Scontro sul Patto di Stabilità: braccio di ferro di Meloni e Giorgetti con l’Ue

Meloni e Giorgetti non si arrendono e continuano il braccio di ferro con l'Ue per il Patto di Stabilità: cosa non torna all'Italia per gli accordi con Bruxelles

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

L’Italia non ci sta a un Patto di Stabilità “troppo tedesco”, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni che non hanno intenzioni di abbassare la testa alle richieste considerate troppo rigide. E col tempo che ormai volge al termine c’è bisogno di trovare un accordo che, almeno per il momento, vede il Bel Paese contrario alle proposte della Germania e pronto a porre il veto se il negoziato dovesse continuare sui binari già intrapresi da alcune settimane.

Giorgetti alza il muro con la Germania

I governi europei sono al lavoro per trovare l’accordo sul Patto di Stabilità, con i negoziati a porte chiuse che vanno avanti ormai da settimane e il prossimo passaggio, forse decisivo, previsto nelle prossime ore. Dopo essere tornato troppo volte insoddisfatto da Bruxelles, il ministro Giancarlo Giorgetti sembra ormai essere apertamente in contrasto con la strada intrapresa dall’Ue, con un vero e proprio scontro aperto.

A trainare la discussione, infatti, è sempre quella Germania che col suo ministro Christian Lindner vorrebbe inserire nelle regole precisi obblighi di riduzione annuale del debito e obiettivi di deficit molto sotto al 3% del prodotto lordo, che è previsto nel Trattato europeo. Dalla proposta, però, Lindner è passato all’essere pressante, con la richiesta che i vincoli scattino subito dal 2025 e non dal 2032 come si era paventato.

E di questa posizione non ne vuole sentir parlare il ministro italiano Giorgetti, che non solo vuole difendere gli interessi dell’Italia, ma anche quelli dell’Europa. E il ministro dell’Economia non esclude il veto dell’Italia perché “il pacchetto legislativo si compone di tre parti, ma l’accordo deve raggiungere un equilibrio complessivo“.

Alternative? Giorgetti e il suo collega francese Bruno Le Maire hanno una controproposta per bilanciare la pressione di Lindner, ovvero raggiungere come obiettivi la sostenibilità del debito, il calo dei costi da interessi, ma anche poter spendere in difesa, tecnologie, transizione verde e nel sostegno all’Ucraina.

La posizione di Meloni sul Patto

E in una lunga intervista rilasciata ai microfoni di Rtl 102.5 anche la premier Giorgia Meloni non si è tirata indietro nel parlare del Patto di Stabilità. In un discorso molto ampio sulle mosse del suo Governo, la presidente del Consiglio ha innanzitutto chiesto cautela nel parlare del Patto perché “sono ore serrate di trattativa, è un momento molto delicato“.

Ma nonostante ciò la premier ha sottolineato di credere in “un’Europa seria che debba tenere in considerazione le strategie che si è data”. Un messaggio chiaro della leader di FdI, che ha visto il suo partito ancora sotto il 30% di recente, che ha specificato le richieste fatte: “Il punto principale che poniamo sono gli investimenti: quando si fanno le regole sui parametri che gli Stati devono rispettare, non si può non tenere conto degli investimenti che l’Europa chiede. Ci sono altri punti di vista, stiamo facendo del nostro meglio per trovare una sintesi efficace ma ragionevole”.

Dai microfoni di Rtl è poi arrivata la chiara richiesta: “L’unica cosa che non si può fare è dire di sì a regole che non si possono rispettare”.