MPS vara il maxi aumento di capitale da 2,5 miliardi

La banca guidata da Luigi Lovaglio farà un'operazione fortemente diluitiva del capitale. Dopo mille incertezza il consorzio di garanzia è al completo

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Redazione

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E’ stato approvato finalmente l’aumento di capitale da 2,5 miliardi del Montepaschi di Siena, dopo le mille incertezze relative alla ricerca di investitori disposti ad impegnarsi alla sottoscrizione delle nuove azioni.  E’ stato così firmato il contratto di garanzia che copre l’aumento di capitale per l’intero importo.

Il Consiglio di amministrazione della banca guidata da Luigi Lovaglio, di buon mattino, ha quindi approvato l’operazione “fortemente diluitiva” che consentirà alla banca senese di riportare il capitale sui livelli regolamentari.  (Per approfondire vedi anche il piano industriale approvato a dicembre 2021 che prevede aumento di capitale e migliaia di esuberi)

L’operazione

L’operazione prevede l’emissione di massime 1.249.665.648 azioni ordinarie di nuova emissione, senza indicazione del valore nominale, aventi le stesse caratteristiche delle azioni in circolazione, incluso il godimento regolare. L’aumento risulta fortemente diluitivo, poiché gli azionisti potranno di sottoscrivere 374 nuove azioni per ogni 3 azioni possedute, al prezzo di sottoscrizione di 2 euro, che offre uno sconto del 7,79% rispetto al prezzo teorico dopo lo stacco del diritto di opzione (terp).  L’aumento ha dunque un valore di circa 2,5 miliardi di euro.

L’aumento di capitale partirà lunedì prossimo, 17 ottobre, per concludersi il 3 novembre 2022. I diritti di opzione invece saranno negoziati in borsa fino al 25 ottobre e potranno essere esercitati fino al 31 ottobre. I diritti inoptati saranno offerti in Borsa nelle giornate dell’1 e 2 novembre ed il loro esercizio dovrà avvenire entro il 3 novembre.

L’incognita investitori

Essendo la ricapitalizzazione fortemente diluitiva, per la banca non è stato facile trovare investitori disposti ad impegnarsi per l’acquisto di azioni, fatta salva la quota in capo al MEF pari al 64% circa del capitale, che implica impegno pro quota di oltre 1,6 miliardi di euro (l’operazione si inquadra nell’ambito degli impegni assunti da Tesoro nei confronti dell’UE).

All’operazione ha accettato di partecipare anche Algebris  in qualità di garante con una quota complessiva pari a 50 milioni di euro, di cui 30 milioni al seguito dei Garanti e 20 milioni in qualità di sub-underwriter. In più, la banca ha ricevuto impegni di sottoscrizione da parte di terzi investitori per complessivi 37 milioni di euro.

Consorzio di garanzia al completo

Alla fine anche il consorzio di garanzia è stato completato ed ha assunto impegni per un ammontare massimo di 807 milioni di euro, con BofA, Citigroup, Credit Suisse e Mediobanca che agiranno in qualità di joint global coordinators.

A  quanto pare, il ritardo dell’operazione sarebbe stato determinato dalla seconda linea di banche, i cosiddetti joint bookrunners – Banco Santander, Barclays, Société Générale e Stifel Europe Bank – che chiedevano certezze sugli impegni vincolanti degli investitori privati raccolti dal management nelle ultime settimane. Una sorta di muro he aveva fatto temere che l’operazione in toto potesse saltare per aria.

Borsa Italiana dispone il modello rolling

Borsa Italiana, riconoscendo la natura “fortemente diluitiva” dell’operazione di aumento di MPS, ha deciso che troverà applicazione la normativa relativa al cosiddetto modello rolling, introdotta da Consob a partire da dicembre 2016, per evitare che in queste occasioni si verifichino “anomalie” di prezzo come spesso accaduto in passato.

Il modello rolling essenzialmente consiste nell’introduzione di una finestra di consegna addizionale al termine di ciascuna giornata borsistica durante il periodo di offerta in aggiunta a quella prevista alla fine dell’operazione.