Come si fa la raccolta differenziata e a cosa serve

La raccolta differenziata è la selezione e separazione dei rifiuti: ecco come funziona e cosa succede se non si fa bene

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Pietro Boniciolli

Esperto in Scienze Ambientali

Con una doppia laurea in scienze naturali, scrive articoli per diversi blog che trattano di tematiche ambientali ed è presidente del WWF FVG.

Ti stai chiedendo cos’è la raccolta differenziata e, soprattutto, come funziona? La raccolta differenziata dei rifiuti è la selezione e separazione dei materiali, fatta per il successivo riciclo, al fine di produrne sempre meno, a vantaggio dell’ambiente: ecco perché è importante.

Ogni comune in tutta Italia adesso dà indicazioni precise ai cittadini su come conferire i rifiuti correttamente, ovvero la divisione scrupolosa dell’umido/organico, del vetro, dell’alluminio, della plastica, della carta. Alcune piccole regole potrebbero cambiare a seconda del comune di residenza; ma ci sono comportamenti ed errori che è possibile standardizzare.

Raccolta differenziata: come si fa

A seconda dei Comuni in Italia, la raccolta differenziata può variare leggermente nel conferimento di alcuni materiali; un caso tipico sono i tovaglioli usati durante i pasti. Ci sono, tuttavia, delle regole generali che valgono sempre per capire come si fa la raccolta differenziata. Sicuramente, tutti i materiali devono essere conferiti correttamente, perché se gli addetti si accorgono di qualche materiale che è stato inserito in modo sbagliato, il sacco non viene raccolto (e i residenti multati). Bisogna pertanto rispettare gli orari e i giorni stabiliti dal Comune, nei contenitori o nei sacchi dedicati.

Nella plastica vanno raccolte le bottiglie, i flaconi di detersivo e prodotti per l’igiene della persona, ma anche le vaschette di gelato e di imballaggio, vasetti di yogurt e le vaschette porta uova, che devono essere rigorosamente sciacquati e non sporchi prima di essere buttati. Nella carta vanno inseriti giornali, quaderni, riviste, carta del pane, carta regalo (prestando attenzione che non sia plastificata), astucci di cartone della pasta (avendo cura di rimuovere eventuali pellicole in plastica spesso presenti), cartoni dei cereali e, in genere, tutti gli imballaggi a base di cellulosa. Anche in questo caso, stando attenti che non siano presenti residui organici a “sporcare” la carta.

Nell’umido (definito anche “organico”) vanno conferiti tutti gli scarti di cibo, quindi bucce, avanzi, fondi di caffè, gusci d’uovo e tovaglioli di carta (ma bisogna accertarsi che quest’ultima regola valga nel proprio comune, potrebbe infatti essere necessario metterli nell’indifferenziata). Nel vetro vanno bottiglie e vasi in vetro (puliti).

Raccolta differenziata: come funziona Regione per Regione

Come abbiamo detto, spesso da Comune a Comune cambiano delle piccole norme di comportamento. Un errore che spesso si fa, e che accomuna tutti i comuni, è quello di mettere nella carta i cartoni della pizza: se non sono puliti non vanno nella carta (quindi una pizzeria che non li utilizzi e debba smaltirli può farlo) ma nell’indifferenziata. Questo perché sono unti. Bisogna prestare attenzione anche al cristallo e alle ceramiche che vanno nell’indifferenziato e non nel vetro, come erroneamente si potrebbe pensare. Nella raccolta dell’alluminio, invece, vanno le lattine, i contenitori in banda stagnata per alimenti, le bombolette spray vuote e i tappi metallici.

Nell’indifferenziato o secco, a prescindere dal Comune di residenza, si possono conferire tutti quei materiali che non hanno trovato giusta collocazione nella selezione differenziata, quindi quegli oggetti che non sono fatti unicamente di plastica, carta, vetro o alluminio: è il caso di DVD, astucci di cosmetici, fili elettrici, piccoli indumenti e cancelleria.

Sono molti i Comuni che in Italia vantano una gestione sostenibile dei rifiuti, i cosiddetti “Comuni Virtuosi”, che registrano quindi percentuali molto alte di raccolta differenziata. Grazie al comportamento dei loro cittadini, milioni di tonnellate di rifiuti non finiscono in discarica o nell’inceneritore e possono essere recuperati per il riciclo.

Indicazioni per una corretta raccolta differenziata

Definite le regole base per la separazione e lo smaltimento corretto dei rifiuti prodotti in casa, è possibile definire delle regole per una buona raccolta differenziata.

  • Ridurre il volume dei rifiuti: è importante che i rifiuti non occupino troppo spazio, per ottimizzarne il volume occupato (ad esempio, schiacciando le bottiglie).
  • Risciacquare flaconi e contenitori sporchi: per il cartone della pizza non è possibile, ma prodotti come i vasetti in vetro delle creme spalmabili, i detersivi per la lavatrice o le scatolette di tonno si devono lavare così da inserirli nei relativi sacchi.
  • Separare i materiali diversi: capita che il cartone delle confezioni di pasta abbia una fascia in plastica facilmente removibile; in questo e in altri casi, bisogna dividere i materiali e inserirli nei relativi contenitori.
  • In caso di dubbi sullo smaltimento dei materiali, piuttosto che buttare il tutto nel contenitore dell’indifferenziata, è meglio contattare il numero verde del Comune o dell’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti nel proprio comune così da avere le giuste indicazioni.
  • Attenzione ai rifiuti tossici e pericolosi che non vanno assolutamente conferiti nelle categorie previste e che riguardano i rifiuti solidi urbani (RSU).

