Legge di Bilancio in ritardo e opposizione contro Meloni: rischio esercizio provvisorio

Cos'è il rischio esercizio provvisorio? Il governo di Giorgia Meloni lo ha già evitato una volta ma ora l'opposizione torna all'attacco

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Il governo continua a lavorare sulla legge di Bilancio, che rappresenta ancora uno dei temi cardine della discussione politica italiana. Nella giornata di giovedì scorso sono stati depositati i primi tre emendamenti. È atteso invece per lunedì 11 dicembre il quarto e ultimo emendamento dell’esecutivo, che aprirà le porte alla fase conclusiva e delicata dell’iter in Senato.

Rischio provvisorio: cos’è

Una corsa contro il tempo per il governo di Giorgia Meloni, con la discussione in Aula che non dovrebbe concretizzarsi prima del 18 dicembre. Un Natale molto caldo per l’esecutivo di centro-destra, che presumibilmente concluderà questo iter il 22 dicembre, per poi rinviare l’approvazione definitiva della Camera a fine anno, tra il 29 e il 30 del mese. Essendo giunti fino a questo punto per completare i lavori della legge di Bilancio, ora ci si ritrova a dover fronteggiare delle tappe cronologicamente forzate, tenendo conto delle festività e dei tempi tecnici.

Dall’opposizione il tutto non viene fatto scivolare come se nulla fosse, ovviamente. Dal Movimento 5 Stelle e dal Pd si alza un monito, lo stesso a distanza di pochi giorni: si rischi l’esercizio provvisorio. Proviamo a capire bene di cosa si tratta e se ci sono realmente le basi per assistere a tutto ciò.

Non è di certo la prima volta che si parla di rischio di esercizio provvisorio in Italia. La nostra Repubblica ne ha fatto ricorso 33 volte nella sua storia. L’ultima però risale al secolo scorso, precisamente al 1988. Si tratta di un’eccezione dell’articolo 81 della Costituzione.

La manovra dovrebbe essere approvata entro l’ultima data disponibile, ovvero il 31 dicembre. In caso contrario, si prevede l’esercizio provvisorio, ovvero una modalità di spesa pubblica straordinaria che fa riferimento al dato storico dei precedenti esercizi finanziari governativi.

Di tutto ciò si era già parlato a dicembre dello scorso anno, pochi mesi dopo l’insediamento della premier Giorgia Meloni, che lo aveva escluso categoricamente. Lo stesso clima si respira oggi, ma vediamo quali sono gli argomenti dell’opposizione.

La protesta dell’opposizione

Come detto, l’opposizione si solleva e fa sentire la propria voce in merito all’operato del governo. A sottolineare il rischio di esercizio provvisorio è stato per primo il Movimento 5 Stelle, nella persona di Stefano Patuanelli. Ha fatto di recente sentire la sua voce anche Francesco Boccia, presidente del gruppo Pd al Senato.

Riportiamo di seguito le sue parole d’allarme: “Aumenta lo stato di confusione del governo, giorno dopo giorno. Prima vengono impediti gli emendamenti e poi si annunciano le correzioni, che però peggiorano gli errori commessi. Mancano ancora gli annunciati emendamenti sul ponte di Messina e sulla infrastrutture. Slitteranno i tempi della discusisone della manovra, il che mette in dubbio l’approvazione della legge di Bilancio entro la fine dell’anno”.

Sul tema, i vari partiti fanno fronte comune, com’è evidente dal parere di Luigi Marattin di Italia Viva. Ha parlato di paradosso, considerando i tempi lunghi nonostante sia stato chiesto alla maggioranza di non fare emendamenti: “Arrivare così lunghi, alle condizioni che hanno imposto, non ha davvero senso. Non hanno idea di come si fa il lavoro”. All’attacco anche Mariastella Gelmini di Azione, che sottolinea come la Camera non riuscirà a votare prima di Natale. Angelo Bonelli di Europa Verde, invece, evidenzia come “Camere e Costituzione vengano mortificate”. Ciò perché il governo inibisce la possibilità del Parlamento di incidere sulla manovra, ha spiegato. Concludiamo il carosello dell’opposizione con Elly Schlein, che affonda così il colpo: “Una manovra che tradisce tutte le generazioni, criticata da Confindustria e dai sindacati. Ci vuole talento”.