Stretta sui pensionamenti anticipati e Quota 103: come cambiano le pensioni

Chi lascerà il lavoro a 62 anni con 41 di contributi, si vedrà ricalcolato l’assegno con il più penalizzante metodo contributivo

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Dopo il definitivo via libera alla Manovra, nel corso della serata del 29 dicembre 2023, si prospettano diverse novità nel contesto delle pensioni. Nel capitolo dedicato a Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna, l’anno successivo porterà con sé alcune modifiche per coloro che intendono accedere alla pensione anticipata. Si conferma la penalizzazione per i medici che decidono di lasciare il lavoro in anticipo, ma le pensioni di vecchiaia rimarranno intatte. A partire dal 1° gennaio 2024, entrerà in vigore la rivalutazione delle pensioni, mirando a compensare l’impatto dell’inflazione sui benefici.

Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna: i requisiti

Nel complesso, il 2024 sarà caratterizzato da una maggiore restrizione per quanto riguarda le pensioni anticipate, con l’implementazione di nuovi vincoli per coloro che desiderano ritirarsi dal mercato del lavoro in anticipo. La Quota 103, una misura chiave della Lega, è confermata per l’intero anno 2024, ma subirà delle penalizzazioni: i requisiti di accesso rimangono invariati, con un’età minima di 62 anni e 41 anni di contributi, tuttavia, l’assegno sarà ricalcolato utilizzando il metodo contributivo e sarà soggetto a un tetto massimo di 2.500 euro. Per la maggior parte dei pensionati, questo ricalcolo comporterà una riduzione dell’assegno. Inoltre, le finestre di uscita subiranno delle modifiche, passando da 3 a 7 mesi per i lavoratori privati e da 6 a 9 mesi per quelli pubblici, una volta raggiunti i contributi necessari.

Anche Ape sociale e Opzione donna vengono confermate per il prossimo anno, ma si riduce la platea di possibili beneficiari. Vengono alzati i requisiti anagrafici: a 63 anni e 5 mesi per l’Ape sociale e a 61 anni per Opzione donna, con uno sconto di anno per ogni figlio (fino a un massimo di due. Nel primo caso non saranno ampliate le categorie di lavori gravosi e nemmeno per il secondo caso variano le classi di beneficiarie: possono accedere a Opzione donna le caregiver, le dipendenti che sono state licenziate, o coloro che presentano un’invalidità al 74%

Cosa succede alle pensioni dei medici dal 2024

Per quanto concerne le pensioni dei medici, argomento di intensa discussione, alla fine il governo ha deciso di non apportare modifiche a quelle di vecchiaia. Tuttavia, per coloro che optano per il pensionamento anticipato nel 2024, è prevista una riduzione dell’assegno, una disposizione che coinvolge anche altri dipendenti pubblici, tra cui insegnanti e personale degli uffici giudiziari.

Chi sceglie di andare in pensione in anticipo o per anzianità vedrà una diminuzione dell’assegno a seguito di un ricalcolo. Un’eccezione è rappresentata da medici e infermieri, per i quali la Manovra prevede la possibilità di prolungare la permanenza in servizio una volta raggiunti i requisiti per il pensionamento anticipato. Per ogni mese aggiuntivo di lavoro, il taglio dell’aliquota sarà ridotto, e dopo tre anni l’importo tornerà completo.

Rivalutazione pensioni 2024, la tabella degli aumenti

Come consuetudine annuale, le pensioni saranno rivalutate considerando l’effetto dell’inflazione, rappresentando essenzialmente un adeguamento al costo della vita. Nel 2024, l’aumento previsto è del 5,4%, ma verrà applicato in modo differenziato. Sarà effettuata un’indicizzazione completa solo per gli assegni che, a dicembre 2023, non superano i 2.272 euro lordi mensili (quattro volte il trattamento minimo Inps, pari a 567,94 euro). La percentuale di indicizzazione sarà successivamente ridotta gradualmente all’aumentare dell’importo dell’assegno. Le nuove fasce includono un aumento del 4,6% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo, del 2,9% tra 5 e 6 volte il minimo, del 2,5% tra 6 e 8 volte il minimo, del 2% fino a 10 volte il minimo, e dell’1,2% per importi oltre 10 volte il minimo.

L’aumento delle pensioni minime rappresenta una promessa avanzata da alcune forze di maggioranza, soprattutto da Forza Italia, in ogni legge di Bilancio. Tuttavia, l’anno scorso è stato implementato un’incremento per gli over 75, che non sarà ripetuto quest’anno. Per coloro che percepiscono una pensione minima, indipendentemente dall’età, l’aumento previsto nel 2024 è quello derivante dalla rivalutazione.