Meloni oggi alla Camera: manifesto programmatico per 5 anni

Alle ore 11 la neoeletta Premier si presenterà a Montecitorio per il suo discorso programmatico

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Redazione

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Un governo “fortemente politico” e con l’ambizione di durare per 5 anni. Sono i punti cardine del “manifesto programmatico” a cui ha lavorato Giorgia Meloni per il suo discorso programmatico che terrà alle 11 questa mattina alla Camera. È la prima prima vera prova in Parlamento, dove può comunque contare su una maggioranza solida. Sarà un discorso “di ampio respiro”, che toccherà tutte le questioni fondamentali, la condanna della Russia per la guerra in Ucraina, i rapporti con l’Europa, le ricette economiche anticrisi.

Politica estera e crisi energetica

La postura internazionale dell’Italia, come ha ribadito più volte, resterà saldamente ancorata all’asse euro-atlantico. E non ci saranno passi indietro sul sostegno all’Ucraina, anche con altre armi, se necessario. Ma la partita più complicata, e urgente, resta quella del gas. Lì sarà difficile discostarsi dal percorso tratteggiato da Mario Draghi e dal suo ministro Roberto Cingolani, che resta come advisor del governo di centrodestra. Un nuovo decreto bollette sarà probabilmente il primo impegno concreto del nuovo governo che subito dopo dovrà affrontare la scrittura della prima manovra.

Europa e interessi nazionali

Bruxelles sarà una delle prime tappe di Meloni per accreditare il nuovo esecutivo. Ma l’intenzione è quella sì di “collaborare” ma sempre con la stella polare dell’interesse nazionale, dalla difesa dell’apparto produttivo e dell’italianità dei prodotti che rendono il nostro Paese famoso, e forte, nel mondo. Il momento, ripeterà, è quello della responsabilità. Un appello che probabilmente rilancerà anche nei confronti delle opposizioni, per affrontare insieme le sfide più insidiose, con lealtà e dialogo ma nel rispetto dei ruoli.

La riunione economica della Lega

Nel frattempo la Lega è a lavoro per presentare le sue proposte sul fisco. Abolizione della Legge Fornero, quota 41, flat tax al 15% e pace fiscale restano i punti cardine su cui ruota la strategia fiscale del carroccio ribadita anche dopo una riunione con gli esperti economici del partito – incluso il neo ministro del Mef Giorgetti – nel corso della quale Matteo Salvini ha evidenziato la volontà di far sentire subito la sua voce forte e chiara nell’ambito dell’esecutivo.

Nella Lega nessuno pensa comunque di voler lanciare alcun ultimatum a un governo che non ha ancora assunto alcuna decisione. “Era una riunione di partito – ha minimizzato il leghista Claudio Borghi rivolto agli alleati – e penso che anche loro facciano riunioni coi vari dipartimenti. Riunioni sull’economia ne abbiamo sempre fatte, avremmo dovuto sospenderle per l’occasione?”.