Ryanair contesta l’ENAC: perchè vuole la testa di Di Palma?

Il fondatore della low cost irlandese, costretto ad un ritiro dalle Isole a causa del decreto caro voli, mette in discussione i documenti approntati dall'Ente per l'aviazione civile

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Redazione

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Non si placano le polemiche dopo l’approvazione da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del decreto contro il caro voli e la successiva decisione di Ryanair di rispondere alla misura tagliando le rotte per le Sardegna e Sicilia. La compagnia aerea ha infatti alzato nuovamente i toni chiedendo le dimissioni oggi del presidente dell’ENAC, Pierluigi Di Palma, Secondo Ryanair infatti, Di Palma dovrebbe assumersi la responsabilità per il falso rapporto prodotto dall’ENAC e presentato al Governo Italiano sul prezzo dei biglietti aerei.

L’accusa di O’Leary

“Il falso rapporto ENAC-Di Palma, è disseminato di errori e false affermazioni, ma sorprendentemente non sottolinea l’obbligo legale dell’Italia di garantire la libertà di prezzo sia per i vettori italiani che per quelli dell’UE che operano nel mercato italiano.

Questo falso rapporto dell’ENAC dimostra che il suo Presidente non è idoneo a supervisionare le attività dell’ENAC. Non ci sono prove di alcuna collusione dei prezzi tra le compagnie aeree, specialmente quando ITA applica tariffe molto elevate e Ryanair offre solo tariffe basse”, ha accusato il CEO di Ryanair, Michael O’Leary. “Le sue false affermazioni di ieri sugli oligopoli mostrano la sua incompetenza sull’economia delle compagnie aeree. Se era davvero preoccupato per gli oligopoli, allora perché l’Italia propone di vendere ITA a Lufthansa, la compagnia aerea con le tariffe più alta d’Europa? La vendita di ITA a Lufthansa ridurrà il numero di concorrenti nel mercato italiano, ma Di Palma e l’ENAC non sembrano avere problemi con questa vendita, che ridurrà la concorrenza ed aumenterà ulteriormente le tariffe ITA”, ha aggiunto.

La posizione del governo

Oggi il ministro delle imprese e del Made in Italy riunirà di nuovo Ministero il tavolo permanente sul caro voli. Da giorni il ministro, che ha avviato un confronto con il settore, ripete: “L’Italia è un paese sovrano, non si fa ricattare da nessuno”. In un’intervista a Sky Tg 24 il ministro Urso ha spiegato che la riunione servirà a verificare se si può migliorare il decreto, “mantenendo pero’ gli stessi obiettivi”. Quanto alle critiche di O’ Leary che negli ultimi giorni ha definito “spazzatura” e “inapplicabile” il decreto tariffe approvato dal Mimit, il Ministro Urso ha ricordato che “lo scorso anno la maggior parte dei 300 milioni di incentivi per il trasporto aereo sono stati dati a Ryanair e questo succede da 20 anni”. Sulla vicenda si è espresso anche il ministro dei Trasporti Matteo Salvini: “Sulle scelte si può ragionare, gli insulti e i ricatti non sono accettabili”.

La risposta dei consumatori

Intanto l’Unione Nazionale Consumatori ha deciso di presentare un esposto all’Antitrust sulla vicenda. Il presidente Massimiliano Dona ha spiegato che l’associazione ha chiesto all’Antitrust tre cose: “in primo luogo di accertare, avvalendosi dell’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, se Ryanair, o altre compagnie aeree, utilizzano gli algoritmi e in tal caso, per che finalità e con che modalità li usano. In secondo luogo se questa estate alcune compagnie aeree hanno violato il decreto legge 10 agosto 2023, n. 104 che vieta, a determinate condizioni, la fissazione dinamica delle tariffe. In terzo luogo, di dichiarare pratica commerciale scorretta, e in taluni casi un abuso di posizione dominante, l’uso degli algoritmi che consentono di modificare il prezzo di vendita”.”Inoltre abbiamo già depositato in Senato, come osservazioni al ddl concorrenza, una proposta per mettere fine all’utilizzo scorretto degli algoritmi”, ha concluso Dona.