Se i materiali non vengono correttamente conferiti, le aziende e gli impianti di recupero non possono riciclarli e questo va ad annullare l’impegno di tutti i cittadini in merito.

Cosa succede se si sbaglia la raccolta differenziata

Ogni comune italiano prevede diverse modalità di gestione dei rifiuti che vanno dal porta a porta alla raccolta differenziata tramite cassonetti di quartiere di diverso colore, ma possono esserci anche eco-stazioni comunali. Per chi sbaglia a conferire i rifiuti sono previsti dei provvedimenti disciplinari, sia nel caso di abitazioni singole che nel caso di condomini (ma in quest’ultima situazione a pagare sono tutti, a prescindere da chi ha sbagliato).

Non esiste un unico generico regolamento perché la raccolta differenziata si gestisce a livello comunale, quindi ogni comune segue le sue regole anche in termini di provvedimenti disciplinari che prevedono differenti importi di multe e sanzioni. Per questo motivo, chi sbaglia a fare la raccolta differenziata può ricevere una multa tra i 25 e i 620 euro, a influire sull’importo è anche il tipo di violazione commessa.

In particolare, la multa va dai 25 ai 155 euro per chi inserisce nei contenitori materiali diversi da quelli indicati dal gestore della raccolta, mentre per chi getta la spazzatura fuori orario rispetto a quelli indicati dal Comune, la multa va dai 25 ai 155 euro.

Ci sono poi delle sanzioni specifiche relative ai singoli materiali: ad esempio, per chi sbaglia la raccolta di carta e cartone, la multa va dai 100 ai 620 euro (il cartone va depositato aperto, piegato e legato); o ancora, chi getta rifiuti combusti, rifiuti pericolosi o rifiuti ingombranti nei contenitori o in aree diverse rispetto a quelli indicati dal comune può ricevere una multa, in alcuni Comuni d’Italia, che supera persino i 600 euro.

In alcuni Comuni d’Italia, l’identificazione del trasgressore è agevolata dal fatto che ogni sacchetto è contrassegnato da un codice a barra univoco, registrato a una famiglia. Quindi, in questo caso, se si sbaglia a fare la raccolta differenziata, è più facile risalire ai responsabili.

I 10 errori da evitare nella raccolta differenziata

Spesso, per incomprensioni o ignoranza, può capitare di conferire in modo sbagliato i rifiuti perché convinti della loro destinazione. Ci sono anche dei comportamenti che vanno evitati, come spostare i cassonetti o tentare di smaltire i rifiuti edili. Corepla, il consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica, ha stilato 10 errori da evitare se si vuole fare una corretta raccolta differenziata e aiutare concretamente l’ambiente.

  1. I tappi delle bottiglie vanno lasciati attaccati perché i lettori ottici stabiliscono cos’è PET (la bottiglia) e cos’è PP (il tappo). Se il tappo viene gettato nella plastica separatamente rispetto alla bottiglia, dato che è molto piccolo, rischia di finire nelle maglie dei macchinari. Inoltre, le bottiglie non andrebbero schiacciate dall’alto verso il basso, come spesso accade, ma nel senso della lunghezza;
  2. I giocattoli non vanno nella plastica perché i consorzi si occupano solo del recupero degli imballaggi;
  3. Non c’è un regola fissa per il tetrapak, dipende dal Comune quindi è bene informarsi sul corretto smaltimento di questo materiale molto diffuso;
  4. Le cannucce non vanno nella plastica (senza contare che saranno presto bandite per legge) perché non sono imballaggi. Stessa regola vale per pennarelli, penne e spazzolini che vanno tutti nell’indifferenziato;
  5. Gli scontrini vengono spesso gettati nella carta, ma è sbagliato: i fogli su cui vengono stampati gli scontrini infatti sono composti da carta termica quindi vengono considerate non riciclabili. Ovviamente questo non vale per fatture e ricevute stampate su carta normale, giornali e quaderni;
  6. I biglietti dei mezzi pubblici sono stampati su carta, perciò possono essere riciclati insieme alle riviste e ai giornali;
  7. Le lampadine non vanno buttate nel vetro: per evitare di sbagliare, si può consultare il sito di Ecolamp o del centro di coordinamento RAEE;
  8. Il cartone della pizza se unto e/o sporco di residui di cibo va buttato nell’indifferenziato. Stesso discorso per il cartoccio del cibo fritto e per il sacchetto in carta dei pop corn;
  9. Specchi e cristalli hanno caratteristiche chimiche diverse dal vetro e quindi non devono essere mischiati.
  10. Le lenti a contatto vanno buttate nell’indifferenziato, mai nel lavandino o nel WC perché non vengono trattenute nelle operazioni di filtraggio delle acque reflue e finiscono spesso in mare.