“C’è aria di tempesta” cantava Antonello Venditti in una delle sue canzoni più celebri (per quei pochi che non amano i testi del cantautore romano, siamo al primo capoverso de “I migliori anni della nostra vita”). Ed è proprio un’atmosfera burrascosa quella in cui si ritrova avvolto il governo italiano per quanto riguarda la gestione dei fondi del Pnrr. Nonostante le parole trionfanti pronunciate di recente da Giorgia Meloni, la situazione che il nostro Paese dovrà fronteggiare nei prossimi mesi per incassare le rate del Piano appare tutto fuorché tranquillizzante.
A dispetto dell’aria fiera e orgogliosa sfoggiata dalla premier durante l’ultima diretta sulle sue pagine social (in cui rivendicava di essere stata la prima in Europa ad aver chiesto e ottenuto la sesta rata), Meloni è ben consapevole che occorre un cambio di passo per proseguire in un percorso che, altrimenti, rischia di essere molto doloroso per le nostre finanze pubbliche. Ad oggi, infatti, i soldi ricevuti sono tanti, ma quelli spesi per i progetti concordati sono ancora troppo pochi.
La Ragioneria bacchetta il governo sui fondi del Pnrr: troppo pochi i soldi messi a terra
A mettere nero su bianco le difficoltà dell’esecutivo (da spartirsi con comuni e regioni) nel mettere a terra i fondi arrivati dal PNRR ci ha pensato nelle ultime ore la Ragioneria generale dello Stato, che ha emesso un giudizio assai preoccupante nel suo ultimo report diffuso a metà settimana. In sostanza, secondo quanto riportato dagli uffici tecnici, fino ad ora l’Italia è riuscita a spendere solo 49,5 dei 102,5 miliardi di euro inviati da Bruxelles.
Un passo troppo lento per non mettere in allarme Palazzo Chigi e i ministeri, che proprio in queste settimane stanno vivendo una fase di attesa snervante in attesa di capire come finirà la trattativa in corso a Bruxelles sulle alte cariche dell’Unione europea dei prossimi cinque anni. Perché il nocciolo della questione sta tutto qui: quasi sicuramente Roma indicherà il ministro Raffaele Fitto come nuovo commissario italiano nella Commissione europea, lasciando però sguarnito il dicastero che si occupa proprio del Pnrr.
Davvero l’Italia rischia di perdere le ultime rate del Pnrr? Le mosse del governo per cambiare passo
Da un lato, è inevitabile constatare come il fedelissimo di Giorgia Meloni sarebbe la personalità più appropriata per rassicurare i vertici Ue sul fatto che il governo italiano rispetterà i tempi che scandiscono il Pnrr. Al contempo però non si capisce come verrebbero redistribuite le deleghe che Fitto detiene attualmente. Difficile che si possa trovare un profilo adatto a sostituirlo fino al 2027: molto più probabile uno spacchettamento delle diverse deleghe tra ministri e sottosegretari, in modo da rendere meno brusca la sua dipartita.
Nel frattempo però la Ragioneria ha acceso il faro anche su un altro problema: non solo non stiamo spendendo i soldi incassati, ma rischiamo di perdere anche quelli programmati per il futuro. Se Roma non dimostrerà di aver avviato i cantieri, aperto nuovi asili, rinnovato gli impianti energetici e via dicendo, le ultime rate potrebbero essere ridimensionate da Bruxelles, se non addirittura cancellate. Con il rischio che, tornando a Venditti, i migliori anni della nostra vita assumano d’improvviso tutto un altro aspetto.