Il turismo vale alle mafie 3,3 miliardi di euro, un anno da record secondo Demoskopika

Le mafie guadagnano circa 3,3 miliardi di euro dal turismo e approfittano delle vulnerabilità delle aziende. Sono almeno 7mila a rischio secondo i dati di Demoskopika

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 10 Dicembre 2024 17:51

Con il turismo guadagnano tanti, anche le mafie. La ricerca di Demoskopika sulle infiltrazioni nelle strutture a rischio evidenzia come alcune organizzazioni spicchino per guadagni. Altre, come la Mafia, sono alla ricerca del proprio spazio e restano indietro nel giro di affari, guadagnando nel 2024 appena 400 milioni. Gli altri gruppi criminali fanno meglio e “fatturano” un totale di 3,3 miliardi di euro. Secondo la ricerca, il turismo fa guadagnare le organizzazioni criminali in diversi modi, anche approfittandosi delle imprese a rischio fallimento. Queste, infatti, sarebbero molto vulnerabili ai tentativi di controllo economico da parte dei principali sodalizi criminali. Il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, commenta che il turismo è sotto attacco e che i grandi eventi, come le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 e il Giubileo 2025, aumentano il rischio di infiltrazioni.

Quanto guadagnano le mafie dal turismo: la classifica

La ricerca di Demoskopika fa emergere i dati del giro d’affari del welfare criminale per sodalizio mafioso. Nel report sono visibili i guadagni dell’anno 2024 (rispetto ai dati del 2023) e, secondo quanto scoperto, il valore totale si aggira intorno ai 3,3 miliardi di euro. Questo va suddiviso tra i vari gruppi, con alcuni che spiccano per avere le mani in pasta nel settore e altri che cercano di emergere.

Una “classifica” fotografa il giro d’affari:

  • Mafia – 400 milioni di euro (12,1%)
  • Ndrangheta – 1,650 miliardi di euro (50%)
  • Camorra – 950 milioni di euro (28,8%)
  • Criminalità pugliese e lucana – 300 milioni di euro (9,1%)

Per capire i dati del fatturato, si può suddividere l’Italia in due, con le realtà del Mezzogiorno che rappresentano il 33,6% degli introiti criminali per oltre 1,1 miliardi di euro, a seguire il Nord-ovest con 927 milioni (28,1%), il Centro con 715 milioni (21,7%) e il Nord-est con 550 milioni (16,7%).

Chi è sotto attacco: 7mila imprese a rischio

Un’altra “classifica” che può essere estratta dalla ricerca è quella delle realtà territoriali maggiormente a rischio di infiltrazione. Infatti, la divisione territoriale fotografa senza troppe differenze l’espansione della criminalità organizzata. Non a caso, le zone maggiormente a rischio sono quelle del Mezzogiorno e del Nord-ovest, rispettivamente con il 33,6% e il 28,1% del giro d’affari illegale.

Oltre al turismo già in mano alle famiglie mafiose, c’è da considerare il fattore “rischio”. Sono circa 7.000 le aziende in affanno e maggiormente vulnerabili a tentativi di controllo economico da parte delle mafie. A decretare la fragilità delle aziende sarebbero debiti erariali, ma anche contatti con prestanomi legati ai clan e una serie di altre motivazioni prettamente economiche del settore.

La percentuale di sistemi turistici a rischio viene calcolata sulla base delle confische, delle segnalazioni di operazioni finanziarie sospette, ma anche dal numero delle richieste di avvio di istruttorie antimafia connesse al Pnrr e altri provvedimenti. In questo caso, il primato negativo va alla Campania, con 67 alberghi e ristoranti confiscati (pari al 21,8% del totale delle strutture turistiche confiscate) e quasi 2.000 richieste di avvio di istruttoria antimafia connesse al Pnrr. Seguono la Calabria, il Lazio, la Puglia, l’Emilia-Romagna, la Toscana, la Lombardia, il Piemonte, il Veneto e l’Abruzzo. Le restanti regioni presentano un totale di imprese confiscate e altre denunce inferiori, ma in nessuna il valore è pari a zero.

Raffaele Rio, presidente di Demoskopika, mette in guardia rispetto agli eventi internazionali che rischiano di essere vulnerabili, per altri motivi, alle infiltrazioni. Tra questi, l’ormai alle porte Giubileo 2025 e le attese Olimpiadi di Milano-Cortina 2026.