Anche i prestiti diventano digitali, il mercato del Digital lending crescerà del 90% in soli 8 anni

Il mercato dei prestiti online, Digital lending, raggiungerà i 58,6 miliardi entro il 2030, con un CAGR dell’8,4%. Quali prospettive

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Pubblicato: 31 Dicembre 2024 22:00

Anche i prestiti stanno diventando digitali, e lo saranno sempre di più. Il mercato finanziario, anche italiano, è sempre più proiettato verso soluzioni che permettono di richiedere e ottenere prestiti e finanziamenti online, riducendo costi e difficoltà, e offrendo più efficienza, accessibilità e personalizzazione. Il mercato dei prestiti online, che si chiama in gergo Digital lending, nel 2022 aveva un valore stimato di 30,8 miliardi di dollari. Ora, si prevede che raggiungerà i 58,6 miliardi entro il 2030, con un CAGR dell’8,4%, e crescerà persino del 90% in appena 8 anni.

Il boom del fintech non si ferma

Secondo McKinsey, le fintech cresceranno a un ritmo quasi triplo rispetto alle banche tradizionali nei prossimi 5 anni, con un aumento dei ricavi annuale stimato al 15% contro il 6% delle “vecchie” banche. Come dimostra una recente ricerca del World Economic Forum, il fintech ha registrato a livello globale un notevole incremento della clientela in tutti i suoi settori verticali, con un tasso di crescita medio superiore al 50% tra il 2020 e il 2022.

Anche l’Italia sembra non lasciarsi scappare questa rivoluzione. Seppur con il solito scarto temporale rispetto ad altri Paesi, anche da noi stiamo assistendo ad una rapida espansione dei servizi finanziari dedicati alle PMI, come l’Insurtech o i Digital payment, che hanno ancora un enorme potenziale di crescita nel mercato italiano.

Giusto per dare un dato, solo nel 2022 più di 28mila piccole e medie imprese italiane hanno potuto accedere ai finanziamenti attraverso il fintech, con oltre 4,5 miliardi di euro erogati tramite piattaforme digitali, come riporta ItaliaFintech.

Quanto crescere il mercato delle Digital Lending Platform: i dati

Una tendenza che riflette più in generale l’espansione del mercato globale delle Digital Lending Platform, il cui valore, stimato in 30,8 miliardi di dollari nel 2022, si prevede raggiungerà i 58,6 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuale composto (CAGR) dell’8,4% e un incremento di circa il +90% in 8 anni, come evidenzia una recentissima ricerca di Research and Markets.

Entro quest’anno si prevede infatti che il numero di utilizzatori dell’home banking supererà i 3,6 miliardi. Come riporta Statista, la penetrazione dell’online banking, solo nell’Unione Europea, è aumentata costantemente dal 2010, raggiungendo il 66% nel 2022.

Se parliamo poi più nello specifico di prestiti, come riporta Ernst & Young in un recente sondaggio, il 63% dei consumatori preferisce la richiesta di mutuo online rispetto al processo fisico e il 58% ha dichiarato che la possibilità di effettuare una richiesta di finanziamento digitale influisce sulla scelta della banca.

I vantaggi del Digital Lending

Ma quali sono i vantaggi più concreti dei prestiti online? L’accessibilità e la flessibilità in primis, perché permettono di richiedere un finanziamento in qualsiasi momento e luogo, senza vincoli legati agli orari di apertura degli uffici. Ma anche velocità e automazione, grazie a processi semplificati e basati su algoritmi avanzati che permettono decisioni immediate. Ma anche e soprattutto costi operativi ridotti: la gestione 100% digital riduce i costi per banche e istituti di credito, migliorando l’esperienza di noi clienti.

Il Digital lending fatto bene si distingue subito perché è smart e segue una struttura ben precisa:

  1. quotazione e simulazione: prima di tutto, grazie a una buona piattaforma online si possono fare quotazioni e simulazioni di un prestito subito e senza intermediazioni, in un click
  2. Digital onboarding: nel momento in cui ci mostriamo interessati a ricevere un prestito, dobbiamo venire identificati e “onboardati”, cioè integrati all’interno della piattaforma digitale. Questo processo abilita dunque l’identificazione e la certificazione della nostra identità, meglio dunque avere una identità digitale
  3. Credit scoring: in questa fase viene valutata la nostra affidabilità e il merito creditizio, che poi va a determinare il tasso di finanziamento. Si tratta dunque di un processo basato su sistemi automatizzati che utilizzano metodi o modelli statistici che forniscono un punteggio o giudizio sintetico, permettendo quindi di valutare il rischio o l’affidabilità dei richiedenti in modo rapido ed efficace. Questo aiuta le aziende a ridurre gli errori e l’inefficienza nei processi decisionali, migliorando l’efficacia complessiva del loro approccio al credito. Inoltre, offre strumenti di monitoraggio e personalizzazione che consentono alle aziende di adattare il processo alle proprie esigenze specifiche, garantendo una maggiore flessibilità e controllo
  4. Sottoscrizione dei documenti: la richiesta di prestito viene infine trasmessa ai sistemi di core-banking, per cui subentra poi l’operatore fisico, il cui intervento rimane comunque imprescindibile.

Nuovi Fondi per le PMI e le startup da Cassa Depositi e Prestiti

Insomma, il digital e i software di Intelligenza artificiale anche qui domineranno sempre di più la scena. In Italia, anche Cassa Depositi e Prestiti sta spingendo in questo senso. Con oltre 30 partecipazioni, più di 1.000 aziende tra PMI e startup presenti nei portafogli del Fondo Italiano di Investimento e di CDP Venture Capital – Fondo Nazionale Innovazione e più di 30mila clienti, il suo obiettivo è traghettare gli italiani, ma anche le aziende e la PA, verso una sempre crescente digitalizzazione.

Attraverso il CDP Venture Capital ad esempio sono stati attivati nell’ambito del Pnrr due nuovi Fondi, il Green Transition Fund da 250 milioni e il Digital Transition Fund da 300 milioni, che hanno l’obiettivo di agevolare gli investimenti in startup e PMI innovative nei settori della transizione ecologica e digitale, oltre a effettuare investimenti indiretti nei fondi di venture capital. Il 40% delle risorse sarà riservato agli investimenti per le regioni del Mezzogiorno.

Tra le novità che sono state sviluppate quest’anno c’è anche il Fondo Galaxia, Polo Nazionale di Trasferimento Tecnologico per l’Aerospazio, con una dotazione di 30 milioni, creato per dare impulso allo sviluppo di startup concepite all’interno dei laboratori di ricerca specializzati nel settore.

Infine, è stato lanciato anche il Farming Future, Polo Nazionale di trasferimento tecnologico dedicato all’Agrifood Tech, che ha previsto una dotazione di 20 milioni ed è focalizzato su progetti e startup con tecnologie innovative applicabili all’intera filiera agroalimentare, dall’ambito della produzione (biotecnologie verdi, bioenergia e biomateriali, robotica, nuovi metodi di agricoltura) a quello della distribuzione (food safety and traceability, supply chain and logistics, tecnologie di processing e packaging, veicoli a guida autonoma per consegne alimentari).