Il gruppo Stellantis ha annunciato che la linea dell’impianto torinese di Mirafiori che produce la 500 elettrica rimarrà chiusa fino al 11 ottobre. Dall’inizio dell’anno questa parte della storica fabbrica Fiat non ha mai funzionato a pieno regime e questo ha acuito la crisi che da tempo affligge tutto l’indotto piemontese dell’automotive.
L’ulteriore stop di un altro mese è dovuto alla mancanza di ordini. Il mercato delle auto elettriche è stagnante, con una crescita sempre più lenta e una diminuzione dei veicoli venduti in tutto il continente. I prezzi troppo alti, le preoccupazioni dei clienti sull’autonomia e la concorrenza cinese, ritenuta sleale dall’Ue, stanno frenando le vendite mentre si avvicina la messa al bando delle auto a combustione.
Mirafiori ancora ferma: la decisione di Stellantis
Il gruppo Stellantis, che gestisce quasi tutti i marchi automobilistici italiani che facevano parte del gruppo Fiat, oltre che al gruppo Citroën-Peugeot e ai marchi Chrysler, ha bloccato per un altro mese la produzione di 500 elettriche nell’impianto di Mirafiori, vicino a Torino. La nuova data per la ripresa del lavoro è l’11 ottobre, ma è ormai un anno che l’azienda rimanda l’inizio delle attività facendo largo uso della cassa integrazione.
Mirafiori è quasi interamente dedicato alla costruzione di 500 elettriche. Le due linee Maserati, che proseguono le loro attività, rappresentano una parte minima della produzione dell’impianto. Da diverso tempo Stellantis non assume più operai presso la fabbrica torinese e non sostituisce quelli che vanno in pensione, molti data l’età avanzata della forza lavoro.
Al contrario, favorisce le uscite con accordi che permettano ai lavoratori più anziani di abbandonare prima il posto di lavoro. Mirafiori ospita però solo l’assemblamento delle auto. Le componenti sono quasi tutte prodotte dall’indotto che si è sviluppato attorno all’impianto. Da quando il gruppo ha deciso di produrre soltanto 500 elettriche, auto molto più semplici dal punto di vista meccanico, le aziende che dipendevano dai contratti che avevano con Stellantis sono andate in crisi e hanno cominciato a chiudere.
Il mercato delle auto elettriche in Europa non funziona
La ragione per l’ennesimo stop di Mirafiori è la mancanza di ordini sufficienti a giustificare la produzione di 500e. L’elettrica di casa Fiat è tra le poche auto a batteria del marchio italiano disponibili sul mercato, ma l’intero segmento è in crisi. Dopo una forte crescita nel 2023, spinta soprattutto dagli incentivi, il 2024 ha portato a un continuo calo delle immatricolazioni delle auto elettriche.
I problemi che i consumatori riportano sono principalmente due. Uno è l’alto costo dei modelli in confronto a quelli a benzina e diesel, determinato dal prezzo delle batterie, e l’altro è la ridotta autonomia. Per questa ragione stanno avendo successo le auto ibride, sia mild che plug in, che risolvono entrambi i problemi con batterie più piccole e serbatoi cha garantiscono tratti di strada più lunghi tra un rifornimento e l’altro.
Infine c’è anche la concorrenza delle aziende cinesi. BYD, Leapmotor e altri marchi specializzati riescono a produrre auto elettriche a prezzi molto inferiori dei concorrenti europei. Secondo l’Ue questo vantaggio competitivo è dato dai sussidi statali di Pechino e per questo il blocco vuole imporre dazi doganali sui veicoli a batteria provenienti dalla Cina.