viene estesa a 10 anni (rispetto ai 5 attuali) anche la possibilità di detrarre le spese per il sismabonus e il bonus barriere. Ciò che impatta sulle banche è che a partire dal 2025 tutti gli istituti finanziari non saranno più autorizzati a compensare i crediti del superbonus con debiti previdenziali, assistenziali e i premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, pena il recupero del credito con interessi e una sanzione. In aggiunta, banche, assicurazioni e intermediari che hanno acquisito crediti pagandoli meno del 75% del loro valore originario, dovranno ripartire i pagamenti in 6 rate annuali, che non potranno essere cedute o ulteriormente ripartite.
Piano casa, oggi la discussione in CdM
Sul fronte dell’edilizia, è previsto oggi in Consiglio dei Ministri la discussione del decreto Salva casa, il piano proposto da Matteo Salvini che punta a sanare le piccole difformità edilizie servirà a gestire irregolarità su porte e spazi interni. Tra queste soppalchi, verande, tende e pompe di calore secondo le ultime indiscrezioni.
Il decreto legge si articola in tre articoli, e il processo di regolarizzazione comporterà un costo che varierà da mille a 31 mila euro. Ciò significa che sarà necessario versare una sanzione pecuniaria pari al doppio dell’aumento del valore dell’immobile. È importante notare che la nuova normativa non si applica agli abusi edilizi strutturali, come lo spostamento di un muro portante, ma si concentra solo sugli abusi minori, come lo spostamento di un tramezzo o una variazione nella posizione di una finestra.
Inoltre, si prevede una stretta sui lavori di ristrutturazione, con il bonus casa che dal 2028 al 2033 sarà ridotto al 30%. Per quest’anno, il bonus è stato confermato al 50%, con un limite di spesa detraibile di 96mila euro; tuttavia, a partire dal 2025, salvo eventuali proroghe, l’aliquota scenderà al 36%, con un limite di spesa che dovrebbe ridursi a 48mila euro.
Inoltre, è stato istituito un plafond di 400 milioni di euro per consentire la cessione e lo sconto in fattura nelle zone colpite dai sismi del 2009 e del 2016, ma questo potrà essere utilizzato solo per le nuove pratiche.
Per il 2025, sono previsti un fondo da 35 milioni per gli interventi in altre zone colpite da sismi e uno da 100 milioni per gli interventi degli enti del terzo settore, onlus, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale. Inoltre, viene coinvolto il coinvolgimento dei Comuni per i controlli ai cantieri del Superbonus, con un ritorno pari al 50% delle somme riscosse.