Luca de Meo, Ceo di Renault e presidente dell’Acea (Association des constructeurs européens d’automobiles), avverte che le case automobilistiche europee rischiano multe fino a 15 miliardi di euro se non rispetteranno le norme Ue sulle emissioni di CO2. Per la sopravvivenza dell’industria europea dell’automotive de Meo invoca maggiore flessibilità sulle scadenze e le regole poiché, puntualizza, il mercato delle auto elettriche è in rallentamento e non riesce a compensare le emissioni delle auto a combustione. Il manager ha espresso i suoi timori nel corso di un’intervista su France Inter.
Per rispettare la stringente normativa europea, ha argomentato de Meo, i costruttori dovrebbero ridurre la loro produzione di “oltre 2,5 milioni di veicoli”. Sebbene le basse emissioni di ogni modello elettrico potrebbero compensare la quota di quattro auto a combustione, i tempi non sono ancora maturi, data la debolezza del mercato.
Europa timida sulle auto elettriche
Ad agosto le auto elettriche hanno segnato un calo del -10,8% nelle vendite rispetto allo stesso periodo del 2023. Sul totale del mercato dell’automotive, l’elettrico si è conquistato una magra fetta: appena il 12,5% del totale delle vetture messe sul mercato. E a luglio le immatricolazioni dei veicoli elettrici sono state solo 139.300 (-6% rispetto al 2023). Nello stesso mese in Cina sono state oltre 1 milione.
In Europa pesano i costi maggiori rispetto ad altri veicoli pari gamma a combustione. E pesa, in vaste aree, la difficoltà nel trovare le colonnine di ricarica. Un altro elemento di freno è l’incertezza nell’erogazione dei sussidi per il passaggio all’elettrico. Nell’ Europa guidata da Ursula von der Leyen l’unica eccezione è la Norvegia, dove a luglio la vendita delle auto elettriche ha raggiunto quota 92% sul totale delle immatricolazioni.
In questo stato di cose, ha argomentato de Meo, “imporre semplicemente scadenze e multe senza essere in grado di rendere le cose più flessibili è molto pericoloso”. Le industrie dell’automotive “hanno bisogno di stabilità, visibilità” e di “un certo grado di coerenza” quando si tratta di sussidi, ha aggiunto.
Nessun rischio per Renault
Renault, ha rassicurato il manager, non risentirà degli scossoni del mercato nonostante importanti competitor (come Volkswagen) abbiano dovuto stringere la cinghia: “Qualche anno fa – ha detto – abbiamo dovuto fare una dieta molto dura” riducendo la capacità produttiva “di oltre un milione di veicoli”. Anche se “il contesto è molto, molto complicato”, non dovrebbero esserci chiusure di stabilimenti.
La crisi di Volkswagen
Volkswagen sta invece attraversando un momento critico: la concorrenza cinese e la contrazione del mercato hanno spinto il Gruppo tedesco a valutare, per la prima volta nella sua storia, la chiusura di stabilimenti in Germania e la sospensione della “garanzia del lavoro” per circa 110mila dipendenti.
“Volkswagen da sola ha perso vendite per circa 500mila auto, l’equivalente di circa due stabilimenti”, ha dichiarato il direttore finanziario Arno Antlitz incontrando gli operai nello stabilimento di Wolfsburg. Anche Volvo e Toyota hanno rivisto al ribasso i loro obiettivi di produzione di veicoli elettrici.