Possibile fusione Nissan-Honda: cosa cambierebbe per l’industria automobilistica globale

Nissan e Honda esplorano un'alleanza strategica per creare una super holding, integrando Mitsubishi, e sfidare i colossi globali con innovazione e scala

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 18 Dicembre 2024 09:19

Un terremoto scuote l’industria automobilistica giapponese. Nissan e Honda stanno valutando un accordo che potrebbe trasformare l’equilibrio globale del settore. Secondo il Nikkei, le due aziende sono pronte a firmare un memorandum d’intesa (MoU) che getterebbe le basi per una super holding, pronta a sfidare i colossi mondiali con una strategia aggressiva e innovativa.

I numeri di un colosso

Con l’ingresso di Mitsubishi Motors, di cui Nissan possiede il 24%, il nuovo gruppo raggiungerebbe una produzione annua di oltre 8 milioni di veicoli. Questa cifra lo collocherebbe al terzo posto tra i giganti globali, subito dietro Toyota (11,2 milioni di auto nel 2023) e Volkswagen (9,2 milioni). Una mossa che andrebbe oltre i numeri: la condivisione di tecnologie, piattaforme e investimenti consentirebbe una riduzione dei costi e una maggiore competitività in un mercato sempre più dominato dai veicoli elettrici.

Rally in borsa

Le voci sull’operazione hanno immediatamente infiammato i mercati. Nissan ha registrato un balzo del 24% alla Borsa di Tokyo, seguita da Mitsubishi Motors, con un +19%. Honda, invece, ha subito una lieve flessione, un segnale di scetticismo misto a prudenza da parte degli investitori. Ma una cosa è certa: questa possibile alleanza sta attirando l’attenzione globale.

Perché unire le forze ora?

La competizione non è mai stata così spietata. Tesla e i produttori cinesi stanno rosicchiando quote di mercato, mentre la transizione verso l’elettrico procede più lentamente del previsto. Nissan, in particolare, ha subito un duro colpo: ha annunciato il licenziamento di 9.000 dipendenti (circa il 6% della forza lavoro globale) e un taglio della capacità produttiva del 20%. I bilanci mostrano una perdita trimestrale di 9,3 miliardi di yen, equivalenti a 58 milioni di euro. Per Honda, la sfida è restare competitiva senza sacrificare margini già sotto pressione.

Renault: una pedina in bilico

Cosa succederebbe al rapporto con Renault? La casa francese, primo azionista di Nissan con il 34% delle quote – di cui una parte segregata in un trust senza diritti di voto – resta un interrogativo chiave. Nonostante la partnership tra Nissan e Renault sia già in fase di allentamento, il suo peso finanziario è ancora rilevante. Nissan ha registrato quasi 63 miliardi di ricavi nell’ultimo esercizio, circa la metà rispetto a Honda, e un eventuale accordo con la casa giapponese richiederebbe di definire con precisione il ruolo di Renault nella nuova struttura azionaria.

Opportunità e rischi

Un’alleanza di queste dimensioni offre vantaggi enormi, ma comporta anche rischi. Sul fronte economico, l’integrazione potrebbe ottimizzare le linee produttive e aumentare l’efficienza. Tuttavia, l’impatto sociale rischia di essere pesante: tagli occupazionali e ristrutturazioni industriali potrebbero creare tensioni in Giappone. Inoltre, il governo potrebbe intervenire per garantire che la fusione non comprometta la competitività del mercato interno.

Se concretizzata, questa alleanza cambierebbe le regole del gioco. Nissan e Honda potrebbero accelerare nello sviluppo di veicoli elettrici e tecnologie avanzate, mirando a recuperare terreno rispetto ai concorrenti. L’obiettivo è quello di conquistare una fetta più grande di un mercato globale in rapida evoluzione. Ma la vera partita si giocherà sulla capacità di innovare e adattarsi, in un settore dove chi si ferma, perde. E questa nuova super holding, se nascerà, non sembra avere intenzione di restare a guardare.