Stangata pasquale, benzina sopra 2 euro: le ragioni

Alla vigilia del weekend di Pasqua con l'aumento del traffico da Nord a Sud e viceversa tornano a salire i prezzi dei carburanti

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Redazione

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Continuano a salire i prezzi di benzina e diesel alla vigilia del primo ponte di primavera. Alle porte del fine settimana di Pasqua i listini carburanti dei prezzi consigliati dei maggiori marchi – così come le medie nazionali dei prezzi praticati alla pompa – hanno tutti registrato aumenti, con i prezzi che per il servito, nelle stazioni di servizio autostradali e nelle isole minori hanno anche oltrepassato la soglia psicologica dei 2 euro al litro. Si tratta della seconda impennata del 2023, dopo quella di febbraio, quando le quotazioni erano aumentate per effetto dell’embargo sul petrolio russo, prima di scendere con la fine della stagione invernale.

La mappa dei rialzi

In base alle medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero dello Sviluppo economico ed elaborati da Staffetta Quotidiana, rilevati il 5 aprile su circa 18mila impianti, la benzina self service è salita a 1,872 euro/litro (+7 millesimi, compagnie 1,876, pompe bianche 1,863), il gasolio a 1,771 euro/litro (+2, compagnie 1,776, pompe bianche 1,760).

La benzina servito a 2,007 euro/litro (+6, compagnie 2,050, pompe bianche 1,924), diesel a 1,911 euro/litro (+2, compagnie 1,956, pompe bianche 1,822). Gpl servito a 0,789 euro/litro (-1, compagnie 0,797, pompe bianche 0,779), metano servito a 1,675 euro/kg (-7, compagnie 1,668, pompe bianche 1,681), Gnl 1,598 euro/kg (-8, compagnie 1,618 euro/kg, pompe bianche 1,582 euro/kg).

In autostrada prezzi ben al di sopra dei due euro sia per benzina che per diesel con il record toccato sulla A21 Torino-Piacenza dove la benzina in modalità servito ha raggiunto i 2,499 euro al litro. Listini alla pompa in salita anche sulle isole minori: a Capri un litro di benzina raggiunge 2,119 euro al litro, 2,039 euro il gasolio, mentre a Ischia la verde costa fino a 2,154 euro al litro.

Le ragioni

Tra i motivi a spingere in alto il prezzo dei carburanti la notizia della decisione lo scorso fine settimana del taglio di produzione deciso a sorpresa dell’Opec+, con il quale ridurrà l’offerta di petrolio di 1,15 milioni di barili al giorno, a partire da maggio fino alla fine dell’anno. Lo scopo è quello ridurre l’offerta di petrolio sostenendo al tempo stesso le sue quotazioni che sono arrivate a toccare il minimo a 70 dollari al barile dopo la crisi delle banche.

La mossa dell’Opec+ però ha sorpreso gli operatori anche perché da ormai due settimane il prezzo del greggio era già tornato a salire, avvicinandosi alla soglia psicologica degli 80 dollari al barile. La mossa dell’Opec e il conseguente balzo del prezzo del petrolio, andrà a ridurre dell’1,8% l’offerta di petrolio, aumentando oltre che le preoccupazioni sulla stabilità dell’economia globale, anche i margini di profitto dei produttori di petrolio e gas.

Per conoscere come si muoverà i mercato del petrolio e del gas nel corso del 2023 leggi questo articolo.

La denuncia dei consumatori

Immediata la reazione del Codacons, che vede la speculazione dietro i recenti aumenti dei prezzi alla pompa. “Ancora una volta i prezzi dei carburanti tornano ad impennarsi proprio quando aumentano le partenze degli italiani – ha denunciato il presidente Carlo Rienzi –. Rispetto alla Pasqua dello scorso anno la benzina costa oggi il 6,5% in più, con un aggravio di spesa pari a quasi 6 euro a pieno, che rischia di determinare una stangata da complessivi 120 milioni di euro solo per i maggiori costi di rifornimento a carico degli italiani che si sposteranno in auto durante le festività”.