Patto stabilità, BCE in pressing: “senza accordo rischi rialzo spread”

Una mancata intesa "può creare più incertezza che si rifletterebbe su tassi e spread" ha detto il Vicepresidente de Guindos

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Redazione

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Luis de Guindos, vicepresidente della Banca Centrale Europea, spinge verso l’intesa sul Patto di Stabilità.

“Un mancato accordo dei Paesi Ue “potrebbe creare più incertezza che potrebbe portare a ulteriori aumenti di rendimenti e differenziali (spread), specialmente nei paese che non riescono a tenersi in linea con le regole del Patto”, ha detto nella conferenza stampa di presentazione del Rapporto sulla stabilità finanziaria.

Patto stabilità, BCE in pressing

Secondo il banchiere centrale, infatti, “anche se nell’ultimo anno abbiamo visto un importante aumento dei tassi” sui titoli di Stato, i differenziali tra Paesi, gli spread “sono stati piuttosto stabili e nelle ultimissime fasi abbiamo visto un po’ di riduzione dei differenziali”. “La buona notizia è che la situazione sui mercati dei titoli di Stato è positiva”. Ma lo scenario di un non accordo sulla revisione del patto di stabilità e di crescita può creare più incertezza che si rifletterebbe su tassi e spread, ha ribadito de Guindos.

Pressing anche del commissario agli Affari economici Paolo Gentiloni che professa moderato ottimismo: “Ho pieno rispetto delle posizioni di tutte le forze politiche dei diversi paesi europei” nella discussione in corso sul nuovo Patto di Stabilità, ha detto al termine della conferenza stampa sul “semestre europeo”, ieri a Strasburgo. “Vedo che la discussione sta generando contatti continui e molto intensi tra i diversi governi, e non solo tra Francia e Germania; anche il governo italiano è molto impegnato in queste discussioni. Quindi – ha aggiunto Gentiloni – io resto ottimista sulla possibilità di arrivare a un’intesa. Non siamo ancora lì ma penso che ci si può arrivare, a c’è l’impegno di tutti e in particolare della presidenza spagnola” di turno del Consiglio Ue “per arrivarci”.

“Senza accordo rischi rialzo spread”

Intanto, la Germania, per voce del ministro delle Finanze della Germania, Christian Lindner,  insiste sulla necessità di assicurare risanamento e sostenibilità dei conti con la riforma. La cooperazione franco tedesca, ha dichiarato, “fa progressi, ma le cose sono cambiate con i tassi più alti”. Rispetto a un anno fa, in cui “si discuteva unicamente di aumentare gli investimenti, oggi si parla molto di più di sostenibilità dei debiti”, ha spiegato nel corso di una conferenza su inflazione e democrazia.

de Guindos si è anche espresso sulla decisione di Moody’s di migliorare a “stabile” l’outlook sul rating dell’Italia, definendolo uno sviluppo “positivo”. Nelle scorse ore, infatti, è arrivata una sorpresa dall’agenzia di rating, la più severa fra le “tre sorelle”, che ha migliorato l’outlook sul rating dell’Italia a “stabile” da “negativo”.  

Italia, sorpresa Moody’s

“La decisione di modificare l’outlook – spiega l’agenzia – “riflette una stabilizzazione delle prospettive della forza economica del paese, la salute del suo settore bancario e la dinamica del debito pubblico. Le prospettive economiche a medio termine continuano a essere supportate dall’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), mentre i rischi per le forniture energetiche si sono ridotti, in parte grazie alla forte azione politica del governo. Anche i miglioramenti nel settore bancario, che secondo Moody’s saranno elevati, sostengono la crescita economica. A sua volta, l’attesa di una crescita positiva e sostenuta del PIL nei prossimi anni riduce il rischio di un deterioramento significativo e rapido della forza fiscale”.

Spread giù

Moody’s ha segnalato anche delle fragilità, in particolare, nella limitata capacità istituzionale di ottenere miglioramenti strutturali della crescita derivanti dall’attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal PNRR. Inoltre, dal momento che un consolidamento fiscale ampio e duraturo sarà politicamente impegnativo, l’agenzia ritiene che il peso del debito italiano rimarrà molto elevato, limitandone la forza fiscale.

Una decisione, quella di Moody’s che ha subito mostrato i suoi effetti positivi: nelle scorse ore, infatti,  allungo al ribasso per lo spread,  termometro del rischio Paese, che si è portato a 172 punti.