Tasse più basse e rottamazione quinquies nel 2026, le novità in Manovra

In vista dell'elaborazione della Manovra finanziaria in autunno, le tasse rimangono il tema centrale, soprattutto per quanto riguarda la pace fiscale proposta dalla Lega

Foto di Matteo Runchi

Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Pubblicato:

Subito dopo la pausa estiva, il Governo dovrà iniziare a lavorare alla Manovra finanziaria. I temi da affrontare sono diversi, dalle spese militari alla crescita rallentata dai dazi, ma il più pressante sembrano essere le tasse. La Lega chiede da tempo una “pace fiscale”, un condono per le cartelle esattoriali non pagate, che prenderebbe la forma della rottamazione quinquies.

Nell’esecutivo però non tutti sarebbero d’accordo con questa soluzione, specialmente se modellata sulle misure simili adottate negli scorsi anni. Le risorse sono limitate e buona parte del Governo vorrebbe impiegarle per ridurre le tasse sul lavoro dipendente, in particolare sui redditi medio-alti, dopo gli ultimi interventi su quelli bassi.

La rottamazione quinquies potrebbe tornare in Manovra

La Lega sta iniziando a fare pressione sugli alleati di governo per inserire nella Manovra finanziaria la rottamazione quinquies.

La Manovra, o Legge di Bilancio, è la norma con cui il Parlamento stabilisce dove verranno spese le risorse dello Stato durante l’anno successivo. È quindi fondamentale per attuare riforme che richiedono grandi stanziamenti di denaro.

La rottamazione quinquies sarebbe la quinta versione di un condono fiscale che permette di:

  • rateizzare senza interessi e sanzioni qualsiasi debito con il fisco;
  • pagare i debiti rateizzati in 120 rate nei successivi 10 anni;
  • stralciare tutte le cartelle esattoriali sotto i 1.000 euro.

Nella maggioranza però c’è scetticismo. Queste misure costano molto e gli altri partiti della coalizione vorrebbero impiegare le risorse in altro modo.

La proposta di abbassare le tasse al ceto medio

La misura a cui sia Fratelli d’Italia, sia Forza Italia prestano maggiore attenzione è il taglio delle tasse al ceto medio.

L’obiettivo è quello di abbassare le aliquote Irpef a chi guadagna fino a 60mila euro. Questo intervento farebbe seguito a quelli degli anni scorsi, che hanno confermato i tagli del cuneo fiscale dei governi precedenti.

In questo caso l’obiettivo sarebbe quello di abbassare le tasse sul lavoro dipendente.

Ne beneficerebbero sia i lavoratori, che potrebbero guadagnare di più, sia le aziende, che potrebbero offrire stipendi più competitivi spendendo meno. Il taglio pensato in particolare da Forza Italia è di due punti percentuali.

L’aliquota Irpef passerebbe dal 35% al 33%.

Le spese per la difesa

Una parte delle risorse andrà però destinata alle spese per la difesa. Come gli altri Paesi Nato, l’Italia ha promesso all’alleanza atlantica di aumentare progressivamente le risorse spese per il proprio esercito fino al 5% del Pil.

Di questa percentuale, fino al 3,5% sarà composta da vere e proprie spese per gli armamenti, mentre un altro 1,5% potrà essere aggiunto con altri investimenti.

In questo contesto dovrebbe inserirsi anche il nuovo fondo Safe per la difesa europea, che fornirà agli Stati membri dell’Ue fino a 180 miliardi di euro per modernizzare i propri equipaggiamenti militari e soprattutto integrarli, acquistando armi da aziende europee.

Gli interventi contro i dazi

Infine, il Governo sta assumendo una posizione attendista riguardo ai dazi. Il ministero dell’Economia ha già aggiornato al ribasso le stime del Pil nel Def, il documento di economia e finanza su cui si basa la Manovra. Non sono però previsti interventi diretti sull’economia, almeno per il momento.

La maggioranza avrebbe deciso di aspettare i primi risultati trimestrali, in arrivo a settembre, per decidere quali saranno i settori su cui intervenire.