Negli ultimi mesi, gli economisti di tutto il mondo hanno monitorato con attenzione i segnali provenienti dagli Stati Uniti, preoccupati da una possibile recessione che avrebbe potuto innescare effetti a catena sul resto del mondo, Italia compresa. Tuttavia, le ultime novità hanno ribaltato, almeno in parte, le previsioni più negative.
I principali broker internazionali hanno rivisto al ribasso le probabilità di una recessione negli Stati Uniti e lo hanno fatto sulla scia di un evento che, seppur temporaneo, ha rilanciato l’ottimismo sui mercati: la tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina.
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La tregua tra Washington e Pechino allontana la recessione
Dopo che Stati Uniti e Cina hanno concordato una riduzione reciproca dei dazi per 90 giorni, l’annuncio, arrivato il 13 maggio 2025, ha avuto un effetto immediato sulla percezione del rischio globale. In termini pratici, gli Stati Uniti abbasseranno le tariffe sulle importazioni cinesi dal 145% al 30%, mentre la Cina ridurrà i dazi sui prodotti americani dal 125% al 10%.
Si tratta non solo di una svolta diplomatica significativa, perché l’allentamento di queste tensioni ha portato gli analisti a scongiurare, o per lo meno abbassare, le probabilità di un rischio recessione immediato per gli Usa.
Nel dettaglio:
- Goldman Sachs ha ridotto le probabilità di recessione per l’economia americana dal 45% al 35%;
- J.P. Morgan ha posizionato questa probabilità sotto il 50%;
- Barclays ha addirittura escluso del tutto il rischio di recessione per i prossimi trimestri.
Sono previsioni, certo, ma anche segnali chiari che i mercati non possono ignorare: Wall Street ha reagito con entusiasmo, con il Nasdaq, l’indice azionario della borsa valori statunitense, che rappresenta tutte le aziende quotate su quel mercato, e l’S&P 500, il più importante indice azionario statunitense, in netto rialzo.
Opportunità per l’Italia: export, fiducia e investimenti
L’Italia ha tutto da guadagnare da un clima economico internazionale più disteso. Il nostro Paese esporta una quota significativa del proprio Pil e vanta una forte presenza in settori industriali come:
- la meccanica di precisione;
- l’automotive;
- la moda;
- l’agroalimentare;
- i beni strumentali.
Tutti risentono fortemente delle dinamiche globali. Una ripresa degli scambi internazionali, favorita dalla tregua tra le due superpotenze, potrebbe tradursi in un incremento della domanda per i prodotti italiani, sia da parte degli Stati Uniti, sia da parte della Cina e degli altri partner commerciali che beneficiano della stabilità nei mercati.
Inoltre, un clima di fiducia crescente potrebbe tradursi in una maggiore propensione agli investimenti da parte delle imprese italiane, che negli ultimi anni hanno spesso adottato un atteggiamento prudente a causa delle incertezze internazionali.
Anche gli investitori esteri potrebbero tornare a guardare con interesse all’Italia, soprattutto se il Governo sarà in grado di cogliere questa finestra di opportunità per rafforzare la competitività del sistema Paese.
Mercati in rialzo, ma la situazione è precaria
Nonostante l’euforia dei mercati, è necessario mantenere un certo grado di cautela però, ricordandosi che la tregua commerciale ha una durata limitata di 90 giorni e nulla garantisce che si tradurrà in un accordo definitivo.
Inoltre permangono altri fattori di rischio sullo scenario internazionale:
- il rallentamento della crescita in Germania e in Francia;
- le tensioni geopolitiche in Medio Oriente;
- l’evoluzione delle politiche monetarie delle principali banche centrali.
Affinché l’Italia possa davvero beneficiare di questo nuovo contesto globale, è fondamentale che la politica economica sia all’altezza della sfida. Ciò significa adottare misure concrete per rafforzare la produttività, incentivare l’innovazione, migliorare le infrastrutture logistiche ed energetiche, e garantire un contesto normativo stabile e favorevole agli investimenti.
Serve anche una diplomazia economica attiva, capace di promuovere il Made in Italy nei mercati più dinamici e di intercettare i nuovi flussi commerciali.